Gli anni [b]dispari[/b] portano bene agli Spurs.
Questa è la prima constatazione che si può fare quando si va a ripercorrere la post-season appena conclusa: è indubbio che gli speroni ci abbiano messo del loro, però così tante coincidenze e combinazioni astrali sono innegabili.
Innanzitutto luscita di scena della miglior squadra della regular season, i Dallas Mavs, accoppiata con lunica squadra della Lega in grado di impensierirla per tutto larco della stagione.
Diciamo la verità: le probabilità di un successo dei nero-argento in una serie contro i Mavs erano molto basse; il fato però ci ha messo del suo ed ecco il problema risolto, anzi eliminato
La serie contro i Suns poi non ha ancora smesso di suscitare discussioni: tutti hanno ancora negli occhi i goffi tentativi dellassistente medico dei Soli di bloccare la fuoriuscita del sangue dal naso di Nash. Come dimenticare poi la decisione di Stern di punire Amare e Diaw, i contatti oltre il limite di Bowen e Horry, tutte situazioni che hanno spinto molti a gridare al complotto o ad affermare che, senza interventi esterni, avrebbe vinto luna o laltra squadra.
Tutte queste voci non avranno mai un riscontro, lunica cosa che nessuno potrà contestare è il fatto di aver assistito ad una delle più belle e combattute serie degli ultimi anni, sicuramente la serie più bella degli ultimi playoff.
Una volta superata Phoenix, lultimo avversario credibile per i texani era rappresentato da Detroit, ma anche in questa occasione la benedizione dellanno dispari ha colpito: difficile dire se la causa del fallimento dei Pistoni si sia verificato per demeriti propri o meriti dellavversario, quello che si può dire è che, al di là delle prestazioni maiuscole di King James e di Gibson, la sensazione di supponenza dei Pistons era palese.
Grazie a questa combo, anche lo spauracchio Detroit era stato evitato.
La serie coi Cavs sostanzialmente non ha mai avuto inizio: troppo il divario tra le due squadre e, senza un James formato stellare non sera pensabile nemmeno il punto della bandiera e lunica cosa che rimaneva da decidere era chi dovesse essere lMVP delle finals.
La scelta, ovviamente, non poteva che ricadere sulle tre all-stars: Ginobili, Duncan e Parker.
Tolto largentino, a mio parere, il miglior giocatore del mondo nellarte di mettere a segno la giocata decisiva, sia essa in attacco o in difesa, che, proprio per questa ragione non aveva tenuto medie allaltezza degli altri due, la sfida era vinta dal francese, autore di una post-season davvero convincente, che gli toglieva finalmente letichetta di giocatore determinate solo in regular season.
Al di là di tutti gli aiuti, presunti o effettivi, bisogna riconoscere a questi Spurs una capacità incredibile di essere sempre pronti ad approfittare delle difficoltà altrui, giocando un basket che per molti risulta essere noioso e ripetitivo, ma che in realtà è uno spettacolo per gli occhi per chi ama la pallacanestro, quella vera, non lo show.
Ha vinto ancora una volta un basket di chiara ispirazione europea e questo dovrebbe far riflettere coloro che osannano il run&gun e simili ancora una volta utile per ravvivare la regular season. Per lanello però citofonare da unaltra parte!
Non è passato molto tempo dalla conquista dellultimo anello, ma in casa Spurs già si lavora per il prossimo obiettivo: [b]sfatare il tabù dellanno pari[/b]!
Le premesse per raggiungere in tranquillità i prossimi playoff ci sono tutte, per arrivare in fondo però non è così semplice: la concorrenza è davvero numerosa ed agguerrita, specialmente ad ovest.
Inoltre, se è vero che il roster ha esperienza da vendere e un livello medio molto alto, è anche vero che lesperienza va di pari passo con letà dei giocatori e qui potrebbero arrivare i dolori: letà media degli speroni è molto elevata: ben 9 giocatori su 16 hanno più di 30 anni, 3 dei quali sono addirittura sono sopra i 35 (Barry, Bowen e Horry). A preoccupare maggiormente è il fatto che non si è ancora provveduto un giocatore giovane in grado di dare minuti a Bruce, a meno che non si ricorra nuovamente alla staffetta a tre tra Barry, Bowen e Finley.
La dirigenza avrebbe già individuato il nome per evitare questa situazione: [b]Ime Udoka[/b].
Guardia/Ala di 196 cm, 30 anni,, free-agent in uscita da Portland, avrebbe le caratteristiche ideali per dare importanti minuti di riposo a Bowen: difensore grintoso e discreto tiratore dallarco, permetterebbe agli Spurs di utilizzarlo in attacco nel medesimo modo di Bruce, nonché di avere sul parquet un giocatore con una mentalità che può solo far piacere a Coach Popovich.
In tema di mercato cè da registrare però unoperazione che risulta un po rischiosa.
Malgrado i persistenti problemi sotto i tabelloni, infatti, la dirigenza degli speroni ha messo in piedi uno [b]scambio con Houston[/b]: Spanoulis in maglia nero-argento, Jackie Butler ed i diritti di Scola ai Rockets.
A bocce ferme la trade sembrerebbe essere fortemente penalizzante per gli Spurs in quanto Spanoulis ha tutte le intenzioni tranne quella di voler passare un altro anno a scaldare una panca in NBA: vuole lEuropa e ha fatto comunicare ciò direttamente dal suo agente.
Scola poteva essere lanello mancante per il reparto lunghi e il compagno ideale per Duncan. Giovane (27 anni), rapido di piedi, ottime mani, uninfinità di movimenti nel suo repertorio, giocatore esperto, concreto, uno dei lunghi più completi del panorama cestistico mondiale, che, tra laltro, avrebbe anche ritrovato il compagno di nazionale Ginobili.
Houston non si sta facendo scappare loccasione e si è già accordata con il Tau per avere fin dalla prossima stagione largentino per formare una coppia che si preannuncia sulla carta molto molto interessante.
Oltre al danno la beffa verrebbe da dire ma si sa Buford ha vinto tante scommesse che sembravano perse in partenza, se ha messo in piedi questa operazione un motivo ci sarà pure!
Dal [b]draft[/b] è si arrivato, come manna dal cielo, Thiago Splitter, altro elemento molto interessante, ma, data la sua giovane età (22 anni), rimarrà ancora a fare esperienza nel vecchio continente.
Con la seconda scelta a disposizione gli Spurs hanno selezionato Marcus Williams, ala di 205 cm, provenente da Arizona, autore di 16.8 punti e 6.7 rimbalzi ad allacciata di scarpe, ma ancora non è stato firmato.
Ad oggi quindi la situazione del roster dei texani è sostanzialmente uguale a quella della stagione appena conclusa vero è che questo è il roster campione in carica però la prossima stagione i ragazzi di coach Pop dovranno lottare anche contro il fato: negli ultimi nove anni, infatti, gli Spurs, dei quattro titoli vinti, non ne hanno conquistato nemmeno uno negli anni pari (!!)….sarà sufficiente per sfatare il tabù dellanno pari?
Prossimamente su questi schermi la risposta intanto buone vacanze a tutti!