Sin dallassegnazione alla città di Atene delle Final Four 2007 di Eurolega, sono state Panathinaikos e Olympiacos le favorite dobbligo per la vittoria finale. Certo, Cska, Tau e Barcellona non vanno assolutamente sottovalutate, ma sono sempre state le due formazioni elleniche ad avere i pronostici a proprio vantaggio.
Ora, dopo poco più di metà del primo girone, si può fare qualche considerazione su questi pronostici, alle volte dettati più da fattori ambientali che prettamente tecnici, soprattutto nel caso in cui si debba organizzare una Final Four: così fu ai tempi della Virtus Bologna, del Barcellona, del Cska, e ora è la volta delle due squadre greche, distanziate tra laltro da non più di 3 chilometri di tangenziale.
Già in estate, le ambizioni delle due squadre greche erano parse subito chiarissime, a livello di sponsorizzazioni, prima ancora di parlare di basketmercato, con il Pana che ha confermato il contratto con la Nokia e lOlympiacos che ha firmato un accordo pluriennale con la Vodafone.
Sul mercato poi, il Panathinaikos ha firmato subito due lituani, Siskauskas e il centrone Robertas Javtokas, coronando poi la campagna acquisti con il colpaccio Tony Delk, reduce da 12 anni di NBA a livelli decisamente alti.
I Reds non sono però stati a guardare, con il presidente Kokkalis che ha aperto i cordoni della borsa, pur di portare al Pireo giocatori in grado di portare la sua squadra fino in fondo: dopo aver firmato il coach ex Maccabi Pini Gershon, sono arrivati due lunghi da rotazione, Ioannis Bourousis e Ryan Stack, seguiti da 3 colpi uno più importante dellaltro.
Come playmaker è stato scelto Scoonie Penn, reduce da una grande Top16 con il Cibona, come ala piccola è arrivato Henry Domercant, dallEfes Pilsen, e come guardia, è stato firmato il lituano Arvydas Macijauskas: di ritorno dalla NBA, il tiratore soprannominato Kalashnikov ha firmato un quadriennale da oltre un milione di euro a stagione, ma un infortunio al tendine dAchille, rimediato in unamichevole estiva con Scafati, ha messo in serio pericolo la sua stagione: per il rientro, bisognerà infatti attendere almeno altri 2 mesi.
Quasi sotto silenzio, è arrivato poi lacquisto forse più determinante, ad oggi, dei Reds: Alex Acker, direttamente dai Detroit Pistons, seguito anche dallex Syracuse Gerry McNamara. Lex campione Ncaa era stato firmato per essere lo straniero per lEurolega, ma complici alcuni problemi di ambientamento, ha giocato solamente una partita, prima di tornare, ai primi di novembre, in NBDL, ai Bakersfield Jam.
Dopo 9 partite dei primi gironi, il Panathinaikos è lunica squadra ancora imbattuta, pur dovendo ancora affrontare le due trasferte a Tel Aviv, con il Maccabi, e a Malaga, con un Unicaja stranamente molto in crisi, ma sempre decisamente pericoloso.
Qualificazione già ottenuta, ma nervi ben saldi, perché il primo posto del girone non è ancora matematicamente conquistato.
LOlympiacos ha invece subito due stop, prima in casa dellEfes Pilsen, poi a Vitoria, in casa del Tau.
I rossi del Pireo sono secondi nel girone A, a una vittoria dal Tau, sconfitto solamente a Pireo, e sono, come i baschi, a un passo dalla matematica certezza delle Top16.
Oltre a queste due formazioni, anche il Cska e proprio il Tau hanno mostrato di poter dire la loro in ottica Final Four, mentre il Maccabi, alle prese con una profonda rifondazione della squadra, una volta partiti Parker, Baston e Will Solomon, e il Barcellona, non hanno ancora dato limpressione di poter dire la loro nel momento in cui sale il livello della competizione.
Lobbiettivo delle due greche deve obbligatoriamente essere a questo punto quello di fare meglio dellanno scorso, quando entrambe le formazioni furono eliminate nei quarti di finale: il Pana uscì sconfitto per 0-2, nonostante il fattore campo favorevole, dal Tau Vitoria, mentre lOlympiacos arrivò a gara3 contro il Maccabi, prima di lasciare via libera agli israeliani.
Ritmo da schiacciasassi per il Panathinaikos, che è riuscito a chiudere quasi tutte le partite alla distanza, nei secondi tempi, quando le rotazioni estremamente ampie di Obradovic sono riuscite a fare la differenza: il quintetto è infatti sempre di altissimo livello, e nessuno, a parte Diamantidis, va mai sopra i 30 minuti di impiego a partita.
Il Panathinaikos versione 2006 gioca un basket decisamente controllato, concedendo agli avversari solamente 73 punti a partita: il picco negativo è stato registrato con il Maccabi, in una partita vinta allOAKA per 90-88, in una partita nella quale gli israeliani hanno perso di un paio di decimi di secondo la possibilità di pareggiare sulla sirena.
Stella della squadra è Mike Batiste, terzo assoluto in valutazione media in Eurolega, dietro a Vujcic del Maccabi e Acker dellOlympiacos: autore di 16.7 punti e 7.1 rimbalzi a partita, con un notevole 70.2% nel tiro dal campo, lex Los Angeles Clippers non manca mai di deliziare il pubblico amico con un paio di schiacciatone a partita.
