La stagione dei Kings è iniazata come nessuno, neanche il più pessimista, avrebbe immaginato, non tanto per il record iniziale di due vinte e due perse ma per lincrescioso incidente di cui si è reso protagonista il nuovo coach, [b]Eric Musselman[/b], in estate. Il coach è stato fermato dalla polizia stradale locale,mentre guidava in stato di ebbrezza. Ciò potrebbe spiegare la pacata reazione e la compostezza che ha mantenuto dopo aver appreso la notizia dalla staff medico di dover far a meno per almeno un mese di Brad Miller, lunico vero centro della squadra, sia per stazza che per fondamentali.
Nonostante ciò il nostro non si è perso danimo e nella partita contro i Timberwolves ha schierato una squadra inedita, fuori dagli standard NBA, e talmente undersize da non reggere il confronto nemmeno contro una formazione europea, il cui quintetto era formato da: Bibby, Martin, Salmons, Taylor e Thomas.
Cè un giocatore che ha ritrovato il sorriso con il nuovo coach, lex Atlanta [b]Shareef Abdur Rahim[/b], e oltre al sorriso ha ritrovato anche un posto in rotazione nello spot di 5. [i]E una situazione nuova per me e mi ci vorrà del tempo per abituarmi e rendere al meglio per essere utile alla squadra[/i] ha commentato il giocatore.
Con la penuria di lunghi Musselman si è rimboccato le maniche e ha pensato di ricalcare la filosofia di gioco dei Phoenix Suns cercando di alzare il ritmo e spingere il contropiede; per vincere bisogna tirare con buone percentuali e le percentuali si alzano con il contropiede. A tal proposito ha tenuto colloquio mirato con Artest chiedendogli di prestare attenzione alla cattura dei rimbalzi, vera chiave per innescare il gioco sui 28 metri. Si è rivolto proprio all’ex Pacer perchè si aspetta di più che i 4,8 di media in carriera, visto lo chassis fisico di cui dispone.
Ma nel cielo scuro di Sacramento cè una stella che sta risplendendo, [b]Kevin Martin[/b], guardia di 201 cm per 84 chilogrammi, che sta producendo la miglior stagione da quando ha messo piede nella lega. 21.6 punti, il 50.7 % dal campo e un immaginifico 43.6 % dallarco dei tre punti, con un highlight di 35 punti con 12 su 19 dal campo nella partita contro Seattle del 26 novembre. Laconico il commento di Musselman sulla stagione di Martin: [i]Nessuno si stupisce di quello che sta facendo Kevin, abbiamo sempre creduto in lui. In più è bravissimo nel bruciare lavversario e nel crearsi dal nulla spazio per un tiro. Nonostante questa abilità,però, si notano degli importanti progressi nella selezione dei tiri, che spiegano il 50.7 % dal campo.[/i]
Ma a far da contro altare a queste note liete ve né una dolente che ha il nome di [b]Ron Artest[/b]. Dopo la sconfitta contro Dallas per 109 a 90 Artest ha dichiarato: [i]Credo che in questa squadra ci siano tanti giocatori in grado di segnare ma se la dirigenza ha unidea chiara di dove si vuole arrivare credo di dover ricevere più palloni. Proprio come succede a Los Angeles e a Cleveland con i loro uomini franchigia.[/i] Un paio di giorni dopo il caro Ron ha aggiustato il tiro dichiarando di aver parlato sullonda emotiva di una sconfitta. A mettere la parola fine a questa assurda discussione ci ha pensato lo sceriffo dalla squadra: [i]A Dallas non abbiamo perso perché qualcuno ha tirato meno di qualcun altro, siamo una squadra e non un one man show.[/i]
A fine novembre è rientrato [b]Brad Miller[/b] ma nonostante ciò la squadra stenta a ritrovare la forma e la fluidità di gioco prodotta dalla Princeton offense, soprattutto perché nella squadra sono presenti tipologie di giocatori in contrasto tra di loro e tra la filosofia di gioco; ci sono Bibby e Martin che si esaltano sugli scarichi dai post di Miller, mentre Artest preferisce avere la palla mano per giocare in isolamento uno contro uno riducendo così la pericolosità della squadra.
Musselman quindi si trova a dover gestire ogni singolo possesso della sua squadra in modo da non scontentare le bizze dei suoi giocatori, per vedere poi la squadra disgregarsi da lotte intestine per chi vuole più palloni, come successe due anni or sono con Peja e C-Webb.
Ad oggi i Kings sono quartultimi nella Western Conference davanti solo a Memphis (privi di Gasol), Portland (in fase di rebuilding dalle macerie nonostante un Randolph monumentale) e Saettle con un record di [b]9 W e 11 L[/b] ,e uno sconfortante 1 W e 5 L nel mese di dicembre, che rapportate sullarco delle ottantadue partite darebbe la miseria di sole 37 vittorie e neanche laccesso ai playoff, roba che non succede da ben otto anni e che i tifosi californiani non si augurano.