Dopo sei combattute partite i [b]Cleveland Cavaliers di LeBron James[/b] approdano alla finale della Eastern Conference. Battere i [b]Nets di Jason Kidd[/b] non è stata impresa semplice.
Partiti subito col piede giusto, i Cavs hanno perso la terza, vinto poi la decisiva Gara4 portandosi sul 3-1, ceduto in casa Gara5 e chiudendo i conti nella sesta partita sul [b]4-2[/b].
Tutte gli incontri si sono sviluppati su di una [b]base difensiva[/b] ai massimi livelli; in pratica, la squadra che ha difeso meglio ha sempre vinto.
Era importantissimo da una parte [b]limitare[/b] il terzetto [b]Kidd, Carter, Jefferson[/b] dei Nets; dallaltra, [b]impedire che James sviluppasse il suo gioco globale [/b] in modo da bloccare tutta la squadra.
Di conseguenza le partite sono state [b]poco spettacolari[/b] e a basso punteggio, ma tutte [b]equilibrate[/b] fino alla sirena finale. Le piccole cose hanno permesso ad una franchigia o allaltra di aggiudicarsi ogni singola partita.
Vediamo allora alcune considerazioni sulla serie, attraverso le quali farsi unidea dei motivi del successo dei Cavaliers.
I [b]Nets[/b] sono stati [b]bloccati[/b] nelle loro armi migliori, il [b]contropiede e il gioco veloce[/b]. Il gioco lento a metà campo li ha costretti a [b]percentuali[/b] di tiro molto [b]scarse[/b], soprattutto [b]Vince Carter[/b], maggior bocca da fuoco della squadra. In questo [b]Cleveland[/b] ha saputo sfruttare il [b]vantaggio fisico[/b] a proprio favore, difendendo con più intensità e catturando un maggior numero di [b]rimbalzi[/b], soprattutto in attacco, i quali hanno consentito molti [b]punti su seconda opportunità[/b] e l[b]arresto[/b] iniziale dei tentativi di gioco in [b]campo aperto[/b] del playmaker nemico Kidd.
I [b]Cavs[/b] hanno avuto, come al solito, un enorme contributo dal proprio leader [b]LeBron James[/b], il quale ha guidato lattacco con [b]punti e assist ai compagni[/b]. Tra i più [b]positivi[/b] citiamo [b]Pavlovic[/b] (migliorato anche in difesa e nel ruolo di guastatore), [b]Hughes[/b] (anche se alterno), [b]Ilgauskas[/b] e [b]Gooden[/b] (sempre attivi a rimbalzo).
Nelle due partite nelle quali però il suo apporto è risultato inferiore alle medie, sono arrivate due sconfitte.
Sintomatico della dipendenza della squadra dal numero 23 la situazione di Gara6: con James in panchina per problemi di falli, i Nets sono riusciti a recuperare fino ad arrivare ad un passo dallottenere la settima e decisiva partita.
Con il suo ingresso lattacco è ritornato su livelli discreti e la partita è stata vinta, anche se solo di due punti.
Si ferma così la [b]straordinaria Post-Season di Jason Kidd[/b] , che ha tenuto una [b]tripla doppia di media[/b] in questi due turni giocati. Lanima dei Nets si è rivelato lui, rendendosi utile in ogni dove: punti segnati, rimbalzi (anche 17 in una partita), assist, e un miglioramento costante dei compagni attorno a lui.
Ma sicuramente avanza una [b]squadra più completa come i Cavs[/b], meglio attrezzati sotto canestro e più dediti alla fase difensiva del gioco.
Una [b]serie molto tecnica[/b], che a molti avrà fatto storcere il naso per i bassi punteggi (troppo bassi anche per una concezione difensivistica del gioco nella NBA) ma che ha lasciato diversi spunti di riflessione tecnico / tattica. E con dei grandi interrogativi sul [b]futuro dei Nets[/b], con Carter in scadenza di contratto la possibilità di perdere qualche pedina verso la prossima stagione è un ipotesi reale.