Finisce come previsto, con gli [b]Spurs[/b] in trionfo che ora si metteranno in poltrona e attenderanno, con il massimo della calma, gli avversari da affrontare nella [b]finale NBA[/b]. Sì, esatto, proprio gli Spurs, il gruppo cotto, con il bollito Duncan a far da punto di riferimento, e Ginobili, sì quello del fallo su Nowitzki, subito dietro. Gli stessi, identici ed inarrivabili Spurs di sempre, che giocando con le marce ridotte, sè scoperto poi, hanno vinto [b]58[/b] partite in stagione regolare, terzo record NBA. Ci hanno preso in giro, tutti, pubblico, critici, addetti ai lavori, dovunque si leggeva degli Spurs in crisi fisica, dellormai Sunset Boulevar intrapreso da Ginobili e da Duncan, del fatto che ormai lNBA fosse territorio di conquista dei Mavs. Tutto sbagliato, tutto da rifare. Arrivati i playoff gli Spurs sono semplicemente sbocciati, trasformandosi da timido bocciuolo in rosa purpurea.
Che squadra sono gli Spurs lo ha confermato gara5 di finale della Western Conference, quando tutti si aspettavano i Jazz con il dente avvelenato dopo il dubbio arbitraggio di gara4, ed invece gli Spurs sono partiti come degli schiacciasassi, con un parziale di 14-0 firmato Duncan e Parker, ed il tabellone a fine primo quarto non ammette repliche: 34-15 con una difesa asfissiante ed un attacco che viaggiava a mille. Di lì in poi è stata una discesa facile facile per gli uomini di coach Popovich, che si è potuto permettere il lusso di far riposare Duncan, Ginobili, Parker e Finley dando spazio alle seconde ed alle terze linee come [b]Bonner[/b] ed [b]Udrih[/b]. A proposito di come gli Spurs abbiano iniziato la partita le parole di Tony Parker sono sicuramente esplicative: [i] Il nostro primo quarto è stato incredibile, da quando sono agli Spurs non riesco a ricordare uninizio come quello di oggi, il nostro attacco è stato grandioso, la nostra difesa fantastica, non potevamo chiedere un inizio migliore[/i]. I neroargento sono riusciti ancora una volta a stritolare lattacco Jazz, costretto ad un penoso 38% dal campo e ad unaberrante 25% dalla lunga, i Jazz pagano pesantemente lassenza, durante tutta la serie, dello splendido Okur di questi playoff, il turco ci ha capito poco e niente della difesa Spurs, perdendo fiducia al tiro e finendo per esser fagocitato da Duncan in difesa. Questa finale di conference inoltre è servita a dimostrare che senza un esterno di livello questi Jazz faranno sempre fatica, perché se Williams e Boozer si sono dimostrati giocatori di alto livello durante i playoff (che è cosa di ben altro spessore rispetto al fagocitar cifre in stagione regolare) è impossibile pensare che lunica guardia realmente pericolosa di questi Jazz sia Fisher. Merito agli Spurs ed al loro allenatore, spesso sottovalutato, che ha costruito un microcosmo perfetto in Texas, e non per niente continua a sostenere che i nuovi arrivi in casa Spurs hanno bisogno di quasi un anno per entrare realmente nel sistema di gioco degli speroni.
Ma non è stata solo la partita degli Spurs, è stata anche la partita di [b]Derek Fisher[/b], che ancora una volta rientra a gara iniziata per stare accanto alla figlia gravemente malata(ora sta meglio, ma il problema che laffligge è uno di quelli con cui bisognerà battagliare per molto tempo) pur di essere con i compagni a lottare. Un gesto, reiterato peraltro, che lascia intendere che clima ci sia allinterno dello spogliatoio Jazz. Ed allora, ancor prima di celebrare la grandezza di questi Spurs, lasciateci tributare un lungo applauso a Jerry Sloan ed ai suoi ragazzi, protagonisti di una cavalcata trionfale, inaspettata e legittimata passo dopo passo, vittoria dopo vittoria. La loro finale di conference, se da un lato è stata agevolata dal passo falso di Dallas al primo turno dallaltro è pienamente meritata, ottenuta con applicazione e durezza. Il prossimo anno sarà durissima riconfermarsi, ma se cè un allenatore ed un gruppo che hanno imparato a stupire, beh sono i Jazz.