Sapete cosa NON accomuna i Golden State Warriors e i Phoenix Suns? La scelta numero 9 ai draft. Per quale motivo? Semplice e curioso nello stesso tempo. Analizzando le scelte dei draft di questi ultimi due anni è facile notare come i Warriors abbiano pescato le loro prime chiamate alla numero nove: Patrick O’Bryant nel 2006, Ike Diogu nel 2005. I Suns, tornando un po indietro negli anni, alla stessa posizione hanno scovato un certo Amare Stoudemire nel 2002 e tre anni prima Shawn Marion. Vista a posteriori come negare che chi ben comincia è a metà dellopera?
Lo stesso proverbio lha sicuramente meditato anche Keith Smart, ex giocatore dei Warriors e oggi assistente allenatore di coach Nelson, che nel 1988 venne tagliato dal roster dopo il training camp proprio dal suo attuale capo allenatore. Proprio in questi giorni Nelson ha proposto Smart come suo successore sulla panchina dei guerrieri della California. Vista a posteriori, chi ben comincia è davvero a metà dellopera?
Per i Warriors non è facile dare una risposta. Hanno vissuto un momento di adrenalina quando, a fine agosto 2006, Chris Mullin e la franchigia hanno richiamato alla base Don Nelson. Lultimo allenatore che ha portato Golden State ai playoffs, una figura che non ha fatto bene, ma benissimo allambiente della baia. Tutti i numeri dalla sua parte: più di 1200 vittorie in carriera, 28 anni spesi sulle panchine NBA, compreso essere lultimo allenatore ad aver condotto i Warriors sopra il 50 per cento di vittorie in regular season.
Larrivo di Nelson ha certamente smosso un ambiente che, da semplice osservatore, pareva in mano ai giocatori con la società e allenatore spesso sovrastati nelle decisioni, sia tecniche che di tipo dirigenziale. Daltronde è lo stesso ambiente dove Latreel Sprewell alzò le mani contro il suo allenatore PJ Carlesimo, no? Il carisma e lesperienza di Nelson si sono fatti subito sentire ad inizio stagione quando lo stesso coach definì a disaster la prestazione di Dunleavy contro i Lakers e che qualche sera fa non si nascose a parlare male di Troy Murphy.
Proprio Murphy e Dunleavy sono stati oggetto della trade tra i Warriors e i Pacers avvenuta nella serata di mercoledì. Mike Dunleavy, Troy Murphy, Ike Diogu e la guardia Keith McLeod agli Indiana Pacers in cambio di Al Harrington, Stephen Jackson, Sarunas Jasikevicius e Josh Powell.
Una trade che, disamine tecniche a parte, boccia loperato della dirigenza dei Warriors fino ad oggi. Dalle scelte ai draft non proprio azzeccate, agli esagerati contratti con i quali la dirigenza ha piazzato i Warriors, prima della trade, al decimo posto dei monte stipendi nella intera lega. Due numeri che rendevano, ma rendono tuttora lidea: nel 2007 sommando i salari di Davis, Dunleavy, Foyle, Murphy e Richardson si sfiorano i 60 milioni di dollari. Non è un caso trovare Foyle nella classifica dei 10 giocatori overpaid dellintera lega, dieci stagioni nei Warriors ma senza luci né ombre. E su internet gira un video con Chris Mullin, vice presidente esecutivo della franchigia, in pantaloncini al Chris Mullin Showtifosi dei Warriors, calma!
Calma e sangue freddo recita una canzone. Allora la musica con Nelson è davvero cambiata? Sembra di sì. Primo obiettivo confermare la buona continuità di vittorie tra le mura amiche della Oakland Arena. Fare meglio delle 4 vittorie in trasferta è il secondo obiettivo, non impossibile, ma necessario come spiega Nelson per raggiungere i playoffs. Terzo traguardo, per coach Nelson, è di riuscire a trarre i maggiori risultati da quello che la franchigia gli ha messo in mano. E dalla trade di questi giorni.
Tecnicamente non si può dire che questi scambi aiutino la fase difensiva dei Warriors ( già al primo posto in classifica per punti concessi), ma la mentalità offensiva di coach Nelson si è fatta decisamente sentire. Harrington, giocatore più fisico di Dunleavy, già inseguito durante la scorsa offseason, è capace di segnare e di essere utilizzato in posizioni diverse sul campo. Sembra proprio essere la pedina migliore di quelle acquisite. Larrivo di Jasikevicius sarà un altro tassello importante per la fase offensiva dei Warriors e chissà se un consiglio del figlio di Nelson, Donnie, attualmente allenatore in Lituania, sia stato davvero influente
A proposito di consigli, per Stephen Jackson me ne viene subito uno. Dati i suoi ormai risaputi problemi legaliattento Stephen, in California governa un certo Arnold