Ormai anche Philadelphia ed i Sixers non saranno più gli stessi dal momento che una delle pochissime bandiere del basket americano ha lasciato la sua alma mater.
La situazione era deteriorata fino alla rottura, già in passato era successo con Iverson-Brown e Croce, ma alla fine si è sempre arrivati ad un compromesso. Questa volta però AI si è reso conto che, mentre prima con Brown in pachina si poteva competere per vincere, ora con Cheeks, le giovani leve e un front office non allaltezza, per vincere un anello o almeno lottare per farlo, ci voleva una sterzata.
Purtroppo la [b]maglia numero #3 dei Sixers diventa antiquariato[/b] per lasciare spazio a quella azzurra di Denver, con la quale dubitiamo sinceramente del fatto che possa andarsi a giocare lanello in tempi brevi.
Passata la parentesi sentimentale, veniamo ad analizzare la situazione di una squadra che definire work in progress è riduttivo. I lavori in corso si possono scorgere da un roster praticamente privo di superstar o giocatori da elite, che vorrebbe dire in termini manageriali, grande flessibilità sul mercatoerrore
La sofferenza dei tifosi di Phila durerà almeno per unaltra stagione, perché con la cacciata di [b]Webber[/b] non se ne è andato anche il suo oneroso contratto, infatti la rescissione è stata decisa dalla società, che pur di non vederlo più evoluire in imbarazzanti prestazioni ed esternazioni, ha preferito allentargli i 22 mln di dollari del suo contratto per vederlo giocare altrove. Una specie di Michael come ti vinco il titolo facendomi pagare da unaltra società Finley.
I milioni di Webber, sommati ai 7 milioni versati per lindimenticato, ma ormai ex giocatore, McKie e ai 10 milioni elargiti avventatamente nelle tasche di Dalembert, fanno si che la potenziale pietra miliare (AI #9) della squadra prenda solamente due milioni e sia attorniata, da sovrapagati o addirittura ex giocatori. Il gruppo che lo stesso Iguodala, Korver, Green e Miller formano sugli esterni è di sicuro interesse, perché mixa lesperienza di una point guard sempre (troppo) sottovalutata, la perimetralità milleresca di Korver e il grande talento fisico e tecnico di Iggy-pop.
Come è lecito aspettarsi con una dodicesima scelta al draft si era in cerca di giocatori con caratteristiche interne per andare a coprire quello che, da quando se ne è andato Mutombo, è il cruccio dei Sixers: il pitturato e la difesa. Risultato: preso [b]Thaddeus Young[/b], che è unala con potenziale di sicuro interesse, ma decisamente un punto di domanda sul quando e se migliorerà. Nella summer league Young si sta distinguendo con un discreto apporto sotto forma di punti ed atletismo, ma se consideriamo che Salmons è considerato un all-star delle summer league e che Banks detiene il record di punti a quota 42, qualcosa riserva continuiamo ad averla. I tifosi dei Sixers sono spaccati in due nelle valutazioni del draft, alcuni sono entusiasti delle scelte e della futuribilità del ragazzo, altri sono convinti che un giocatore come Julian Wright avrebbe fatto più comodo. Unanime approvazione invece per la scelta numero venti (via Miami) in Jason Smith che è un 7-0, sicuramente meno talentuoso del suo compagno, poco intimidatore ma in costante crescita grazie alla sua work ethic e alla voglia di ritagliarsi un ruolo nelle aree NBA.
Ora i Sixers, dopo che Joe Smith è andato ad ampliarela panchina dei Bulls e che Milicic si è accordato con i Grizzlies, il buco sotto canestro diventa unautentica voragine, perché i free agent nel ruolo sono ben pochi (PJ Brown, Melvin Ely, Chuck Hayes, Mike Sweetney), e tutto fa pensare che i grossi colpi di mercato siano belli che terminati.
Al momento a payroll non cè un singolo giocatore che possa ricoprire lo spot di 4 titolare, perché se Bobby Jones lo potrebbe essere per caratteristiche fisiche non lo è altrettanto per quelle tecniche. Invece negli esterni si naviga nellabbondanza perché oltre ai consolidati Korver-Iguodala-Green e Miller, si aggiungono Young, Carney e Williams.
Su Carney si è puntato molto lo scorso draft, ma durante la stagione ha mostrato più ombre che luci, mentre Williams sta facendo unimperiale summer league dal punto di vista delle realizzazioni, ma è sempre una combo guard di difficile collocamento.
La situazione per la prossima stagione, è decisamente preoccupante e lunica cosa che fa pensare in positivo i tifosi di Phila è il ritrono di [b]Larry Brown[/b] come vicepresidente esecutivo
La sua presenza potrebbe servire moltissimo a coach Cheeks per provare a gettare le fondamenta dei Sixers del futuro. Non ci sono grosse pretese ed attese sul gruppo per lanno prossimo, lunico obbligo è quello di cominciare qualcosa, affinare e selezionare chi ha le qualità/potenzialità per far parte di un progetto e scartare chi non è allaltezza. Limperativo è di non fare la fine degli Hawks che hanno sempre scelte alte al draft, ammassano talento potenziale e non riescono mai a fare neanche un passo in avanti rispetto alla stagione precedente.
Tutto questo non sarebbe digerito dalla città e dai tifosi, da sempre tanto esigenti quanto legati alla squadra. Linizio della resurrezione potrebbe nascere da quella voglia e quella abnegazione che mancano ormai da troppo tempoi giocatori che si buttano per terra per una palla vagante hanno da sempre elettrizzato il First Union Center prima ed il Wachovia Center poi.
Lunica vera ombra che aleggia sulla futura resurrezione dei Sixers viene dal presidente [b]Billy King[/b], che in questi ultimi anni non si è certo distinto per mosse di mercato assennate e scelte popolari. I tifosi di Phila vorrebbero la sua testa, non sono persauasi dal suo operato e sperano vivamente di esser smentiti nei prossimi anni. Sicuramente la situazione non è semplice, bisognerà inventarsi qualche giro di mercato particolare per portarsi a casa qualche talento e coprire le vaste lacune di un roster, ad oggi, mal assortitoHave a good summer Billy