Alla faccia dello share e della noia. La colonna sonora a San Antonio, da quasi un decennio, potrebbe essere quella del nostro califfo nazionale. Perché qui il basket noioso non si sa cosa significhi, tutto il resto, invece, è noia: paragoni con le dinastie passate, ricerca dello showtime, etc etcnon albergano qui nella città del River Walk. Qua cè il basket, quello puro.
Giochi di luce, musica, inno nazionale nella più consueta scenografia americana. Presentazione delle squadre, lallenatore e i giocatori uno dopo laltro, la panchina e i titolari. Unovazione da quintetto per il sesto uomo per eccellenza: Manu Ginobili.
Lattesa sta finendo e gli ultimi tiri del riscaldamento sono il preludio al momento tanto atteso dallinizio della stagione. Un sorriso, una risata, uno sguardo diretto sulle tribune, un Tim Duncan quasi distratto negli ultimi tiri di preparazione alla gara. La concentrazione vera la lascia per i momenti importanti. Perché lui di questi preludi ne ha vissuti tanti e la concentrazione, quella televisiva da telecamera, la lascia tranquillamente agli altri.
Dinastia contro stato nascente la definisce lAvvocato Buffa. Lallievo Brown vuole superare il maestro Popovich, nelle lavagne dei rispettivi spogliatoi principi di un basket familiare ad entrambi. La cultura di Popovich adeguata ad una squadra con LeBron James, una squadra con un campione che non si può bloccare in rigidi schemi tattici. Qualche brivido il maestro Gregg lo sentirà
Lambiente è abituato a queste situazioni, a questi livelli ed è cosciente dei valori in campo. Lo erano anche i Lakers 2001 ma i 48 punti di Iverson fecero tornare tutti sulla terra: molte le similitudini tra le due serie. LeBron James e Allen Iverson stelle assolute di questi Cavaliers e di quei 76ers, squadre entrambe discrete e quadrate. Qui a San Antonio non cè arroganza ma esperienza e coscienza della propria forza. Cè concretezza e il four down chiamato da Popovich è la scelta migliore, noiosa per qualcuno, ma tremendamente efficacie. Parziale di 9 a 1 dopo il primo sorpasso dei Cavaliers. Contropiedi, pickn roll laterali e anche un Elson spettacolare con una schiacciata in corsa.
E chi se ne importa se il book degli Spurs conta decine di giochi diversi. Il successo di questa squadra sta proprio qui. Momenti difficili, soluzioni facili. E applicazione dei giochi difensivi. Quella contro James è stata lennesima dimostrazione di forza per Bowen e compagni. Zero punti dal campo alla fine del primo tempo e relegato alle entrate sotto canestro. Stoppata automatica e palla persa.
Obiettivo raggiunto quello di fermare LeBron. E non sono servite le giocate sporche alla Bowen. Troppe le palle perse negli attacchi per LeBron, alla ricerca dei compagni liberi, tante ed troppo esperte le mani leste di giocatori come Robert Horry. Che le dita, se vincesse ancora 4 titoli, sarebbero esaurite dagli anelli
Per i Cavaliers emozione, inesperienzachissà.
Coach Brown ne aveva pensate tante: portare fuori Duncan e Oberto sfruttando il tiro dalla media distanza di Gooden e Ilgauskas (cosa riuscita a tratti nel secondo tempo) oppure sfruttare LeBron come post basso e con un quintetto di tiratori pronti ad adeguare la posizione sui raddoppi della difesa degli Spurs. Ha cercato uno Hughes ispirato, forse lha cercato per troppo tempo sacrificando la spensieratezza e la freschezza di Gibson. I Cavaliers sono la fisicità di Varejao, più in difesa che in attacco e Popovich lo sapeva benissimo, lha segnato sulla lavagna e lha ripetuto prima dellinizio della partita: giochiamo forte in difesa, solo con quella riusciamo a vincere.
Un tunnel dellargentino di Bahia Blanca in contropiede (e non stiamo giocando al soccer) fa un po tremare i cuori. Parker è immarcabile per la difesa dei Cavs, impegnata più a bloccare Duncan e ad impedire secondi tiri. Un alley oop di Parker per Ginobili che in volo mette fine alle speranze di Cleveland.
Quasi banale vedere questa squadra giocare e vincere. Quasi fastidioso, per chi non ama questo basket chirurgico, vedere allenatore e giocatori confrontarsi come davanti ad un bicchiere in un bar.
Quasi seccante assistere allallenamento pre-gara 2 senza le due stelle indiscusse Duncan e Parker come riferitoci dalla nostra voce live.
Ma se il risultato resta questo per gli Spurs, cosa si può dire se non: tanto di cappello.
Questa la cronaca di Gara 1 che è terminata secondo i pronostici. E gara 2?
Nell’attesa intanto, all’AT&T Center risuona: tutto il resto è noia