Revisionando questa serie i fattori che han contribuito alla disfatta dei Magic son stati molti ma il principale è dovuto alla mancanza di esperienza in post regular season dei Magici visto che i soli veterani Grant Hill e Hedo Turkoglu han realizzato egregie prestazioni nei playoff in annate passate.
Lesperienza, in simbiosi con arroganza, dei Pistons si è notata in tutte le quattro gare visto che nei primi quarti lenergia dei debuttanti strabordava e consentiva ai Magic di realizzare un cospicuo vantaggio che, prontamente, col passar dei minuti lesperienza di Detroit riduceva e lanciava la squadra di Saunders a far sua la partita.
Lintro letargico dei Pistons alle partite ingannava Howard e Co, perché sia Billups che Rasheed cominciavano nel terzo quarto a giocare da playoff costantemente e non a sprazzi. Nonostante i minuti di non gioco Billupsiani, il play del motore Pistoniano è stato il miglior realizzatore dei suoi con 22 punti e 7 assist. Il suo modo di giocare sempre calmo e mai con lombra di nervosismo e perdita di controllo della situazione ha reso problematico laccoppiamento con Jameer Nelson, il play di Orlando, che, al debutto ai playoff, ha sempre subito Chauncey, sia in post che uno contro uno fronte a canestro. Non è mai risucito a soverchiarlo e solo in Gara 3 Nelson ha fatturato positivamente per la sua squadra. In tutta la serie ha avuto 14 punti e 5 assist.
Il giocatore che ha reso meno in tutta questa serie, nonostante le statistiche, è stato Richard Hamilton. Il #32 Pistons ha sofferto molto la marcatura di un divino Grant Hill(15 p; 5,5 r e 4 a) innervosenodsi e sfogandosi in Gara 3 con un fallo tecnico che ha sorpeso tutti visto che è stato sempre un giocatore calmo che correva correva correva e non lasciava fiato per le parole. Le statistiche ingannevoli, però dicono 18 punti che, per la maggiorparte delle volte ha riempito essendo marcato da un giocatore diverso da il 33 dei Magic.
In corsia tre, la sfida Prince-Turkoglu lha vinta il giocatore californiano da Compton, nonostante uninizio serie del turco da leccarsi i baffi (17 in G1 e 22 in G2). In Gara 3 Prince ha realizzato 23 punti e con un triplone allo scadere del terzo quarto ha spaccato la partita, ed a quel punto, la serie.
Il turco ha giocato bene al Palace of Auburn Hills a Detroit nelle prime due gare, ma quando si è arrivati allAmway Arena di Orlando il talento offensivo dellex Kings è venuto meno e non ha più dato quella perimetralità rimanente alla squadra di Brian Hill, visto che nelle quattro gare disputate Orlando non ha mai tentato più di otto tentativi dalla lunga distanza. Questo è stato un fattore importante perché se trovi squadre come Detroit che con la loro zona chiudono splendidamente larea, devi punirli da lontano altrimenti diventa dura, se non impossibile(come è accaduto) sconfiggerli.
Il duello più atteso era, senza dubbio, tra Rasheed Wallace e Dwight Howard. Ai punti ha vinto il #12 Magic con 15 punti e 15(!!!) rimbalzi di media, ma le giocate importanti e decisive le ha messe il talento da North Carolina, come una tripla impossibile in Gara 3 senza guardare il canestro.
In Gara 4 Sheed(15 p e 7,5 r di media) ha lasciato sfogare Howard, difatti il tabellino di questultimo recitava 29 e 17 rimb. Le voci negative dellala-centro Magic, in questa serie, son state la percentuale ai liberi (45%) e le palle perse(4) che per un centro, spesso raddoppiato come lui, sono eccessive.
Per Webber questa serie è stata solo unantipasto di ciò che avverrà contro Chicago, visto che non si è mai visto un C-Webb così disinteressato e sufficiente. 12 punti e 7,5 rimbalzi son le cifre ma il modo con cui le ha fatte non ha fatto felici i tifosi avversari visto che lentamente e superficialmente prendeva il rimbalzo, partiva in attacco, prendeva palla, tirava. Tutto a una velocità da Diesel ma mai caldo e pronto ad esplodere. Si è notata però la sua esperienza quando ha pigliato qualche rimbalzo offensivo e fintando il tiro si notava qualcosa di non proprio piccolo volare sulle sue spalle. Quella cosina piccola era, molto spesso, Dwight Howard che da quella volta, si spera, abbia imparato la lezione per i suoi anni a venire.
Passando alle panchine, la rotazione di Flip Saunders era di otto giocatori e contribuiva con solo 13 punti di cui, la maggiorparte arrivava da un rinato Antonio McDyess e dal Vamos Argentina Carlos Delfino. Dallaltra sponda, Brian Hill ruotava con nove giocatori e dei 23 punti dal pino quasi la metà portavano la firma dellex dal dente avvelenato Darko Milicic. Unaltro che portava energia e punti è stato Keyon Dooling, la guardia che con la sua decisione e cattiveria ha infastidito non poco i Pistons(chiedete a Hamilton e Dale Davis).
Leggendo le statistiche, Detroit ha segnato 97 punti con il 45 % da 2, il 38% da tre e il 76% dalla linea della carità. Orlando, da squadra lenta che è, ha prodotto 88 punti con 48% al tiro, ma con linsufficiente 58% ai liberi. Una causa dei pochi punti dei Magic è stata la quantità di palle perse. Fautrice di 59(!!!) palle perse per Orlando è stata la difesa a zona creata da Flip Saunders per contrastare il dominio sottocanestro di Howard. Con una media di 15 TO nei playoff non vai da nessuna parte. Un conto, poi, è che le fai al ritmo di gioco di Phoenix, un altro è farlo con il cronometro che spesso vede il numero 0 sul tabellone.
Per far strada nei playoff cè molto tempo per lAmmiraglio Nelson e Howard, ma se troverete sti Pistons lorizzonte è oscuro e senza fine.