Premessa: all’ultimo controllo il Dottore s’è stupito, il mio sangue non era solo rosso ma anche bianco, e i globuli portavano inciso il “marchietto” di un guerriero con tanto di scudo…
La partita: Milano parte bene, appoggiandosi come sempre ai suoi lunghi, vuoi per scelta vuoi per necessità. Markovski mischia nuovamente le carte ed inserisce addirittura Malagoli che non può nulla contro l’esperto Blair (15-21); la differenza in maglia bianconera la fanno invece gli esterni e prima Vukcevic poi Ilievski riducono lo svantaggio grazie al tiro da fuori che porta le squadre al primo mini-intervallo sul 23-25.
Bulleri impacciato come non mai in cabina di regia non regge il confronto con Best, rallenta l’attacco milanese sempre inflazionato da troppe palle perse e una circolazione di palla davvero scadente. I canestri di Giovannoni fanno il resto, e in generale una miglior esecuzione porta i bolognesi sul +8 al 20′ minuto di gioco. Un film già visto.
Il terzo periodo è arido di segnature, per quasi 3 minuti di gioco non si vede muoversi una sola retina. Da lì in poi è un controbattere di segnature, segna Milano (Green) ribatte Bologna (Vukcevic, Ilievski), il distacco rimane invariato finchè Bologna non piazza un parziale di 9-0 che ammazza partita e serie.
Nel finale Djordjevic si decide a rimettere Gallinari, fuori per buona parte dell’incontro gravato fin da subito di 3 falli, e i suoi 10 punti ridanno un po’ di speranza, almeno ai tifosi, perchè in campo i biancorossi non dimostrano di avere la “garra” necessaria per acciuffare il 2-2 e riportare al Forum la serie per gara 5. Finisce 81-73 per i padroni di casa che festeggiano giustamente e meritatamente l’approdo alla finale dopo 6 anni di purgatorio, passati per l’esclusione dalla massima serie, Castelmaggiore, la promozione dalla Lega2 e tutto il resto.
Migliori marcatori:
Bologna – Ilievski 16, Drejer 11, Giovannoni 10, Best 10
Milano – Garris 14, Blair 14, Calabria 14
Commento personale e di parte:
La gestione milanese della squadra, a partire da quella societaria, dirigenziale, manageriale, a quella della panchina non ha ragione di proseguire, non così!
Non cambierà molto, negli orizzonti di via Caltanisetta, ma in un mondo perfetto Natali non avrebbe il contratto rinnovato, e almeno metà squadra verrebbe spedita a fare qualcosa che forse gli riesce meglio, meglio del giocare a basket in questo modo, meglio del portare addosso questa maglia in in questo modo.
Gallinari DEVE essere il punto fermo attorno al quale costruire, nel difficilissimo intento di trattenerlo da questa parte dell’oceano ancora per qualche anno, perchè ora lo fermano le regole dell’NBA in fatto di eleggibilità al Draft, un domani come dicono loro l’unico limite sarà il cielo, e in questo non devono credere solo gli estimatori milanesi, ma tutto il basket italiano, come è successo con Andrea Bargnani.
Sponda Bologna: un insieme variopinto di giocatori pescati qua e là, chi con finale NBA alle spalle (Best nel 2000 con i Pacers di Larry Bird), chi quasi scartato dalla precedente società, un presidente che non le manda a dire, che con i suoi metodi e sistemi ha saputo ridare credibilità all’ambiente Virtus dopo le infelici parentesi del recente passato, un coach anch’esso “particolare”, che non benissimo aveva fatto altrove – non con continuità almeno – che col suo “Platoon System” ha creato certamente un meccanismo di rotazioni e quintetti che non tutti gli avversari sono preparati a fronteggiare. Gli altri si sono dovuti adeguare a lui e alle sue squadre, non il contrario, e questa per un allenatore di quel livello, dove la tattica conta davvero, è una delle più grandi soddisfazioni.
Detto ciò credo che meritatamente Bologna sia in finale dove affronterà e a meno di colpi di scena perderà contro la Mens Sana, squadra che ha ampiamente dimostrato, per l’intera stagione, di essere almeno 1-2 passi avanti a tutte le altre. Ma mettendo sul piatto della bilancia gli aspetti ampiamenti considerati da tv, stampa e tifosi di questa serie viene da pensare che l’abbia persa Milano, con la sicura complicità di una Bologna vincente che ha saputo approfittare della scadente competitività avversaria per tornare ai posti che le competono nel panorama del basket italiano.