Il sole che illumina le spiagge della California, da Santa Barbara a Santa Monica, da Malibu a Venice beach, è stato spazzato via dal ciclone estivo scatenato dalle dichiarazioni di Kobe Bryant, leader dei Los Angeles Lakers e stella assoluta del panorama Nba.
Il giocatore ha rilasciato interviste a televisioni, radio e giornali denunciando il proprio stato di depressione a causa della scarsa competitività del team, richiedendo prima cambiamenti dello staff tecnico, poi fra i giocatori stessi, domandando la cessione, ritrattando la sua versione dei fatti, per poi chiedere ancora di essere scambiato. Un vero e proprio fulmine a ciel sereno che ha messo in allarme tutti i tifosi giallo-viola e scatenato limmaginazione di tutti gli altri appassionati di Basket NBA.
Ma cosa è passato veramente nella mente del numero 24?
Bryant subito dopo la fine della stagione, con luscita al primo turno dei playoffs per mano dei Suns, aveva dichiarato di aspettarsi importanti cambiamenti in estate, perché negli ultimi tre anni non si era arrivati ad assemblare una squadra in grado di dare lassalto alle corazzate dellOvest. Il suo do something, and do it now era echeggiato in ogni angolo della National Basketball Association come un ultimatum alla dirigenza per portare ad L.A. un giocatore in grado si spostare gli equilibri allinterno della Conference.
Qualche tempo dopo Kobe se ne esce con unintervista alla ESPN dicendo di voler ad ogni costo il ritorno nello staff dei Lakers del suo mentore Jerry West, in uscita da Memphis, un chiaro attacco allimmobilismo del General Manager Mitch Kupchack ed al proprietario, il dottor Buss, reo di aver pensato più agli incassi dello Staples Center che agli interessi della squadra sul mercato.
Successivamente durante una visita a New York, ai microfoni di 1050 ESPN Radio, dichiara di voler essere ceduto, e che la dirigenza non può far niente per cambiare la situazione.
Il giorno dopo tuttavia Kobe Bryant fa retromarcia, apparentemente convinto dalla parole di Phil Jackson che telefonicamente ha contattato la sua stella per parlare riguardo al futuro:
Kobe se ne esce parlando di come abbia sempre immaginato di chiudere la propria carriera come un Laker, sperando che la dirigenza ascolti i suoi lamenti dettati dalla frustrazione, scambiando per giocatori importanti in grado di riportare la squadra verso i piani alti della Lega. “I don’t want to go anywhere else. I want to be here for the rest of my career, sono queste le parole rilasciate dal figlio di Jelly Bean.
Sembrerebbe tutto finito, in perfetto stile di Soap Opera giallo-viola, già ampiamente sperimentata ai tempi di Shaq prima, di Payton e Malone dopo, ma il numero 24 fornisce ai media una nuova dichiarazione: quando Mike Bresnahan del Los Angeles Time domanda a Kobe se vuole essere ancora ceduto, Bryant risponde Sì, niente è cambiato.
La saga che ruota intorno Mr. Kobe non si è quindi conclusa, e divide tifosi e semplici appassionati: il giocatore vuole davvero la cessione, oppure sta sollevando tutto il polverone per far capire alla dirigenza, Kupchack e Buss in primis, che lui non è eterno e che cè bisogno immediato di rinforzi? E se vuole essere davvero ceduto, i Lakers devono scambiarlo o imporgli di rispettare il contratto in forza? Chi potrebbe avere le pedine per acquistare il miglior marcatore delle Lega? Gli interrogativi sono molteplici, alcuni dei quali difficilmente risolvibili da parte nostra, se non impossibili.
Attendiamo notizie dalla città degli angeli, dove una volta passato il temporale, lestate si farà ancora più calda del solito.