La domanda non è così banale, viste le entusiasmanti ultime uscite del lungo texano. Le statistiche di marzo parlano per lui. 16 punti e 7 rimbalzi di media. Martedì addirittura 25 punti e 8 carambole giocando al posto dell’indisponibile Randolph. Il quale salta due partite per partecipare ai funerali di un amico ferito a morte in una sparatoria nella sua città di origine, la ridente Marion, Indiana.
Ma torniamo a più amene questioni.
Si parlava di Aldrige e della sua eslposione ma invero saremmo qui per parlare del probabile Rookie of the Year, ovvero Brandon Roy.
Infatti se Lamarcus sta facendo vedere di cosa è capace nel pitturato, Brandon è oramai la prima opzione tra gli esterni, il più talentuoso e, strano a dirsi per una matricola, il più leader e consistente. Abbiamo tutti smesso di stupirci per le partite vinte (o perse ma solo chi ha il coraggio di osare può anche sbagliare) con l’ultimo possesso affidato al numero 7. Il ragazzo sa attaccare il canestro, ha un discreto tiro (comunque migliorabile), ottimi fondamentali e un fisico che lo supporta. E grande aggressività. Lo dimostra anche la caterva di rimbalzi che porta a casa nonostante sia una guardia! La difesa è da ritoccare (almeno nella costanza) ma un difetto dovrà pur averlo. Per il trofeo di rookie dell’anno dovrà vedersela, a mio parere, con due avversari.
Il nostro Bargnani, che sta giocando veramente bene e soprattutto ha dalla sua i playoff ormai certi dei Raptors. E la poca visibilità dei Blazers che potrebbero far propendere la scelta di assegnare il trofeo ad un’altra franchigia. Ma sinceramente ne dubito, l’NBA si presta poco a giochetti politici quando di mezzo c’é il talento. E il ragazzo da Washingtown ne ha da vendere.
Ci sarebbe anche Millsap, che tuttavia è uscito da un cilindro magico, ma forse i veri avversari di Roy sono in casa sua.
Abbiamo detto di Aldrige, che probabilmete sarà rookie di marzo, ma come non menzionare anche Sergio Rodriguez? Che sapesse passare la palla si era capito, la sua media di assiste per 48 minuti è una delle più alte della lega. Ma che sapesse così coinvolgere i compagni dando spettacolo e all’occorrenza segnare punti, partendo sempre dal pino… be’ ha stupito un po’ tutti.
Chi gongola sono i tifosi, che vedeno già 3/5 dello starting five del futuro.
Se Randolph si mantiete su questi livelli (o chi per lui…) e magari lasciando (dopo averlo rifirmato, si spera presto) come ala un giocatore come udoka, autentico collante della squadra, basterebbero un paio di buoni innsesti per arrivare a dire la propria nei play-off già tra due anni.
E ricordiamoci che a referto c’è ancora un certo Darius Miles e i suoi 3 strapagati anni di contratto, un ginocchio da ricostruire ma soprattutto una credibilità da ritrovare.
Meno male che c’è Roy…