John Thompson sulla panchina, Patrick Ewing in campo e Georgetown alle final four. Dovremmo essere allincirca a metà degli anni 80.a parte gli scherzi,la presenza di ucla e georgetown nobilita le final four di Atlanta, con la presenza di due storiche powerhouse del basket ncaa.
Peraltro, se UCLA era già uscita da qualche anno da un periodo di relativa oscurità, le finali ncaa 2007 segnano il vero e proprio ritorno alla ribalta degli Hoyas.
In realtà, con lavvento sulla panca dellateneo della capitale di John Thompson III, le sorti di Georgetown avevano già avuto un significativo cambio di direzione, rispetto agli anni (1999 2004) segnati dalla presenza al timone degli Hoyas di Craig Esherick. Anni duri, con lonta di non avere avuto alcun invito per la postseason nel 2004.
Le perplessità destate dallarrivo di JT3 sulla panchina (neanche tanto velatamente si parlò di nepotismo..) sono state spazzate via dallo stile princetoniano di gioco (e di modi!) di coach Thompson.
Vero è che dopo essere arrivati alle sweet sixteen lanno scorso (23-10 e 10-6 nella big east) le aspettative tra i tifosi di georgetown non erano da poco per questa stagione.
Peraltro, un record di 4 vittorie e 3 sconfitte nelle prime 7 partite, aveva fatto sorgere qualche ragionevole dubbio (passi la sconfitta al Cameroon Indoor con Duke, passi la sconfitta con Oregon, ma la sconfitta in casa con Old Dominion non sembrava giustificare particolari sogni di gloria. Diamo invece a JT3 quello che gli spetta:via via che la stagione volgeva verso il clou, il rendimento degli Hoyas è andato in crescendo. Prova ne sia il record nella Big East, 13-3, ed il trionfale cammino nel torneo di conference, con ritorno alla vittoria al Madison Square Garden.
Entrata nel torneo ncaa con seeding numero 2 ad est, Georgetown si è affidata ad un nucleo di giocatori ormai collaudati (jeff Green, Roy Hibbert e Jonathan Wallace), per superare facilmente Belmont, con relativa difficoltà Boston College e con due veri e propri finali thrilling Vanderbilt e North Carolina.
John Thompson, allievo ortodossodi Pete Carrill, è stato certamente abile nelladeguare il gioco che ha portato con sé da Princeton, al differente livello, tecnico e fisico, del materiale umano di Georgetown.
Protagonisti indiscussi dellanno e del torneo ncaa per Georgetown, i due lunghi Jeff Green e Roy Hibbert.
Chi ha visto la finale dei regionals con North Carolina ha potuto certamente ammirare i due junior, capaci di esporre le debolezze difensive dei lunghi di Chapel Hill, Hansbrough e Wright. Peraltro, non sarebbe giusto considerare due sorprese i ragazzi di coach Thompson.
Già lanno scorso Green ed Hibbert erano stati All-Big East e questanno hanno solo confermato le doti abbondantemente messe in mostra.
Se non fossimo in un epoca in cui leccezione è vedere i migliori universitari arrivare alla fine dellanno da senior, le prospettive di Georgetown per lanno a venire sarebbero anche migliori di quelle di questanno. Green e Hibbert sono junior, come il giovane Pat Ewing (a proposito, chi se lo ricorda smarrito e totalmente abulico ad Indiana?), Wallace e pure lui un junior e laltra guardia Sapp è un sophomore. La classe dei freshmen di questanno, poi, promette di essere la fondazione dei prossimi anni degli Hoyas. Jeremiah Rivers ( figlio di Doc, meno talentuoso, purtroppo), e soprattutto i due lunghi Macklin e DaJuan Summers. Segnatevi i nomi di questi ultimi, perché ne risentiremo parlare.
Vedremo cosa faranno Green ed Hibbert. Vedremo se come dichiaravano sino a pochi mesi fa, loro sono dei four years guy.Certo è che la presenza di Gtown alle final four non solo è una vetrina per luniversità ma anche per le sue stelle. Hibbert in particolare è atteso dallo scontro con Oden. Dallesito di questo match up dipenderà non solo lincontro ma anche, è inutile negarlo, la forza del richiamo delle sirene NBA.
Poco male, se anche Hibbert e Green dovessero decidere di bypassare lanno da senior. Di sicuro, il basket ncaa ha recuperato ai massimi livelli Georgetown ed è difficile immaginare che ci possa essere di nuovo, a breve, un anno in cui la stagione degli Hoyas termini con la prima settimana di marzo.