In questo numero affrontiamo un argomento affascinante: l’Attacco UCLA!
Questo sistema di gioco prende il nome dall’Università allenata da Coach Wooden e che ha dominato per anni il basket universitario grazie anche a campioni del calibro di Lew Alcindor e Bill Walton.
Nel seguente studio prenderemo in esame l’inizio del gioco (detto appunto “Partenza UCLA”) che ha ispirato tantissimi allenatori, i quali da questi movimenti iniziali hanno tirato fuori decine di situazioni offensive applicabili alla squadra e ai giocatori allenati.
Sicuramente non tra gli ultimi Coach Jerry Sloan che ha impiegato una versione di questo attacco quando in campo ad eseguirlo aveva gente come Stockton e Karl Malone, senza dimenticare l’anno successivo al ritiro del playmaker da Spokane quando i Jazz hanno messo in piedi un’attacco che per esecuzione e “timing” è risultato il migliore degli ultimi anni, dando un esempio importante per gli allenatori a qualsiasi livello di come un sistema di gioco come questo sia applicabile con potenzialmente ottimi risultati anche se nella propria squadra non giocano degli All-Star!
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Con 1 in posizione di “punta” e in possesso di palla lo schieramento prevede due lunghi in post-basso e due esterni (guardie) al prolungamento della linea di tiro libero. Il “key-pass” di 1 per 2 o 3 determina i ruoli all’interno dello schema. Nell’esempio la palla va a 2 con 4 (il lungo sul suo lato) che sale a prendere posizione al gomito. |
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Sfruttando il blocco cieco di 4, 1 taglia a canestro dove può ricevere in dai-e-vai da 2. 3 sul lato debole “scende” ad affiancare 5 per un doppio-blocco. |
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Dopo il blocco 4 si apre per ricevere da 2 ed effettuare un ribaltamento per 1 che terminato il taglio sotto canestro esce sul lato debole sfruttando lo “stack” formato da 5 e 3. |
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Una prima opzione alternativa è quella di 4 che al posto di aprirsi per effettuare il ribaltamento dalla punta si muove per bloccare il difensore di 2 giocando col compagno un pick’n’roll laterale. |
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Se 4 decide di aprirsi per effettuare il ribaltamento e 1 non può tirare dopo l’uscita dal blocco “stack”, 3 taglierà l’area per posizionarsi nell’angolo opposto ed “aprire” il campo. |
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Dopo il ribaltamento 4 gioca in “dai-e-cambia” bloccando per 2 il quale taglia a ricciolo sul blocco del compagno e può ricevere in area da 1. |
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Torniamo all’inizio del gioco: dopo il passaggio d’apertura tra 1 e 2, il playmaker ha la possibilità di fintare il movimento sul blocco di 4 e tornare sui suoi passi ricevendo indietro la palla da 2. Stockton nella versione degli Utah Jazz era maestro proprio nel leggere il comportamento del difensore e “seminarlo” sul blocco di Malone, il quale tagliava forte a canestro per ricevere e concludere. |
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Se 1 non ha la possibilità di passare in area a 4 aspetta che quest’ultimo blocchi per 5 o in alternativa ribalta il lato passando a 3, appostato per un tiro oltre l’arco dei 3 punti. |
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Sull’incrocio tra 4 e 5, 3 ha la possibilità di passare in post-basso alla power forward permettendogli di giocare 1vs1 spalle a canestro. |