Il destino è sempre in agguato: a 12 mesi dalla finale del torneo NCAA 2006, tornano a sfidarsi UCLA e Florida, anche se questa volta solo in semifinale. Lanno scorso i Bruins furono battuti nettamente dai Gators e la partenza a fine stagione del play Jordan Farmar (direzione Lakers) poteva far pensare ad una stagione meno favorevole per UCLA. Invece il coach Ben Howland ha fatto lennesimo grande lavoro, dando le chiavi della squadra in mano al giovane SO Darren Collison, da alcuni ritenuto addirittura più adatto di Farmar al gioco di UCLA. In effetti sin da novembre i Bruins sono partiti a razzo, con un 14-0 che ha fatto subito capire a tutti come fossero la squadra da battere nella Pac10. Il particolare più significativo è stato che 4 di queste 14 vittorie sono venute contro squadre del ranking e soprattutto la vittoria a Kentucky ha sottolineato la solidità della squadra di Howland. Solo allinizio di marzo con la doppia sconfitta contro Washington e California si è temuto che Afflalo e compagni fossero in calo, ma con linizio del torneo NCAA sono tornate le vittorie.
Nel torneo lesperienza dei molti giocatori dei Bruins ha giocato un ruolo determinante: i giocatori di Howland non si perdono mai, anche quando vanno sotto nel punteggio, e grazie alla difesa molto organizzata possono rientrare in partita e gestire i finali. Nelle prime 4 partite del torneo NCAA Ucla ha subito complessivamente 201 punti, un dato significativo dellintensità difensiva. I problemi per Howland vengono però in attacco, dove il solo Afflalo è un giocatore in grado di portarsi sulle spalle la squadra, come si è visto nella finale dei Regionals contro Kansas (per Afflalo, 24 punti con un ottimo 10/15). Collison e Josh Shipp danno il loro contributo, ma sotto canestro i Bruins sono poco pericolosi.
La delusione per ora viene dal camerunese Luc Richard Mbah a Moute, che dopo gli ottimi progressi dellanno scorso, ha avuto una stagione un po negativa, peggiorando le sue medie sia per punti che per rimbalzi. Mbah a Moute può redimersi però contro Florida, dove troverà un frontcourt temibile con Noah e Horford, cercando di limitare i danni inflitti dalle due stelle dei Gators. Il suo compagno di lotta sotto i tabelloni è Lorenzo Mata, un centro JR di 2.05 che è il miglior stoppare dei Bruins, ma dovrà cercare di non fare troppi falli allinizio della partita. Mata è un giocatore che in attacco contribuisce poco, prevalentemente con canestri su rimbalzi offensivi, ma è un tiratore di liberi pessimo (37%) e questo lo potrebbe tenere per lunghi tratti in panchina, specie in caso di un finale molto combattuto. La panchina non è una fonte da cui Howland può attingere più di tanto: non cè un sesto uomo che può entrare e dare la scossa alla squadra. Il SO Michael Roll è il primo cambio delle guardie (4.9 punti di media), mentre laltro camerunese Alfred Aboya è il sostituto dei lunghi e dà un notevole contributo, specialmente a rimbalzo (4 di media in soli 17 minuti di utilizzo). Durante lanno il coach ha fatto poco uso del trio di freshman, Dragovic, Wright e Keefe che spesso non hanno neanche messo piede sul parquet e si sono limitati a sventolare gli asciugamani in panchina.
Il compito che attende i Bruins sabato sera è sicuramente difficile: Florida è forte e consapevole dei propri mezzi, completa in tutti i reparti anche se la pressione del possibile repeat potrebbe giocare brutti scherzi ai Gators. La chiave per UCLA sarà la difesa, che dovrà cercare di tenere ritmo e punteggio bassi, e per fare ciò sarà necessario bloccare il tiro da fuori di Humphrey e il gioco dentro di Horford.
Il record di 17 presenze alle Final Four è già stato raggiunto: ora i tifosi dei Bruins vogliono che la squadra porti a casa anche il dodicesimo titolo.