With the first pick in the 2007 NBA Draft, the Memphis Grizzlies select beh non ci sarebbe nulla di cui stupirsi se David Stern pronunciasse veramente questa frase ai prossimi draft. Non ci vuole la bacchetta magica a pronosticarla, non ci vuole la sfera di cristallo per prevedere chi sarà chiamato ai primi posti. Veggenze a parte, a meno di grandissime sorprese e ribaltoni degli ultimi mesi di regular season, i Memphis Grizzlies dovrebbero essere protagonisti della lotteria delle prime chiamate. Lo dicono i numeri e le situazioni venutesi a creare in questi primi mesi della stagione. Lesonero di Mike Fratello, primo sintomo che ha rivelato la patologia di cui soffrono e soffrivano anche i Grizzlies di Hubie Brown, dopo una prima grande stagione. Larrivo di Tony Barone è stato il sedativo per curare una crisi di risultati che andava sempre peggiorando. Cura azzeccata per l’inevitabile scossa emotiva che ha comportato ma l’effetto sta già svanendo con le prime e ripetute sconfitte che arrivano inesorabili.
No, non siamo su Italia 1 e non ci aspettano equipe di medici del venerdì sera in prima serata.
La direzione o la cura che sia, a dispetto del peggior record dellintera lega, sembra essere stata quella di ripartire dal basso. Dare freschezza ad un roster giovane ma con qualche elemento di troppo. Eddie Jones e le sue primavere (e il suo contratto) erano ormai fuori luogo nellambiente che si era venuto a creare a Memphis. Ecco il primo sacrificio, la scelta di rinunciare ad un pupillo qualera Jones per Jerry West, General Manager dei Grizzlies. Proprio colui che lo aveva scovato al college, a Temple, e lo aveva portato a Los Angeles, sponda Lakers, prima dellarrivo di Kobe Bryant. E che, nella sua nuova missione a Memphis, lo aveva richiamato per dare esperienza ad un ambiente molto giovane.
Una rotta molto chiara quella di costruire una base attorno ai giovani (aperte le scommesse sul prossimo veterano scaricato) e di sfruttare il draft come binario preferenziale per raggiungere lobiettivo. Ultima in senso temporale è stata la rinuncia a Eddie Jones ma preceduta lanno passato dalla rinuncia di un purista del gioco come Shane Battier, adorato da tecnici e pubblico ma sacrificato per un numero 8 ai draft come Rudy Gay.
Vista la stagione inevitabilmente compromessa dove trovare freschezza per raggiungere la rifondazione? Michael Heisley, proprietario della franchigia (per ora) e Jerry West sono intenzionati a ricercarla nei draft mantenendo una base discretamente collaudata. E non potrebbe essere altrimenti. Che la ricerca inizi da Greg Oden allora…sembrano pensare i tifosi dei Grizzlies. Non sono gli accostamenti a grandi del passato come David Robinson ad esaltare le qualità di questo ragazzo. La sua stazza fisica e il suo carisma potrebbero raggiungere, nel suo anno da rookie, quello di LeBron James. La difesa in post e i rimbalzi sarebbero le prime attese per una squadra che nel reparto difensivo pare veramente lottare contro i fantasmi. Fase difensiva che sarebbe sostenuta dalle qualità offensive di Mike Miller, grandissimo esecutore e realizzatore e da un atletismo da invidiare quello dei Suns. Perché Pau Gasol, Mike Miller, Andy Warrick, Rudy Gay e Alexander Johnson non avrebbero che da mostrare una pallacanestro agile, senza schemi in alcune circostanze, ma concreta. Giovane in altre parole. E promettente per il futuro della franchigia.
E concreto anche il problema Pau Gasol, certo. Cedere alle tentazioni del giocatore vorrebbe dire partire dal punto più basso ma se rifondazione deve essere che rifondazione sia, no? Si parla dei Bulls come prossima destinazione dello spagnolo e proprio dai Bulls, anelli e storia a parte, i Grizzlies dovrebbero mirare come esempio se volessero veramente ripartire da zero. Le possibilità sarebbero due per i Grizzlies, o trattare un pari valore come Deng o Gordon oppure liberare spazio salariale acquisendo i contratti in scadenza come quelli di P.J Brown o Michael Swettney. O cercare altrove.
Parlare della prossima stagione con metà febbraio alle porte sembra ridicolo. Ma sicuramente i Grizzlies stanno pensando al proprio futuro. Futuro prossimo quando saranno protagonisti, oltre che ai draft, anche del mercato dei free agent e quello degli allenatori. Barone difficilmente rimarrà alla guida dei Grizzlies ma mai dire mai. La rifondazione è iniziata, non ci vogliono bacchette magiche, sfere di cristallo o il Dottor House della situazione per confermarlo.