Amatoriale sarebbe una parola troppo forte.
E nemmeno giusta.
In fondo, qualcuno i Pistons di Billups, Prince e Wallace li ha pure battuti per essere qui adesso.
Non riesco ancora a capire come, ma così è andata.
[b]Collegiale[/b] però mi sembra il termine più adatto. Prima di tutto perché è al college che dovrebbero andare metà dei Cavs, LBJ a guidare la transumanza verso lNCAA; Andy, Boobie, Sasha e Gooden dietro di lui, in fila ben ordinata.
[b]Collegiale[/b] è il termine più adatto anche per unaltro motivo: perché il 38% dal campo, il 31,8 % da tre e le due palle perse da Lebron, a 2 minuti dalla fine e ad 1:32 dalla sirena, sono cifre da college. Così come da college è mettere le due triple della disperazione che Lebron ha inchiodato senza ferro ferire, dopo una serata di clang intervallati da errori tecnico/tattici da freshman.
Rino Tommasi, nel tennis, le descriverebbe come il 15 che lo sfidante manda sullangolo più lontano sul 40-a-zero per lavversario.
Io le chiamo benedizioni.
Perché dopo 4 anni al Piano di Sopra, Scelto O Meno, è giusto che il ragazzo che porta con così tanta fierezza il numero #23 sulla schiena torni sui banchi di scuola, ad allenare un jumper che va e viene come vanno e vengono le vittorie al college.
Perché è giusto che uno sweep riporti James sulla terra.
Dato che né noi della stampa, né il suo entourage, né il suo coach abbiamo saputo farlo quando ancora avrebbe avuto un valore per le generazioni emergenti.
Perché in una post season NBA Lebron ha detto bene non si va a casa dopo una sola sconfitta, come accade nel mese di marzo ai non professionisti. NellNBA si va a casa dopo 4 sconfitte e ringrazio Dio che ne bastino solo 4.
Perché uno scempio del genere non lavrei retto per una quinta gara da cifre collegiali.
A conciliare cè il titolo nelle mani di Finley, un Signore del Basket, se ce ne sono rimasti ancora.
A conciliare cè uno storico trofeo da MVP nelle francesissime mani di Tony Parker, capace di giocare da leader, di parlare da leader e di dedicare il trofeo proprio al Signore di cui sopra.
No comment sul pubblico di Cleveland, sulla carta uno dei più caldi, dal vivo uno dei più capricciosi. Esattamente come la sua squadra di bambini viziati.
No comment sul famoso Mistake on the Lake.
Perchè se Cleveland è uno sbaglio, San Antonio è uno sbaglio con il fiume.
Mentre a Cleveland, la Hall of Fame del Rock merita da sola il biglietto daereo.
E parlando di rock, lo sapevate che Patti Smith, durante uno di quei memorabili trips festival che andavano in scena a San Francisco a fine anni 60, si è rotta losso del collo tuffandosi tra il pubblico adorante?
Magari Lebron si fosse tuffato su una che fosse una palla vagante. Magari avesse alzato un braccio che uno sul suo uomo in difesa.
Forse qualcuno dei suoi compagni lo avrebbe imitato.
Prima del 4° quarto.
Prima che i numeri diventassero troppo collegiali, così come le giocate a dettarli.
By Roseunplugged#5