In ogni sport ci sono degli eventi che sono ricordati da tutti come storici. Per il basket NBA è senza dubbio gara 5 dei playoff 1976 tra Boston e Phoenix, ricordata da tutti come [b]The Greatest Game ever Played[/b].
Negli anni 70 la NBA aveva sofferto un certo declino, soprattutto per la concorrenza dellaltra lega lABA (che avrebbe, però chiuso i battenti dopo pochi anni): lesistenza di due leghe concorrenti aveva portato alla diaspora dei migliori giocatori sparpagliati tra i due campionati, col risultato di spettacolo poverissimo, ascolti vicini allo zero e situazione economica difficilissima.
Nel 1976 una franchigia fondata solo da otto anni, i [b]Phoenix Suns[/b], contro il pronostico di tutti, arrivò a giocarsi la finale per il titolo contro i titolatissimi Boston Celtics. Le prime due partite andarono senza fatica ai verdi di casa, confermando tutti i pronostici che vedevano una serie chiusa sul 4-0. Le successive due partite a Phoenix, invece, videro i Suns prevalere grazie anche ad un gioco molto fisico che sorprese non poco i Cs.
Poi arrivò gara 5. Come per ogni evento rimasto nella storia, il numero di persone che asseriscono di avervi assistito è cresciuto negli anni fino a raggiungere livelli incredibili. Per molti è stata la più classica rappresentazione della lotta tra i favoriti che giocano nel loro inespugnabile fortino contro gli sconfitti predestinati. [b]Havliceck[/b] (uno dei grandissimi Celtics di quella epoca) racconta che arrivò alla gara in anticipo per provare un po di tiri, visto che aveva male al piede e pensava di non poter giocare per più di venti minuti. Alla fine ne rimase in campo per 58. La partita iniziò come copione: Boston prese il largo chiudendo sopra di 20 il primo quarto e di 15 la prima metà gara. Iniziò a quel punto la lenta rimonta dei Suns, fino ad arrivare al 95 pari della fine dei regolamentari, quando entrambe le squadre sbagliarono due liberi aprendo la strada al primo overtime. Il primo supplementare finì 101 pari, con il primo giallo della gara: [b]Paul Silas[/b] giocatore dei Celtics, a tempo scaduto chiamò time out senza averne più a disposizione. Per regolamento larbitro avrebbe dovuto dare tecnico alla panchina, quindi con un tiro libero probabilmente i Suns avrebbero chiuso la partita, invece [b]Richie Powers[/b], arbitro della gara, asserì che il tempo era scaduto, quindi la richiesta non era valida. Senza saperlo stava consegnando la partita alla storia. Nel secondo supplementare Boston si trovò sopra di 3 punti a 15 secondi dalla fine, il pubblico, ignaro di quello che sarebbe successo, già festeggiava, ma Phoenix grazie ad un canestro e ad un recupero andarono sul +1 a 4 secondi dalla fine. Havlicek riuscì a ricevere dalla rimessa e a segnare appoggiando al tabellone: 111-110 per Boston. Successe di tutto: il pubblico invase il campo, quasi tutti i giocatori scapparono negli spogliatoi, sicuri che fosse tutto finito ed anche gli allenatori stavano cercando di guadagnare luscita. Powers invece richiamò lattenzione di tutti facendo notare che cera ancora un secondo da giocare. La security riuscì a fare tornare il pubblico sugli spalti e quando era ormai mezzanotte [b]Paul Westphal[/b], stella dei Phoenix Suns, ebbe unidea geniale: chiamò un time out che non aveva, subendo così un fallo tecnico che fece realizzare il tiro libero del +2 a Jo Jo White, ma consentì alla sua squadra di rimettere la palla da metà campo per avere un tiro credibile, piuttosto che una preghiera da un canestro allaltro. [b]Gar Heard[/b] ricevette la palla in posizione frontale, spalle a canestro e tirando con una parabola altissima segnò il tiro che portò la partita al terzo overtime. Lultimo tempo si giocò in un clima surreale con i migliori giocatori in panchina per falli e in campo quelli che entravano di solito solo nel garbage time. Decisivo fu il panchinaro [b]Glenn McDonald[/b] che segnò 6 punti dando la vittoria per 128 a 126 a Boston, leroe della gara lasciò definitivamente lNBA dopo solo tre anni tagliato da Milwaukee.
La Partita era finita, Boston espugnò Phoenix in gara 6 vincendo il suo tredicesimo titolo. Gli anni bui per lNBA stavano per finire, lanno successivo Julius Erving firmò per Philadelphia e solo pochi anni dopo Larry Bird e Magic Johnson avrebbero iniziato una delle più belle rivalità dello sport professionistico.