Ma ogni tanto la passa quella palla?
Che acquisto, grazie presidente!
Ma perché lo manda in panca, ma lo fa apposta?
Che azione! Questo è da Nba
Ma che tiro è? Non è che può prendersi 20 tiri a partita solo perché è il più forte
Questi sono solo degli estratti della loquacità del pubblico varesino nei confronti dei propri beniamini, sì perché se nelle altre città dItalia si vive di calcio e altri sport, a Varese, nella città giardino, si vive e si respira solo e solamente di pallacanestro.
Nel caso sopraccitato, le espressioni dei supporters bianco-rossi hanno come soggetto il grande acquisto dellestate, messo sotto il microscopio ogni Domenica da giornalisti e tifosi, in qualche occasione forse un po troppo saccenti; in poche parole Delonte Holland.
Larrivo di Holland aveva scatenato un groviglio di emozioni nel cuore di ogni tifoso varesino, si potrebbe partire dalla curiosità di vedere in maglia Whirpool un talento non indifferente che nel campionato scorso ci rifilò 28 punti nella però vittoriosa partita in quel di Teramo.
Dalla curiosità si è passati alla speranza, emozione ormai consona ad ogni inizio di stagione qui a Varese, di riuscire a fare il famigerato salto di qualità grazie allindiscutibile talento offensivo dellala statunitense.
Lultima impressione è relativa allambientamento di Holland allinterno di un sistema complesso come quello di Varese, o meglio di coach Magnano, nel quale non esistevano prime donne(e giustamente credo mai esisteranno), non esistevano isolamenti in attacco e soprattutto era presente una netta distinzione tra allenatore/capo e giocatori/lavoratori.
Prima di passare al discorso comportamentale, è giusto fare un discorso meramente tecnico sullinserimento di Holland nel roster della Pallacanestro Varese.
Chi decide è lallenatore, e su questo non cè dubbio, ma per il tipo di gioco voluto e sposato da Magnano, era/è Holland il giocatore giusto per alzare il potenziale della squadra? Magnano nel primo anno varesino aveva a disposizione una rosa nettamente meno talentuosa di quella attuale ed allora decise, secondo me giustamente, di non puntare su di un solo giocatore, ma di sfruttare la carta del gioco di squadra; infatti in attacco si prevaleva un sistema Flex offense, atto a dare a tutti la possibilità di avere soluzioni offensive a disposizione, e gli isolamenti erano pressoché inesistenti.
Ora con lavvento di Holland(ed in parte di Galanda), logicamente quel sistema non può essere adottato, ma altrettanto sensatamente coach Magnano non può permettersi, soprattutto in una piazza attenta come quella varesina, di sacrificare il gioco di squadra favorendo quegli isolamenti pane quotidiano dellHolland teramano(rima non voluta), sperando che Delonte capisca e non crei disarmonie allinterno del gruppo.
Come spesso succede le parole estive sono semplici e belle, ma quando poi si deve giocare, e magari si perde male anche qualche partita, gli amici fraterni possono trasformarsi in carcerieri dello spirito, infatti dopo le prime giornate di campionato Holland storceva già il naso riguardo gli schemi di Magnano, predicati sullesecuzione certosina e non su quella specie di streetball ,fatto di isolamenti e palleggi per 20, che è tanto amato dal nostro estroso Delonte.
Così ridendo e vincendo si arriva a Varese-Roma, sfida di cartello vista la posizione in classifica, e Holland decide di sbroccare davanti ai 4000 del Lino Oldrini; dopo una sostituzione lala nativa di Greenbelt si rifiuta di entrare prendendo anche a male parole Magnano e i compagni di squadra che cercavano di calmarlo, nonostante nel dopo partita Magnano abbia cercato di smorzare i toni, la società, comportandosi molto seriamente nei confronti della squadra, ha preso la decisione di sospenderlo dallattività.
Come è solito si erano già sentite voci di taglio, tutte false peraltro, ed Holland, tramite il suo procuratore Luigi Bergamaschi, chiedeva scusa alla società, a Magnano, ai compagni di squadra e a tutti i tifosi, sempre al fianco di Delonte in questo mini processo fattogli da alcune male lingue, per il suo comportamento, ottenendo lindulto del coach argentino che lo ha riammesso in palestra.
Ma la commedia non è finita, dopo i buoni propositi, a metà Febbraio arriva la Coppa Italia, la sorte, sì perché fare gli accoppiamenti 1-8, 2-7, ecc. era troppo difficile, ci fa affrontare la padrona di casa, la Virtus Bologna.
Linizio di partita di D-Money è promettente, 13 punti nel primo quarto di cui 11 consecutivi con la Whirpool a galla a metà gara, ma dopo 4 minuti del secondo tempo, dopo aver forzato per 3 azioni di fila, Holland con ampi gesti chiede il cambio, forse per rientrare mentalmente in partita, subito concessogli da Magnano.
Lex giocatore di DePaul, dopo alcuni minuti, chiede al Cordobes di poter tornare in campo, ma lallenatore argentino fa orecchie da mercante lasciando Holland in panchina e senza il suo terminale offensivo si sa che Varese, specie in trasferta su campi difficili, non vince e così è stato.
Lepisodio, nei giorni successivi, è stato celermente insabbiato anche perché questa volta, forse lunica, il coach argentino poteva tapparsi occhi e orecchie e, soprattutto in una partita secca, rimandare in campo Delonte, salvo poi cazziarlo a fine partita lontano da orecchi indiscreti.
Nonostante le vicende stile Beautiful, ora sembra che i rapporti Holland-Magnano e quelli Holland-squadra siano stabili sia in campo che fuori ed il quinto posto in classifica potrebbe dimostrarlo; senza dubbio, dopo gli screzi con Magnano e i suoi principi, nella testa di Holland qualcosa è scattato; per quanto riguarda il fatturato in campo Delonte è sempre stato tra i migliori anche nelle giornate no, aggiungendo giocate spettacolari sopra il ferro capaci di far tremare gli affezionati tifosi bianco-rossi che sostengono in tutto e per tutto la squadra e che nelle varie diatribe sono stati sempre al fianco del giocatore made in USA.
Solo a fine stagione sapremo se il matrimonio Whirpool-Holland e soprattutto quello Magnano-Holland si protrarrà anche per lanno prossimo; con certezza posso affermare che senza un grande coach, e Magnano tatticamente e tecnicamente lo è, non si fa il salto di qualità, ma daltro canto senza grandi giocatori, come senza dubbio è Holland, non si può mirare ad obiettivi prestigiosi.
Gli ingredienti ci sono e spero ci saranno, il difficile è trovare la malgama giusta, ma magari con un anno in più di convivenza tutto risulterà più facile per Ruben, per Delonte e per tutti i tifosi varesini bramanti di vittorie.
Jemoli Matteo