Finisce 105-96 per gli Spurs gara2 della finale della Western Conference, i neroargento si portano sul 2-0 nella serie e vedono la loro terza finale NBA in cinque anni. Per gli Spurs è il diciottesimo successo casalingo consecutivo contro i Jazz, a dimostrare una volta di più che il Texas non è proprio terra fertile per i mormoni.
E stata la partita di [b]Tony Parker[/b], autore di 17 punti conditi da 14 assist ([b]massimo in carriera nei playoff[/b]) molti dei quali hanno armato le mani di [b]Barry[/b] e [b]Bowen[/b] negli angoli, armi letali per la difesa Jazz. Gli Spurs hanno tirato [b]13/26[/b] dalla lunga, stabilendo il proprio [b]record di franchigia[/b] per tiri da 3 realizzati.
Il francesino è chiaro:[i] E ciò che ci hanno concesso, tutte le volte che penetravano loro(Bowen e Barry) erano liberi. I Jazz ci hanno forzato a trovarare tiri dalla lunga e stasera quei tiri noi li abbiamo segnati[/i]. Alle triple spezzapartita di Barry nel terzo periodo e di Bowen nel quarto finale si aggiunge il solito contributo di Tim Duncan, 26 punti e 14 rimbalzi(siamo all’undicesimo match consecutivo con il caraibico oltre quota 20+11, per render l’idea dell’enormita dei suoi playoff) conditi da 5 stoppate e 3 rubate, e quello di Manu Ginobili, che ha messo 17 punti, 3 assist e 4 rimbalzi partendo dalla panca.
Una partita, questa gara2, ancor più scontata, se possibile, di gara1, con i Jazz mai avanti nel punteggio in 48 minuti di gioco nonostante un Carlos Boozer finalmente incisivo, con 33 punti e 15 rimbalzi (quinta volta oltre quota 30 per lui in post season). Deron Williams, 26 punti e 10 assist fotografa bene il match: [i]Ogni volta che noi ci avvicinavamo loro segnavano una tripla, noi non abbiam fatto un buon lavoro in difesa da questo punto di vista[/i].
Partita morta e sepolta dopo il primo tempo, dopo che gli Spurs hanno chiuso il parziale del secondo quarto sul 32-17. Ancora una volta Utah è sembrata di una galassia cestistica diversa rispetto agli Spurs, incapaci di tenere gli esterni nerorargento, incapaci di chiudere i tiratori ed al contempo violentati in area da Duncan la mollezza difensiva della squadra di Solan ha sorpreso. Concedere il 55% dal campo ad una squadra come gli Spurs è letale, e se i punti di Parker, Ginobili e Duncan sono da metter in preventivo quel che risulta inaccettabile per i mormoni sono i 14 punti con 6/7 dal campo concessi a [b]Oberto[/b], o le sopra menzionate triple piedi per terra di Barry e Bowen. Giocando in questo modo la serie non può che chiudersi con uno sweep, anche se Utah ha dimostrato di trasformarsi tra le mura amiche (6-0 in post season il record casalingo di Deron e soci).
Di certo oltre che la difesa andrà ritrovato lo splendido [b]Okur[/b] di questi playoff, che contro gli Spurs sta capendo pochino(basti pensare che contro Golden State aveva messo assieme 17 punti di media, contro gli Spurs siamo attorno ai 10, con un agghiacciante 25% dal campo), mantenere il Kirilenko coinvolto offensivamente di gara2 (15 punti per AK-47) e sperare con ogni forza che almeno uno tra Fisher, Harpring o Giricek possa dimostrarsi una minaccia credibile per la difesa Spurs. Molti interrogativi, poche speranze per i Jazz che il vero miracolo lo hanno fatto arrivando fin qui ma che ora si trovano di fronte ad una montagna troppo alta da scalare anche per loro.