Come già saprete, la Procura Federale in merito al caso tesseramenti ha chiesto 5 anni di inibizione per lex team manager della Benetton, Andrea Cirelli, e 18 punti di penalizzazione e revoca della Coppa Italia per la società.
Cirelli è accusato di frode sportiva. Sembra che, accortosi che il limite di giocatori tesserabili era stato superato, abbia portato in Lega un documento retrodatato di rescissione del contratto di Cuccarolo e abbia chiesto allamico Zanetti, il segretario (ex) della Lega, di custodirlo e di esibirlo nel caso qualcuno (e mi chiedo come sarebbe potuto non accadere…) avesse fatto due conti.
Essendosi Cirelli assunto lesclusiva responsabilità del fatto, la Benetton dovrà rispondere per responsabilità oggettiva, che posso sintetizzare così: il fatto che la società fosse alloscuro dellazione di un suo dipendente non costituisce una scusante, stante lobblico di controllarne loperato. Il codice civile parla di responsabilità oggettiva, ad esempio, nel caso di danni provocati da animali, ai quali deve rispondere il padrone, in quanto tale. Non mi dilungo. Vi annoierò con riflessioni da leguleio più avanti…
Sullo scetticismo (non solo mio) del fatto che Fadini non sapesse quel che Cirelli andava combinando ho già detto.
Parliamo di che aria tira alla Ghirada. A tutti la richiesta della procura sembra eccessiva. Come detto, la maggior parte dei tifosi (tutti inviperiti con Fadini) tiene molto a recuperare credibilità a livello di immagine e perciò è tendenzialmente preparata ad una punizione espiatoria; meno, però, ad unesecuzione. Sulla stessa posizione è anche la società. Ho parlato con un dipendente, appena saputo della richiesta della procura, e mi ha confessato di essere perplesso dellatteggiamento della Benetton, che avrebbe di fatto chinato la testa in attesa della decapitazione. Atteggiamento per altro assolutamente onesto, da parte di chi onesto non è stato e ha il desiderio di redimersi. Onesto, ma forse inopportuno, perchè potrebbe aver fatto lievitare, anzichè contrastarle, istanze giustizialiste (cavalcate dalle altre società che, al di là di dichiarazioni bonarie, sbavano allidea che la Benetton sia pesantamente colpita), che porteranno invitabilmente a una pena esemplare e perciò iniqua. Lidea è che, insomma, gonfiare il petto sia talvolta necesario non per farla franca (cosa che nessuno vuole), ma per ricevere un giusto trattamento.
Sinceramente, non so dire se la pena richiesta sia esagerata. Mi è spiaciuto vedere una società che era un modello commettere errori da dilettanti. Ancora di più mi è spiaciuto venire a sapere che si è cercato di porvi rimedio illecitamente. E se penso che, proprio per responsabilità oggettiva, il Milan (avverto prima che Dany dia in escandescenze- che sono tifoso dellaltra milanese) ha avuto 8 punti di penalizzazione per la ridicola telefonata tra Galliani e un soggetto che tra laltro non era nemmmeno uno della società, mi dico che forse i 18 punti non sarebbero scandalosi.
Ma non sono io a dover giudicare. Il 21 marzo ci sarà la prossima riunione della commissione giudicante e sarà emessa la prima sentenza; ovvio che non si deciderà tutto in un grado di giudizio come è ovvio che i tempi per porre la parola fine alla vicenda sono ristrettissimi: tutto deve concludersi prima dellinizio dei play off; altrimenti non so immaginare che potrebbe accadere.
Ora illustrerò alcuni aspetti su cui punta la difesa della Benetton per sperare in una condanna più mite.
Anzitutto la posizione della Fip. Il caso è nato anche a causa di inadempienze di Lega e Fip (la quale, paradossalmente, deve giudicare la Benetton per una responsabilità oggettiva che sarebbe a lei stessa ascrivibile): avessero ottemperato ai controlli cui erano preposte, tutto avrebbe potuto risolversi con una telfonata a Fadini (faccio ancora finta che fosse alloscuro di tutto), che avrebbe provveduto a non schierare in campo Lorbek.
La Fip si trova in una situazione di imbarazzo anche per unaltra ragione. La Benetton, più di ogni altra società, si era impegnata ad accogliere le esortazioni di Federazione e Coni ad investire sui vivai, sborsando la scorsa estate circa 200 mila euro per assicurarsi i tre giovani talenti italiani Rullo, Renzi e Martinoni. Per non perderli a fine stagione, è stata poi obbligata a tesserarli con un contratto professionistico, non immaginando però che sarebbero rientrati nel computo dei 18 secondo uninterpretazione illogica (che il Consiglio Federale muterà al più presto per evitare un ovvio disincentivo futuro): si tratta infatti di ragazzini che l’A1 la vedono più dalla tribuna che dalla panchina, figurarsi sul campo…. Chiaro, il comportamento illecito va punito, ma sarebbe deplorevole il fatto che la Fip si ergesse a sommo giustiziere, colpendo pesantamente chi ha assecondato i suoi desideri, venendo poi penalizzato dallassurdità di un suo regolamento.
Va infine considerato un cavilloso aspetto giuridico. Magari centra poco con un puro ideale di giustizia, tuttavia , ovvio, i processi si decidono sulla base delle leggi. Cirelli è accusato di frode sportiva. La legge richiede, perchè questo tipo di illecito sia punibile, l’oggettiva idoneità della condotta concretamente attuata per arrivare ad un risultato di vantaggio per il club. Cirelli avrebbe prodotto un documento di rescissione retrodatato per far sì che si liberasse un posto nella lista dei 18 tesserati. Bene, non è prevista (cioè, sul punto cè una lacuna normativa) la possibilità di recuperare un posto attraverso la rescissione di un contratto. Ciò significa che il comportamento dellex team manager potrebbe essere valutato come un illecito sportivo impossibile, perchè appunto non idoneo ad avvantaggiare la Benetton. Se così fosse, laccusa a Cirelli non sarebbe più quella di frode, ma di semplice condotta sleale. E la Benetton ne uscirebbe alla grande (troppo alla grande…): potrebbe non essere punita, in quanto, al contrario dellipotesi di frode, non è prevista la responsabilità oggettiva nel caso di tentata slealtà di un collaboratore.
Il 21 ci sarà il responso. Solo il primo set di una complessa partita….