Lobbiettivo stagionale di Toronto, quando Colangelo nella tarda primavera scorsa divenne esecutivo era provare a fare i playoff, fare esperienza in regular season e provare a far diventare competitivo il roster attraverso la crescita dei suoi giocatori chiave.
Ma nemmeno il più ottimista da i tifosi avrebbe immaginato Toronto come 4° forza ad est, davanti a franchigie come Miami, Chicago, Indiana, New Jersey e New York, scombussolando ogni sorta di pronostico.
E per la prima volta dallera Carter, conclusasi 2 anni fa, ma che non portava risultati dallepico epilogo di stagione 2001, un record sopra il 50%, attualmente 31-25, che ha sta catapultando Toronto alle vette della Atlantic Division con il fattore campo a favore, almeno al primo turno dei play off.
Ok, siamo daccordo che la conference che raggruppa New York, New Jersey, Boston e Philadelphia è la più debole nella NBA, ma passare in meno di 9 mesi da squadra da lotteria a squadra rivelazione in coabitazione con i Jazz (che però sono abituati a exploit elevati ) non è roba da poco.
Al contrario di unaltra squadra che ha stupito ad inzio anno salvo poi arenarsi come i Magic, sembra proprio che la squadra di coach Michtell non voglia interrompere ancora il proprio sogno ed ad oggi è una delle squadre più calde nel panorama NBA in particolare ad est.
Vittorie convincenti contro le dirette avversarie (recentemente Chicago, ma anche Nets), vittorie schiaccianti per non perdere campo (vedi Charlotte) e sconfitte a testa alta contro le prime della classe (vedi Detroit), per un connubio che fa pensare ad un fantomatico allineamento dei pianeti, ma in realtà è frutto dellottimo lavorio in sinergia tra giocatori, staff tecnico e staff dirigenziale.
Andando nello specifico, è lecito partire dalla straordinaria stagione di Chris Bosh, la stella conclamata della squadra, che nonostante qualche critica raccolta per il suo approccio un po egoista ed egocentrico, sta disputando la miglior stagione della sua pur breve carriera con numeri fantascientifici che parlano di 23 punti e quasi 11 carambole a sera.
Non è una bestemmia dire che già adesso è una delle prime 5 power forward della NBA, ad un livello leggermente più basso dei mostri sacri Garnett, Duncan e Nowiztki e Sheed Wallace (in ordine casuale) ed affine al altri talenti come Jermaine ONeal, Howard, Stoudamire, Randolph ecc
Un suo filetto di grandi prove verso la metà di gennaio ha coinciso con il momento migliore della storia della franchigia che gli è valso anche lonore del titolo di MVP mensile e la sua candidatura (un po forzata) al premio di MVP stagionale.
Un premio, quello di MVP del mese di gennaio, che ha potuto festeggiare con il proprio coach, eletto allenatore del mese di gennaio a fronte di un cambio di marcia notevole dei Dynos che ha portato 5 vittorie consecutive a metà mese e tanti attestati di stima per il gioco espresso in campo dai suoi ragazzi.
Michtell, il cui grande pregio è quello di saper ascoltare/parlare/ comunicare con i propri giocatori, da buon player coach ha affidato la sua squadra nelle mani dellairone da Georgia Tech, venendone ricompensato dai risultati di squadra operando anche una notevole gestione delle risorse come si evince dal sostenuto minutaggio di un sempre più convincente, produttivo e decisivo Bargnani, di cui a , [url=https://all-around.net/all_comments.php?id=3357_0_3_0_C]questo link[/url], potete vedere il report del nostro direttore, e dalla gestione dei due play Calderon e Ford.
Un altro segreto del successo dei Raptors è proprio la simbiosi tra i due motorini canadesi, complementari nel gioco e efficaci alternativamente in campo.
Se presi singolarmente e sbattuti in quintetto, con il passare dei minuti si possono notare i loro limiti tattici (Ford) o atletici (Calderon), in coppia, ben giostrati dal coach, formano il duo di playmaker più forte della lega, integrati alla perfezione ed utili in modo diametralmente opposto alla causa senza dover dipendere ossessivamente dalluno o dallaltro.
Pensando poi alla giovane età dei soggetti sopraelencati, che formano il nucleo base su cui puntare nel presente, ma soprattutto su cui costruire il futuro (il più vecchio è Calderon, 25 anni), allapporto dei veterani Parker, Nesterovic, Garbajosa (rookie mah), il nuovo acquisto Dixon e Peterson e al potenziale della squadra in prospettiva con un paio di innesti mirati nella prossima estate la strada del successo è bella spianata davanti alla nuova era dei dinosauri.
Altro che allineamento dei pianeti…