Lequivalenza di [b]Kyle Korver[/b] = 3 punti, in questo inizio di stagione è quantomai azzeccata per i Sixers, perché il suo 9-11 dalla lunga distanza ha fatto vincere almeno due delle tre partite iniziali ai suoi. Per un tiratore come lui conta molto di più il ritmo e la convinzione mentale, piuttosto che la forma fisica e Kyle è in un momento [i]fell the rythm[/i] dove ogni sua iniziativa è coronata dal successo.
Le doppie uscite dietro ai blocchi assieme ad Iverson costringono le difese a fare una scelta e, fino a quando il sosia di Aston Cutcher sarà in grado di convertire con buona frequenza queste situazioni, lattacco di Phila godrà di una maggiore varietà di soluzioni.
Non sempre, però la circolazione offensiva è cosi fluida, infatti nella partita contro i Miami Heat è emerso un lampante limite della squadra di Cheeks, che è risultata incapace di attaccare la zona piuttosto mobile dei campioni del mondo. Iverson spesso non riconosce (vuole) il cambio di difesa e si intestardisce con forzature e scarichi complicati allultimo secondo. I principi fondamentali per attaccare la zona sono i movimenti contestuali di uomini e palla, ma lex stella di Georgetown quando è in possesso di palla si isola in palleggio, mentre quando è lontano spesso staziona nella posizione di guardia senza creare tagli e spazi per i compagni.
Le idiosincrasie contro la zona non si fermano alla fase offensiva, infatti nei momenti in cui Cheeks ha schierato la sua zona 3-2 con Dalembert e Webber dietro, è arrivato a concedere a Payton e Mourning un comodo passaggio dentro dalla punta direttamente nel pitturato, per uno dei più comodi and-one della storia del gioco.
Ovviamente non tutto è da buttare, anzi. E intelligentissima la scelta di Cheeks di far partire Korver dalla panchina, per far si che possa cambiare il trend della partita con la sua vena balistica, a vantaggio di [b]Kevin Ollie[/b], che è un normalissimo mestierante Nba ma è dotato di quello spirito di sacrificio che spesso i suoi compagni non hanno.
Contro Miami Ollie (31 minuti sul parquet) è stato mandato sulle piste di Wade ed ha dimostrato grandissima abnegazione, limitando lMVP delle ultime finali e giocando una partita di pura sostanza.
La strada da seguire è proprio quella battuta dallex Connecticut, infatti con la fisicità e latleticità di giocatori come Dalembert, Iguodala, Green e Carney, sarebbe ideale giocare una difesa fortissima sul perimetro al fine di trovare più palle recuperate e conclusioni in contropiede o transizione, sfruttando al massimo tutti i 28 metri di campo.
Vedere un contropiede dopo la palla recuperata con Iverson a condurlo e la coppia Iguodala-Carney sulle corsie laterali farebbe brillare gli occhi a Mo Cheeks.
Anche lex campione del mondo 83 sembra essere cambiato rispetto alla scorsa stagione, il suo atteggiamento è più educativo verso i suoi giocatori.
Lanno scorso era arrivato a Phila, acclamato da Iverson, proprio perché era considerato un player coach, ma ora sembra aver capito che ci vuole rigore nella gestione del gruppo.
Abbiamo potuto notare una colorita ramanzina ai danni di [b]Dalembert[/b], dopo che per la seconda volta si era fatto ingolosire dalla stoppata su Mourning, salvo poi concedere un gioco da tre punti.
La strada per Phila è ancora lunghissima e molto più difficile di quanto possa dire il 3-0 iniziale. Il tallone dachille rimane la difesa che concede troppe soluzioni facili agli attacchi avversari.
Non cè ancora un logica o un piano prestabilito per limitare le fonti di gioco altrui, oltre a dei pericolosi mismatch fisici che si vengono a creare quando in campo ci sono assieme Ollie ed Iverson.
I Sixers ora andranno incontro ad un breve tour de force che li vedrà impegnati in cinque delle prossime sei partite lontano dal Wachovia Center, di cui 3 in un mini-tour ad ovest. Negli ultimi anni i viaggi sulla costa ovest hanno sempre portato risultati scadenti, ma questo sarà il primo vero test per verificare i miglioramenti reali di tutto il gruppo.