Coach: Allora Kevin, cosa ti ho detto? Metti il gomito a 90 gradi, porta la palla sopra la testa fino a formare con le braccia una sorta di finestra nella quale devi mirare il canestro, poi spingi con le gambe e con il polso verso il canestro rilasciandolo come una frusta, capito?
Kevin:Va bene Coach, ora ci provo! SDENG!
Coach: Va beh se ci lavori sopra sta sicuro che migliorerai altro SDENG, Dai fammi vedere che riesci a tirare come Dio comanda e non come se dovessi lanciare un peso altro SDENG.
Kevin:Ma Coach mi scusi, guardi cosa faccio tirando alla mia maniera!, CIUFF dai sei metri, altro CIUFF da un metro più indietro, solo il rumore del cotone
Forse non sarà andata proprio così, ma nella palestra della Zanesville High School, almeno nei primi allenamenti da Freshman, qualcosa del genere sarà sicuramente successa; i protagonisti di questa simpatica commedia sono Coach Moore, allenatore dei Blue Devils di Zanesville, ed un giovane del luogo che risponde al nome di Kevin Martin.
Il giovane e gracile Kevin giocherà per i Blue Devils per i 4 anni di High School, dove arrivò quarto nella classifica delle votazioni per Mr. Basketball, salvo poi cambiare Stato e trasferirsi alla Western Carolina University, una delle sole due Università ad offrirgli una borsa di studio, per completare il ciclo di studi che lo porterà alla laurea in sports management.
LUniversità di Western Carolina è ricordata, dagli esperti di College basket, come lalma mater di un certo Ronnie Carr, diventato famoso il 28 Novembre 1980 per essere stato il primo a segnare un canestro da tre punti nella storia della pallacanestro collegiale.
Martin ha aumentato il prestigio dei Catamounts; infatti la sua carriera universitaria è stata più che buona, il ragazzo dellOhio ha chiuso il suo anno da Senior viaggiando a 24.9 punti a partita, con un career high di 44 nella sua partita di addio contro Georgia e grazie a questa media così alta è quarto nella classifica dei cannonieri di tutti i tempi di WCU con 1838 punti.
Il suo ruolo di stellina a WCU gli è valsa la 24esima chiamata al Draft del 2004 dove i Kings, dopo aver perso la semifinale di Conference nel 2003, sceglievano alti al primo giro e decisero, dietro lottimo consiglio di Pete Carrill, di selezionare Martin per magari modellarlo sui principi del Priceston Offense ed imprimergli a fuoco il marchio di fabbrica dei Kings.
La sua prima stagione in maglia viola, quella 2004-05, non fu esaltante e rispecchiò i problemi di una franchigia che, dopo gli anni doro di Webber, Divac e Stojakovic, stava subendo una fase di declino ed allo stesso modo le cifre di Martin non furono degne della prima chiamata, infatti il baby boy, soprannome datogli in sede di Draft da molti scout Nba che in lui vedevano il corpo e la faccia di un 15enne e forse per questo che le sue quotazioni scesero fino alla 26, chiuse con 2.9 punti, 1.3 rimbalzi e 0.5 assists a partita.
La stagione seguente Martin si presentò al training camp con qualche chilo di muscoli in più, anche se ancora un po pochini in unottica Nba, e soprattutto con la convinzione di poter dare qualcosa a questa squadra, che ad onor del vero bisogna dire ha sempre riposto fiducia nella giovane scelta, almeno per quanto riguarda il front office.
La stagione 2005-06 finì per i Kings con uneliminazione al primo turno per opera dei San Antonio Spurs; quella serie, giudicata da molti una delle più belle e combattute degli scorsi playoffs, ha visto sia la sospensione di Ron Artest per una gomitata a Manu Ginobili, che levoluzione di Kevin Martin, che partito come ala aveva creato non pochi problemi a Duncan e compagni ed aveva addirittura segnato il canestro della vittoria allo scadere di gara 3 con il più classico dei circus shots, raffigurato nella foto sopra, che gli era valso i complimenti di tutta la capitale della California e non solo.
