Questa storia della CIA, dellautocontrollo, del dover apparire rilassati a tutti i costi, inizia a darmi sui nervi.
Non dico che bisogna strapparsi i capelli o presentarsi ogni mattina con le memorabili occhiaie di Jeff Van Gundy agli allenamenti, ma addirittura cancellarli in corsa perché è meglio che i veterani nero-argento si riposino, mi sembra rovinare lidea stessa di Finali NBA. O per lo meno la mia.
E non centra levidente squilibrio tra i duellanti. Nel 2001 laria era elettrica come quella che ha reso ricca Erin Brockovich; i giocatori non avevano paura di gettare la maschera e rivelare le proprie tensioni prima di calcare il palcoscenico più importante della loro vita e gli strafavoriti Lakers si allenavano dichiaratamente per vincere 4-a-0 e con un +20 di scarto.
Oggi Ginobili, Bruce Bowen, Horry e Finley si sono presentati alla T&T Arena a fare le veci di Tim Duncan e Tony Parker. Lunico dei Big Three a dover presenziare di fronte ai media: il nostro Manu, perché – comè come non è – non avere il passaporto americano gioca ancora parecchio a sfavore persino nella lega più democratica e globale del mondo.
Bruce Bowen ha fatto i complimenti a Lebron, Ginobili a Bruce Bowen, Finley a Tony Parker.
Lunico a complimentarsi con sé stesso aggiungerei fortunatamente per il mio incipiente diabete Robertone-Big Shot-Horry.
Voglio il settimo anello è qualcosa a cui tengo professionalmente perché mi farebbe scalzare anche Scottie PippenDovete sapere che quando ero piccolo avevo due soli poster in camera mia: uno era quello di Magic, laltro era di Scottie. Magic lho già superato e quando queste Finali saranno finite avrò superato anche Pippen. Il che vorrà dire che avrò fatto anchio la storia di questo gioco..
Che dire. Amen.
Ha ragione lui. Sempre. O per lo meno, tante volte quanti sono stati i tiri che ha messo per indossare 6 anelli ed intravedere allorizzonte il settimo.
Horry per come la vedo io è uno degli ultimi boyscout del old-school-basket, quando le cose si dicevano ancora ai microfoni e non a telecamere spente, quando si prometteva prima della gara, si sudava nel durante e si rendeva conto a dadi tratti, senza troppi giri di parole.
Oggi, invece, più che chiacchiere da circolo di maglia non si sono sentite, con due solo eccezioni.
Robertone la prima, il mitico Boobie Gibson la seconda.
Di Lebron nemmeno lombra, idem per Varejao.
Ma Gibson Gibson avrebbe risposto per ore, con gli occhi di chi è elettrizzato per un semplice quanto sano motivo: Ho appena scoperto di poter giocare anche a questo livello..
Quando il primo canestro è entrato liscio come lolio, mi sono sbloccato immediatamente. Tutta lenorme tensione che avevo in corpo è svanita. Mi sono detto: se hai messo questo, puoi mettere tutti gli altri.. Da quel momento mi sono divertito, perché io questo gioco lo amo come nessunaltra cosa al mondo e, ogni volta che scendo in campo, entro in un altro mondo..
Poi Boobie ci ha raccontato della frustrazione di Lebron per le 6 palle perse.
E un perfezionista. In gara 2 se lo conosco bene – proverà a fare 10 assist e 0 turnover. E poi in gara 3, se in gara 2 avrà acciuffato solo 5 rimbalzi, andrà per la doppia cifra. E così via.
Non vi aspettate che perda la testa, si scoraggi o sbagli questa serie. Lebron è un colosso. E davvero un Re e da re giocherà domenica..
Inizio a non dubitare neppure io.
Dovevate esserci ieri sera, se non altro per sentire il Re dopo gara 1.
Ha guardato dritto in camera e, con la tranquillità con cui solo i bimbi rilasciano certe affermazioni, ha detto: Non cè nulla che non sappia fare su un campo da basket. Nulla. Si tratta solo di trovare qualche aggiustamento. Che sia penetrare di più e scaricare di meno, che sia alzare il ritmo di gioco, o altro, il mio coaching staff mi farà sapere e poi sarà solo un problema di esecuzione..
Adesso – ho pensato ieri sera – sono testimone anchio. Assieme a tutti coloro che almeno una volta hanno indossato la maglietta witness con tanto di baffo della Nike.
Facendo invece un po di psicologia spiccia: credo che certe frasi, se le dici da quando hai 12 anni, le pronunci con disinvoltura per il resto della tua vita, perfino quando non rispondono più a verità.
Credo anche che alcune frasi non bisognerebbe mai iniziarle a pronunciare a 12 anni. Ma questa è unaltra lunga storia che ci porterebbe lontano. Probabilmente attorno agli anni 80.
E neanche io sono poi così integralista da voler solo gente da 4 anni di college e 7 anni di purgatorio prima di un viaggio premio in Finale.
Una cosa è certa: oggi ESPN sta mandando in onda altre Finali, quelle in cui il rookie Magic Johnson ridisegnava poeticamente il ruolo della point guard in faccia ai Philadelphia 76ers di allora.
Decisamente meglio di St.Vincent/St.Mary contro Oak Hill e speriamo infinitamente più augurante.
Per le sorti dei giovani Cavs, ma soprattutto per quella famosa idea di Finali NBA che mi sembra un po messa da parte tra lafa texana e le frasi di maniera che i contendenti si scambiano.
N.B. Eccezioni per eccezioni, mi sembrava doveroso citare la sincerità di Larry Hughes sotto il pressing dei giornalisti. Non sento il piede sinistro quando atterro dopo ogni rilascio, non ho nessuna sensibilità nel piede infortunato e non posso nascondere che non sia un problema..
By Roseunplugged #5