La stagione è da buttare, ormai. I [b]playoff[/b] sono un lontano [b]miraggio[/b], col record di 19 vinte e 34 perse, e la stella della squadra [b]Michael Redd[/b] non sarà in campo prima del 20 febbraio, ad essere ottimisti. Il suo ginocchio deve ancora guarire (egli ha usato lespressione it sucks fa schifo – per definirne lo stato).
Tanti altri infortuni hanno colpito il resto dei giocatori (Williams, Villanueva su tutti) e il record, nelle 20 partite nelle quali Redd è mancato, dice 3 17.
Larrivo di [b]Earl Boykins[/b] e Julius Hodge da Denver in cambio di [b]Steve Blake[/b] si sperava portasse in dote punti, così da tappare il buco dei quasi 28 a partita che mancano senza il numero 22. Ma così non è stato, o meglio, il piccolo Boykins il suo contributo lo da, ma le sconfitte fioccano in ogni modo.
Ma come mai una squadra – da molti considerata di buon livello – si è rivelata così bisognosa della sua stella, tanto da non poter quasi più vincere senza di lui?
I problemi sono diversi, e non solo attribuibili allassenza di Redd.
Innanzitutto, la squadra a un certo punto si è trovate anche senza Mo Williams e Charlie Villanueva, cioè senza i migliori giocatori offensivi. Ma anche dopo il loro ritorno, la situazione non è cambiata.
È ovvio che una franchigia progettata per vincere (anche se nel medio/lungo periodo) perde completamente la sua pericolosità alla mancanza di un solo giocatore, qualcosa non va.
Potrebbe essere lallenatore [b]Stotts[/b], a dover esser sostituito.
Le voci che circolano non sono delle più rosee sul suo conto: voluto dal proprietario della squadra Kohl, non rientra nei progetti del GM Harris. Di conseguenza le divergenze sui giocatori a disposizione sono allordine del giorno.
Inoltre, una vera e propria [b]filosofia[/b] di squadra stenta a venire fuori: a molti è sorto il sospetto che lex Atlanta non sia allaltezza di gestire la squadra, e lo vedrebbero bene come vice-allenatore, ruolo ricoperto in maniera eccellente in città già ai tempi della gestione Karl.
Il [b]gioco[/b] latita, e viene poco sfruttato il centro della squadra, la prima scelta del draft 2005 [b]Andrew Bogut[/b]. Anche ultimamente il giocatore si è fatto sentire, continuando a lamentarsi del suo ruolo nellattacco di Stotts, che predilige il gioco esterno e quindi lo vede ai margini della produzione offensiva. È da intuire quindi che i rapporti tra il giocatore e il coach sono tesi, a discapito della squadra.
Non del tutto sbagliata la visione di Bogut, le sue doti di passatore e pregevoli movimenti spalle a canestro sarebbero da valorizzare, anche se cè da dire che la sua aggressività offensiva non è sempre di primo livello, e a causa di ciò le possibilità di ricezione della palla si limitano.
Finora si è parlato di problemi offensivi. Bene, con una buona difesa nellNBA di oggi, si riuscirebbe ad ovviare anche a questi, ottenendo risultati discreti, sul 50% di vittorie o quasi.
Peccato che la [b]difesa[/b] sia un problema ancor più grosso.
Non esiste mentalità difensiva al momento, nonostante il tentativo di inizio stagione di instillarla. A partire da Bogut, tutti i giocatori sono assenti nella propria metà campo. Gli avversari sono così avvantaggiati nel portare a casa le W dagli incontri con i Bucks, che sono assolutamente privi di una difesa decente.
Se proprio vogliamo trovare qualcosa di positivo, si può pensare al rendimento di Ruben [b]Patterson[/b], che sta avendo una stagione ben al di sopra delle attese: la produzione offensiva è buona, la sua capacità a giocare entrambi i ruoli di ala preziosissima, e sta dimostrando inaspettate doti di [b]leader[/b] della squadra in assenza di Redd. Ad ogni canestro un incitamento per i compagni, le sue parole vengono sempre riportate negli articoli dei giornalisti, segnale di una presenza importante allinterno dello spogliatoio. Peccato per i 31 anni
Gli [b]obiettivi[/b] stagionali devono ormai essere riponderati: cercare i [b]Playoff[/b], tentare col rientro di Redd una disperata e quasi impossibile rincorsa alla post-season? Oppure prendersela con calma, abbandonare idee di una stagione vincente e sperare in qualcosa di buono in questo ricchissimo [b]draft[/b], sviluppando intanto i giovani della squadra?
Solo una cosa è certa: qualcosa va aggiustato, le sconfitte lo hanno indicato. Le restanti 29 partite serviranno per comprendere bene cosa, e riprendere il progetto il prossimo anno.