E’ finita come tutti avevano previsto: i Cavs, sfruttando le pesanti assenze dei Wizards, hanno [i]sweeppato[/i] Jamison e soci.
Non è stata una serie facile per Cleveland, infatti mentre tutti si aspettavano che i Wizards, martoriati dagli infortuni e reduci da un finale di stagione degno di un lottery-team, facessero sostanzialmente da comparse, [b]Eddie Jordan[/b] ha saputo ridare fiducia ai suoi, che guidati da un superbo [b]Jamison[/b] hanno lottato fino alla morte, regalando almeno quattro gare tirate, tutte decise negli ultimi minuti.
Cleveland dal canto suo chiude questo primo turno mettendo a segno il sweep della storia della franchigia.
Peraltro è curioso l’andamento, in questo senso, dei playoff ad Est, con i Cavs che diventano la terza squadra in tre giorni a chiudere la prima serie in quattro partite, dopo Pistons e Bulls.
I Cavs hanno sostanzialmente fatto quel che tutti si aspettavano da loro: migliori tecnicamente, più forti fisicamente e più lunghi hanno sfruttato bene i loro punti a favore ( non si vive di solo James, qualcuno dovrebbe anche notare la serie giocata da [b]Zydrunas Ilgauskas[/b] a quota 19+11 oltre ai canestri decisivi in più occasioni, gara4 compresa) lasciando sì qualche perplessità a causa del fatto di essere riuscita a chiudere sempre le gare solo in volata, ma sostanzialmente facendo il proprio dovere. Ora i Cavs attendono, a meno di miracoli made in Canada, i Nets di Kidd e Carter, per un’altra serie che, almeno sulla carta, sembra sbilanciata a proprio favore.
Importante, per i Cavs, questo inizio di playoff che ha visto James, aldilà dei soliti numeri irreali, un po’ in difficoltà, vuoi la caviglia, vuoi qualche problemino di mira al tiro, i Cavs hanno dovuto trovare nuovi sbocchi offensivi, in questo contesto sono usciti fortissimo Ilgauskas, come detto, ma anche e soprattutto Larry Hughes, l’ex di turno infatti non solo si è assestato su livelli di eccellenza che mai aveva raggiunto durante la stagione regolare, ma ha soprattutto mostrato una solidità che non gli era riconosciuta da nessuno. In gara 4, con i Cavs e James soprattutto in particolare difficolt?, ha segnato 18 degli ultimi 20 punti dei suoi, ergendosi, finalmente per coaching staff e tifosi dei Cavs, a reale alternativa a James, sostanzialmente il ruolo per cui era stato firmato. Un plauso lo merita anche LeBron, aldilà dei soliti numeri irreali, aldil? di una casella delle statistiche piena più del piatto di Galeazzi a mezzodì, quello che ha stupito è stato il suo mettersi al servizio dei compagni, una volta appurata la sua giornata storta al tiro, Ilgauskas, che in ogni caso ha una mano che per uno di quasi 2.20 è qualcosa di irreale, è stato alimentato su pick and roll nel migliore dei modi, alternando chiusure sotto con jump morbidissimi e velocissimi dalla media. E? lo stesso James a fine gara dire: [i] “We can’t win if these guys don’t play well, Z and Larry, simple as that. I need them every game to be a factor.”[/i]. Una presa di coscienza jordaniana (senza Pippen e Grant/Rodman non si vince niente anche a viaggiare a 40 di media) o parole solo frutto del momento? Questi playoff risponderanno a questo e ad altri interrogativi (qual’è la reale consistenza del coach dei Cavs, quale quella dei compagni e della panchina? E James, in condizioni disperate come lo scorso anno contro i Pistons, ricomincerà a forzare uno contro cinque o proverà a coinvolgere i compagni) c’è solo da aspettare..