Il secondo marcatore è Tony Delk che, nonostante percentuali decisamente inferiori al 45% dal campo, riesce comunque a segnare 11.3 punti di media, con un season high di 17 punti, in 21 minuti, ottenuti proprio nella gara contro il Maccabi.
Il vero uomo in più del Pana è però Dimitrios Diamantidis: la guardia numero 13 è il miglior difensore è il collante della squadra: per lui ci sono 15.8 punti di valutazione media, con 8.8 punti a partita, oltre a 4.6 rimbalzi e 2.8 recuperi in poco più di 30 minuti di partita, oltre a una leadership e a un cuore che fanno provincia.
In mezzo a tante stelle, ce nè una che sta brillando meno delle altre: Ramunas Siskauskas è stato decisivo solamente contro la Lottomatica Roma, con 14 punti e 20 di valutazione, arrivando a mettere ben 2 zeri nel proprio tabellino, con Badalona e con il Cibona.
Incredibilmente, cè anche spazio per le favole in questo Panathinaikos: stiamo parlando di Milos Vujanic, playmaker ex Fortitudo e Barcellona, firmato questestate dopo 2 anni di inattività a causa di due tremendi infortuni alle ginocchia. Il play serbo ha perso la reattività dei tempi migliori, e firmato come scommessa più che come certezza, si sta rendendo utile: con Badalona: 11 punti per lui nella ottava giornata.
In previsione delle Final Four, il Panathinaikos al momento pare essere lunica candidata pressoché sicura del posto, spinta anche da una delle prime 5 tifoserie più calde dEuropa, sia in casa che in trasferta, per colore, qualità e soprattutto quantità.
LOlympiacos, complice un girone un po più complicato, e notevoli difficoltà a livello di organico, ha vinto 7 delle 9 partite fin qui disputate, nel girone A della prima fase di Eurolega, lasciando per strada 4 punti che potrebbero tornare utili ai fini dellassegnazione delle teste di serie per le Top16.
I greci sono usciti sconfitti, sempre con margini attorno ai 15 punti, a Istanbul, con lEfes, e in Spagna, contro il Tau: se in Turchia i Reds hanno pagato più un quarto periodo incredibile, specialmente dallarco dei 3 punti, dei birrai, autori di ben 39 punti, in Spagna hanno pagato dazio senza scusanti: sempre sotto, hanno subito la forza dellavversario in maniera quasi preoccupante.
La squadra di Gershon, a differenza dei rivali del Pana, ha un gioco decisamente più offensivo e libero: grande forza nelle guardie, e reparto lunghi che, Zizic e Schortsanitis a parte, vede giocatori solidi e poco appariscenti, in grado di catturare rimbalzi e difendere duro.
Il miglior giocatore, senza ombra di dubbio, è Alex Acker, guardia di 1.95, classe 1983, arrivato in Europa dopo un anno da panchinaro ai Pistons. Con 16.7 punti e 7.2 rimbalzi di media a partita, è il primo realizzatore di squadra, oltre ad essere il secondo assoluto di Eurolega per valutazione, con 20.3 punti a uscita.
Accanto a lui, cè il solito Scoonie Penn, che con 13 punti abbondanti e quasi 4 punti a partita ha saldamente in mano la squadra biancorossa, ma la sorpresa, quasi più di Acker, si chiama Andrija Zizic: il lungo croato (2.06, classe 1980) si è infatti imposto come ala forte titolare, con 15.6 punti di media in 26 minuti di gioco, diventando una delle chiavi offensive del gioco di Gershon: sono già 3 le prestazioni oltre quota 20 punti per lala croata, che era stato anche nel mirino della Virtus Bologna nel giugno scorso.
Interessante anche lapporto di Papamakarios, play di 1.90, che si sta dimostrando tiratore sempre più chirurgico partita dopo partita: partito dietro Penn e Mulaomerovic, ma ha scavalcato quasi subito il bosniaco e si è affermato come cambio delle guardie, in grado di tirare benissimo sia in uscita dai blocchi che piedi per terra.
Parlando di delusioni, saltano fuori subito i nomi di Schortsanitis e Domercant: se per il primo il problema è più di gestione dei falli, a fronte di un impatto sulla partita spesso e volentieri devastante, per Domercant il discorso è più complicato.
Il nazionale bosniaco infatti, sta segnando 12 punti di media, con il 45% al tiro, per una valutazione media inferiore ai 9 punti: decisamente poco rispetto a quanto ha fatto vedere negli ultimi 2 o 3 anni a livello europeo. Le partite di Bologna, con la Climamio, chiusa a 29 punti, e quella casalinga con la Dynamo Mosca, in cui il tabellino a fine partita diceva 23 punti e 20 di valutazione, non sono sufficienti, specialmente considerando linvestimento sostenuto dal club ellenico.
La sua rinascita, insieme al rientro di Macijauskas, diventano a questo punto fondamentali per poter vedere lOlympiacos alle Final Four casalinghe, considerando anche il fatto che, a meno di passi falsi del Tau, il discorso relativo al primo posto nel girone A si può quasi dire chiuso.
Considerando i problemi di infortuni, si può azzardare che lOlympiacos sia destinato a migliorare esponenzialmente da qui alla fine della stagione, e possa dunque far dormire sonni tranquilli ai suoi supporters, desiderosissimi di andare a vincere la Final Four sul campo degli arcirivali del Pana.
Foto: Supporters del Panathinaikos in trasferta a Patrasso.