Dalle mani e soprattutto dalla testa di Rasheed Wallace passano inevitabilmente i destini dei Detroit Pistons. Il prodotto di North Carolina è spesso l’ago della bilancia di una squadra che a volte sembra inarrestabile, a volte fragile e battibile. Vediamo perchè!
Rasheed e il tecnico, inteso come fallo, come sanzione…un rapporto stretto, che accompagna Sheed dall’inizio della sua carriera, ma che soprattutto negli ultimi anni di Portland ha toccato records e apici ma visti prima. Perchè questo? Wallace è un giocatore sopraffino, dalla tecnica e lettura del gioco da MVP, da costante All-Star, il tutto condito da un carattere che definire lunatico sarebbe poco.
Nelle ultime apparizioni televisive anche qui da noi s’è vista una squadra che più che mai, anche in questi atteggiamenti da “zappa sui piedi”, segue quello che a tutti gli effetti è un leader dello spogliatoio. C’è Billups, c’è Hamilton, il più silenzioso Prince, ma c’è soprattutto Wallace.
Coach Saunders lo difende a spada tratta e anche lui si iscrive spesso nella lista dei cattivi. Rip Hamilton sta seguendo la stessa strada.
Di cosa hanno paura i Pistons? Di non essere tutelati dagli arbitri? O forse solamente di se stessi? L’anno passato si sono specchiati in tutta la loro grandezza, evidentemente consci delle proprie capacità, giocando una stagione con le marce ridotte inserite, appagati dal titolo appena vinto.
Poi è stato scambiato l’altro Wallace, Big Ben, punto fermo della struttura tecnica e non solo, dei Pistons voluti fortemente da un grande GM come Joe Dumars.
Un allenatore considerato perdente come “Flip” Saunders ha cercato di dare qualche novità tattica alla squadra, inserendo molta più zona, non snaturando le caratteristiche offensive (il famoso gioco base “2 Chest”, le molte doppie uscite, i blocchi per Hamilton, il pick’n’pop centrale tra Billups e Rasheed) di una squadra che gioca ormai a memoria.
Quest’anno è arrivato anche Chris Webber, non il Webber di inizio carriera, ovviamente, ma un’aggiunta fondamentale al front-court che con l’aiuto di Tonino McDyess dalla panchina sembra davvero una corazzata senza rivali, soprattutto ad est del Mississippi.
Un pronostico? Impossibile farlo con questi Pistons, certo è che Miami a parte e in grande rimonta in queste ultime settimane, con uno Shaq ritrovato e pur in assenza Wade, non si vede chi potrebbe sbarrare a Detroit il cammino verso le Finals.
Premetto: adoro questa squadra! Per la difesa, per l’esecuzione, perchè E’ UNA SQUADRA!!!
Non la classica situazione NBA con una, massimo 2 stelle e poi gli altri a fare da contorno…
Allora resto con i miei “favoriti” e dico: finale Detroit-San Antonio, per lo sconforto degli amanti dello spettacolo fine a se stesso, per la gioia di chi “gode” nel veder giocare BENE a pallacanestro, in attacco come in difesa. E un duello Duncan-Wallace pronto a fare scintille, tecnicamente parlando, e a far venire la bava alla bocca a molti, sottoscritto compreso!!!
Con buona pace “dell’italiano” D’Antoni per cui molti di noi, se non tutti, tifiamo, ma che difficilmente potrà superare una concorrenza fatta di Spurs, Rockets, Mavericks, Jazz e compagnia bella. Ma se ne riparlerà in sede di pronostici…
Rasheed quest’anno sta riaggiornando diversi dati statistici individuali, rispetto alle medie-carriera: +0.7 nella percentuale da 3, +9.5 nella percentuale ai liberi, +0.8 a rimbalzo, +0.4 stoppate, e molte meno palle perse. Miglioramenti forse minimi ma che confermano come una carriera di 11 stagioni nell’NBA, un rendimento individuale davvero ad altissimi livelli e un titolo di Campione NBA vinto non abbiano ancora saziato questo giocatore.
Il contesto rimane quello giusto (Detroit) e ora che le cose si fanno serie, che i playoffs stanno per partire, l’esperienza e la classe di Rasheed torneranno sicuramente utili ai suoi Pistons, anzi ne saranno come detto l’ago della bilancia.
Billups è in ripresa dopo l’infortunio, Prince e Hamilton sono una garanzia, McDyess una forza della natura ritrovata, Webber, spesso, il vero playmaker della squadra. Se concentrati, e nei playoffs lo saranno di sicuro, una squadra che non deve invidiare nulla alle più quotate formazioni della Western Conference, ecco perchè un giocatore in particolare può fare quella differenza che serve ad aggiungere il 4° stendardo al soffitto del Palace, ecco perchè tutto, alla fine, passa dalle mani e dalla testa di Mr. Rasheed Wallace!