Sembra essersi chiusa un era a Indiana, dopo i fasti di fine anni 90, in cui Reggie Miller impazzava per i parquet, e l’ultimo triennio pieno di luci (poche) e ombre (tante).
Beh, ogni estate è all’insegna del cambiamento, del rinnovamento, ma quello che stanno facendo Bird e soci è cercare di dare una sterzata alle sorti della franchigia, creando un team che sulla carta appare meno talentuoso delle versioni precedenti, ma forse col tempo più compatto e futuribile, grazie all’innesto di alcuni tra i talenti giovani più brillanti del mondo NBA.
Ma prima di parlare dei nuovi acquisti, partiamo da chi è rimasto, e che molto probabilmente vivrà la stagione decisiva della propria carriera.
E’ il caso di Jermaine O’Neal, all star dichiarata, fulcro e centro dei nuovi e dei vecchi Pacers, il primo terminale offensivo e capitano. Dopo 2 stagioni travagliate a livello fisico, l’ex balzers, riuscirà a trovare la definitiva quadratura del cerchio e traghettare Indy verso le zone alte della lega? E’ una domanda che si chiedono un po tutti, in particolare Larry Bird, che già in estate ha trattato la sua cessione, salvo tirarsi indietro e puntare per l’ultima volta sul fuoriclasse da Eau Claire HS, dato che nelle prossime stagioni il suo contratto potrebbe fare gola a molte squadre.
Discorso inverso per Tinsley, lui il contratto lo ha e anche lungo, quindi di difficile parcheggio. Gli verrà data l’opportunità di riscatto dopo un anno passato a lungo ai box e con qualche problemino di atteggiamento, tanto che coach Carlisle ha finito per preferire il soldatino Johnson come starter. Per reincanalarlo per la retta via è stato fatto arrivare nello staff tecnico il suo excoach a Georgia Tech. Recuperarlo è importante.
Le situazioni di Jackson e Jasikevicius invece sono alquanto complesse e poco chiare.
Il bomber ex Hawks, dopo aver finito l’anno in attrito con i tifosi, molto probabilmente, salvo sconvolgimenti alla Artest, rimarrà, come unica e sicura bocca da fuoco sul perimetro.
Per Saras invece continuano a circolare voci di un suo possibile ritorno in Europa o cessione ad un altra franchigia. Ha altri 2 anni di contratto, Bird crede in lui, Carlisle un po meno, tanto da non avergli quasi mai affidato il pallino del gioco spostandolo al ruolo di SG, non congeniale alle sue caratteristiche. Avrà anche lui una chances dopo un anno di adattamento, anche se vista la concorrenza in play è lecito aspettarsi di tutto.
Il mercato estivo ha visto i Pacers come una delle franchigie più attive della NBA, grazie allo scambio, in due manches con Dallas, che ha portato ad Indianapolis giovani di belle speranze e dal potenziale intrigante come Daniels, Powell, Marshall e l’uomo spogliatoio Armstrong, in cambio di Croshere ed seppura a malincuore di AJ.
Daniels arriva a Indy dopo una finale NBA vissuta a fasi alterne, ma con il merito di essere stato l’unico a dare del filo da torcere in difesa a Wade. Proprio le sue capacità difensive e la sua rapidità in campo aperto sembrano sposarsi alla perfezione con il sistema di Carlisle, che con l’ex Mavs è riuscito a tappare alla perfezione il buco lasciato da Fred Jones, accasatosi a Toronto.
Per quanto riguarda gli altri giocatori arrivati da Dallas, Powell potrebbe tornare utile come ultimo cambio in un settore lunghi spesso colpito dagli infortuni, mentre Marshall sembra abbastanza chiuso nel ruolo.
Dal draft sono arrivati due talenti cristallini, come il tuttofare Williams, miniclone di Harrington e Granger per la duttilità di poter giocare in emtrambi i ruoli di ala, e il saltatore White, ancora acerbo ma di notevole potenziale. Difficile il primo anno possano trovare molti minuti, ma se sapranno calarsi rapidamente nella filosofia di gioco di Carlisle potrebbero regalare qualche sorpresa.
Dal mercato dei free agent, ottimi gli acquisti del figliol prodigo Harrington, di Baston e del giovane play Greene.
Harrington dopo essere stato mandato in esilio nel gulag Hawks, dopo un estate di passione, è tornato a Indy portando con se il suo enorme talento che permetterà a Carlisle di poter variare le carte in tavole e dare tanti volti ai suoi Pacers.
Baston dopo un biennio ai vertici europei con il Maccabi, è stato firmato con un biennale per dare profondità al settore lunghi e come polizza assicurativa per eventuali infortuni a O’Neal.
Greene è alla ricerca, assieme a Snap Hunter dell’ulitmo posto a roster disponibile, avendo dalla sua il vantaggio di aver speso una stagione NBA a Boston.
Tanti volti nuovi dunque e la netta impressione che dal prossimo anno vedremo anche uno stile di gioco diverso: tenendo sempre fede ai propri istinti tattici, Carlisle conterà ancora molto sulla difesa, passando da un gioco fisico, lento e macchinoso, ad una rivisitazione del run & gun, o quantomeno espriemendo un gioco in velocità, con quintetti piccoli ed atipici.
L’arrivo di Harrington permetterà a Carlisle di poter schierare O’Neal da centro, affiancato da 2 ali intercambiabili come Al e Granger, in rampa di lancio.
Daniels e Jackson si divideranno i minuti nell spot di guardia, con la possibilità che il marchese spenda qualche minuti anche da PG o da SF.
Il quintetto dovrebbe essere completato da Tinsley, che se in palla, con le sue doti di passatore può far felici molti suoi compagni.
Per quanto riguarda il coach, piena fiducia a Carlisle, fresco fresco di rinnovo, per continuare il buon lavoro fin qui svolto, nonostante il fato avverso. Anche lui è chiamato ad una prova di maturità, avendo in mano una squadra rinnovata e con delle caratteristiche accattivanti, ma tale da dover eseguire qualche aggiustamento.
Insomma, a Indy sono fiduciosi innanzitutto di una stagione meno problematica, e più costante a livello di risultati. Parlare di titolo è prematuro, ma qualche soddisfazione dai playoff è lecito attendersela.