La scorsa stagione migliorò non poco le sue statistiche personali, finì con 26 minuti di media(+ 16 minuti rispetto allanno precedente), 10.8 punti(+ 7.9), 3.6 rimbalzi(+ 2.3) e con 1.4 assists(+ 0.9), riscontrando pareri positivi da tutto il coaching staff dei Kings che promise che il prossimo anno, ossia la stagione in corso, Kevin avrebbe ricoperto un ruolo fondamentale nelle gerarchie della franchigia californiana.
La stagione in corso inizia, per Kevin e per i Kings, con laddio di Rick Adelman, succeduto in panchina da Eric Musselman che ripone nel giovane Martin fiducia e soprattutto palloni da giocare.
Martin risponde subito presente sfoderando, sin dallavvio di stagione, prestazioni daltissimo livello; ad oggi il buon Kevin può contare un 40ello contro i Nets, 9 partite sopra i 30 punti e ben 27 partite con almeno 20 punti a referto.
Martin sta viaggiando a cifre strepitose e che nessun addetto ai lavori si sarebbe aspettato dall ex baby boy, ormai diventato the man a Sacramento, ad oggi gioca 35 minuti di media e segna 21.4 punti(20esimo nella lega) prendendosi soli 13.8 tiri a partita, cattura 4.4 rimbalzi e smazza 2.2 assists ad allacciata di scarpe.
Abbiamo iniziato parlando della sua meccanica di tiro ed allora diamo una sbirciatina alle sue cifre per quanto riguarda i tiri dal campo; K-Mart, stesso soprannome di Kenyon Martin( che inventiva questi Americani), tira col 49.6 dal campo(11esimo tra le guardie), col 40.1 da 3(22esimo della Lega) e con l84.7 dalla linea della carità.
E al 16imo posto nella classifica per lefficienza con 19.55( il migliore è Wade a 28.7) ed anche in difesa, nonostante questa non sia una prerogativa per i Kings, sta facendo vedere ottime cose; in una recente intervista ha ringraziato pubblicamente Doug Christie, al quale deve i suoi miglioramenti difensivi.
Il boom di Martin non è dovuto solamente alla partenze di due rivali nella rotazione come Stojakovic prima e Wells poi, ma dal duro lavoro svolto in palestra ogni giorno, assicura coach Musselman, infatti Kevin è uno di quei giocatori che dopo una brutta prestazione, ormai una rarità visto landazzo, studia al video i suoi errori e lascia dei messaggi sulla scrivania del coach come per esempio al 10imo minuto del secondo periodo ho sbagliato il pick and roll con Miller, dovevo vedere il taglio del bloccante e non cercare la soluzione personale, sintomo di grande maturità e conoscenza dei propri limiti.
Gli addetti della facility dei Kings confermano che Martin ha passato lì tutta lestate, si trasferiva dalla sala pesi al campo senza quasi mai fermarsi ed alcuni testimoni dichiarano di avergli visto prendere almeno 700 tiri ogni santo giorno per lintera off season.
Fuori dal campo Kevin è un tipo tranquillo e very easy, come dice lui; quando può cerca di tornare a Cullowhee, sede di WCU, che considera uno dei più bei posti dove riposare corpo e mente dopo la sfiancante stagione Nba, perché lì si è in pochi e ci si conosce più o meno tutti.
Recentemente è arrivato anche il battesimo ufficiale di Reggie Miller, lex stella dei Pacers ora analyst per la TNT ha dichiarato; Mi piace il modo in cui gioca, non si prende troppi tiri e la sua selezione di tiro è pressoché perfetta. Ho sempre chiamato Rip Hamilton un mio mini-me, ma ora posso dire che Martin è sicuramente il mio vero ed unico mini-me!
Bibby, in una recente intervista, ha svelato che allinterno dello spogliatoio dei Kings, Martin non viene più soprannominato K-Mart, perché appunto uguale al nickname del Kenyon di Denver, ma il suo nuovo nick è Prince, in onore della somiglianza col noto cantante, e chissà che da principe non si trasformi nel nuovo re dei Kings.