[i]Non cè storia in questa città..[/i] Recitava una canzone degli 883 di qualche tempo fa ed effettivamente in quel di San Antonio di storia per i Cavs ce ne è stata davvero poca. Il totale controllo sulle prime due gare da parte dei neroargento ha radici diverse, ma solo lurlo che utilizzano come uscita dallHuddle, già può far capire molto.
Popovich dà le sue direttive, chiama le mani di tutti sopra le sue per un defense! che carica la squadra e ricorda, se ce ne fosse bisogno, qual è il viatico per il successo.
Di nuovi stimoli non avrebbe particolare bisogno lMVP mascherato di queste finali sino ad ora, che alla veneranda età di 37 anni sta conducendo un clinic da tramandare ai posteri su come giocare le partite importanti. Chi segue il basket dai tempi dei Rockets di Hakeem lo conosce bene e non ha bisogno di capire, una volta di più, che tipo di giocatore sia Robert Horry, ma se vi fermate solamente un attimo con la mente al primo tempo di gara 2 ed andate oltre le apparenze degli zero punti segnati, vedrete la luce con il quale Robert ha illuminato lAT&T center.
Focalizzate lo sguardo sul numero 5 e lo troverete in ogni singola azione difensiva degli Spurs a sporcare un pallone, fare un aiuto perfetto al millimetro, prendere un rimbalzo, stoppare un pallone o tappare qualche falla creatasi sul perimetro. Gooden lo sta ancora sentendo nei pantaloncini quando per tre azioni di fila lo ha annullato, stoppandolo prima, sporcandogli la palla sulla ricezione e sul re-post poi, per finire a forzarlo ad un tiro impossibile. [i]Quando ho iniziato la carriera volevo arrivare a mettermi al dito gli anelli di Pippen, ora ho la possibilità di superarlo e non me la farò scappare.[/i].
E incredibile vedere come lui legga tutte le azioni con un passaggio danticipo, come sia lallenatore in campo e si faccia sentire con i compagni, erudendoli sulle posizioni da tenere e i blocchi da fare. E semplicemente una sceneggiatura ulteriore allinterno di uno spettacolo difensivo degli Spurs che può, e deve, godere di maggior considerazione quando si valutano le partite. “Amazing” non è solo il 360 di Vince Carter o la tripla di Lebron, ma anche le rotazioni forsennate, gli aiuti difensivi e la capacità di condizionare la mente degli attaccanti avversari. E non venitemi a dire che non cè spettacolo in queste finali..
Sicuramente da top 10 della serata è anche unazione difensiva dello stesso Horry, che per recuperare una palla sporcata al malcapitato Gooden, vola verso la panchina di Popovich travolgendolo in quello che è un chiaro fallo di sfondamento. Popovich dopo il capitombolo si è rialzato e con un accennato sorriso (un vero evento) ha detto: Bravo Robert, rientra a difendere così. I vostri San Antonio Spurs al loro meglio.
Gli Spurs però non sarebbero tali se non riuscissero a rimettere in discussione ogni singola partita che giocano. Per tre quarti sono stati lesemplificazione della perfezione su un campo da basket, circolazione di palla vorticosa, buoni tiri per tutti e realizzazioni chirurgiche nei comfort spots. La difesa è il solito sistema perfettamente oliato, fatto di una collaborazione totale da parte di tutti e la completa e ferrea credenza nei dettami Popovicciani. Poi come un fantino che si alza dalla sella dandola su, succede che il meccanismo si ferma, la tensione si allenta e si arriva a capire come per questo sistema sia semplice andare in tilt se non cè il massimo della concentrazione. Parziale subito da tramortire un cavallo (24-4) e addirittura il +8 a tabellone dopo che si era sfiorato il trentello in pompa magna. A togliere le castagne dal fuoco uninvezione del mon petit garçon che con una virata (viziatissima da passi) inventa il canestro del nuovo + 10 e rimette mentalmente in carreggiata i suoi.
Già, lazione chiave del match, paradossalmente è questa e gli arbitri hanno sorvolato su un quinto tempo del francese in entrata, che anche un giocatore di seconda divisione libanese (con tutto il rispetto ed ammesso che esista) avrebbe visto.
E sempre meno comprensibile come tale infrazione venga giudicata e sanzionata dagli arbitri visto che nel primo tempo era stata fischiata a Bowen una partenza incrociata impeccabile, un arresto a due tempi brutto ma corretto di Ginobili e non fischiata quella roba di Parker perché armonica. E ora di finirla con questo discorso dellestetica, il regolamento parla chiaro e non stiamo parlando di Parker o di James, bisognerebbe insegnare agli arbitri non solo quando la partenza è viziosa, ma anche situazioni dinamiche che devono essere sanzionate e non lasciate passare solo perché pulite esteticamente o perché chi le commette è un all-star. Le respect call le lasciamo per altre situazioni su contatti più o meno veniali.
Il trio arbitrale di gara 2 è stato uno scempio in svariate decisioni, sbagliate sia dal punto di vista tecnico che etico, ma avete visto Brown o Popovich lamentarsi degli errori oppure addossare ai grigi le colpe di una sconfitta o di una rimonta? Dirigenti, allenatori e giocatori nostraniimparate imparate
Le partite di Cleveland cambieranno nella sostanza, nellintensità e nei volti dei Cavs, perché una delle migliori difese della stagione non può permettersi di difendere a braccia basse, senza voglia e sacrificio ad una finale NBA, perché non è tutto oro ciò che luccica e la grande serata di Duncan e compagni, è figlia anche di unaccondiscendenza avversaria al limite della rassegnazione. Lultimo quarto di rimonta può aver instillato nelle teste di LBJ in primis e dei compagni in secundis, la possibilità di battere gli avversari ed entrare finalmente nella serie per regalarci emozioni.
Le speranze dei Cavs passano da un maggior impiego di Gibson e Varejao ai danni di Huges e Gooden, oltre ad un po di spazio in più per Snow che con la sua esperienza può essere molto più importante di quanto possa sembrare. Serve intensità e fame di vittorie da parte di tutti, ‘Chosen one’ compreso. Chissenefrega se spara un air-ball da tiro libero, ora è arrivato il momento di farsi sentire, è lultima chiamata: Lebron se ci sei batti un colpoforte