La Benetton inizia la stagione 2006/2007 ancora una volta sensibilimente rinnovata. Le perdite di Siskaukas, Nicholas e Bargnani, inutile negarlo, difficilmente saranno indolori: talento indiscusso a parte, erano tre ingranaggi importanti di un meccanismo che in post-season si era rivelato quanto mai rodato. I nuovi arrivati saranno perciò chiamati a un compito non facile: sostiutire elementi che hanno avuto un ruolo importantissimo nella vittoria dello scudetto. La prima impressione, per quanto poco possa contare (è il caso di dirlo, visto che non si tratta di giocatori noti al grande pubblico), è per altro positiva.
Terrel Lyday, il sostituto di Nicholas, ha impressionato per trattamento di palla, capacità di passaggio e di far punti in traffico (puro stile playground); in più sembra avere mani velenose in difesa. Volendo avanzare qualche dubbio (e, discorso che varrà anche per gli altri, mi baso su una mia, superficiale, impressione…), dovrà dimostrare di saper produrre punti anche senza tenere troppo in mano la palla, nei lunghi frangenti in cui giocherà da shooting guard al fianco di Zisis.
Richie Frahm è il classico tiratore bianco. Ha mostrato di essere mortifero con i piedi per terra, intelligente ed anche una discreta presenza a rimbalzo. Per lui valgono i dubbi opposti rispetto a Lyday: saprà essere efficace quando dovrà mettere palla a terra e costruirsi un tiro da solo? Ecco, forse da questo punto di vista Siska era unaltra cosa. Ma la pagina è stata voltata…
Spencer Nelson è un lungo mobile interessante. Buon ribalzista (molto buono in attacco), con una discreta varietà di movimenti e un tiro dalla lunga sufficientemente preciso. Acquistato, credo, soprattutto in ragione di una partita mostrusa in Eurolega con Bamberg proprio contro la Benetton, azzardo che potrebbe essere un giocatore chiave: è lunico per caratteristiche che si avvicina (ok, si avvicina…) al Mago. Dico questo perchè mi sembra che in attacco, Goree a parte, sia lunico in grado di offrire cifre importanti.
Il reparto lunghi è completato da Joey Beard e Angelo Gigli. Il primo, molto apprezzato da tutti per professisonalità ed agonismo, per quello che può dare (grinta, difesa, rimbalzi) è una garanzia; guai però a chiedergli di più. Perso Bargnani, con lacquisto di Gigli la Benetton si è garantita il miglior giovane lungo italiano disponibile sul mercato. Ma limpressione è che ad alti livelli Gigli debba ancora farsi, sia in attacco che in difesa. Dalla sua cè il tempo e un buon atteggiamento. Le potenzialità ci sono ed è finito nel posto giusto per migliorare.
Nick George completa la ciurma dei nuovi arrivati. Ha impressionato per un atletismo devastante e in precampionato ha sfruttato bene lo spazio concessogli, che presumibilmente non avrà da qui in avanti. Si tratta di una scommessa e tutto ciò che di buono farà sarà gradito.
Si respirano sensazioni positive alla Ghirada. Per il terzo anno di fila la squadra ha subito addii pesanti, ma, forse per la prima volta, il nucleo di superstiti -che non è esiguo- offre assolute garanzie. Non facciamone una questione di talento, che non manca qui, come in molte altre squadre con ambizini tricolori: Soragna, Zisis, Mordente e Goree hanno dimostrato di essere un gruppo compatto e di personalità, che oltretutto ha saputo dare il meglio di sè quando più contava. Si aggiunga che lallenatore è lo stesso e che la squadra è sicuramente più lunga (cosa che conta poco nei playoff, come dimostra la passata stagione, ma molto nellottica di tenersi freschi nellarco di una stagione lunga, tra campionato e eurolega) ed allora non è veramente il caso di stare coperti: anche questanno Treviso punta allo scudetto. Poi, visto lequilibrio che, a senzasione, ci sarà anche questanno, tutto potrà succedere, ma per questa squadra lambizione di arrivare fino in fondo è legittima.
Intanto la Benetton ha messo in bacheca la Supercoppa, esibendo allesordio al Palaverde un gioco ed unidentità di squadra più che discreti e soprattutto una difesa che, pensando a quella degli esordi dello scorso hanno, ha dello sbalorditivo. Significa (speriamo bene…) che le alchimie di Blatt (cambi sistematici, matchups, cambi improvvisi da uomo a zona), da lui mai ufficialmente rinnegate, sono in rapida assimilazione.
Allultima conferenza stampa il coach aveva anche detto che, quanto allattacco, i lavori erano ancora in corso. La transizione sembra entrata eccome nella testa dei giocatori. Quanto allattacco a metà campo, mi auguro che insistendo con la Princeton offence (e con un Zisis che, se finalmente a posto, potrebbe essere un crack) si vedrà qualche pick & roll in meno; anche se in Europa sembra essere tanto di moda….