– Sito Uff. Fortitudo Bologna –
La Fortitudo Pallacanestro comunica di avere firmato con un contratto annuale Horace Jenkins, playmaker americano di 186 cm nato a Elizabeth, New Jersey, il 14 ottobre 1974. E’ un nome già estremamente conosciuto al basket europeo, un giocatore dotato di una bruciante accelerazione che sa usare al meglio sia per lanciare il contropiede che per buttarsi dentro in penetrazione, e proprio quest’ultimo aspetto è quello che i tifosi biancoblù della Fortitudo ricorderanno maggiormente per aver visto Jenkins in maglia Efes rimontare e battere la Climamio lo scorso anno praticamente da solo al Paladozza. Insomma,
un leader con talento allo stato puro e la capacità di segnare grandi bottini, ma allo stesso tempo di innescare una squadra dove sia sul perimetro (da Janicenoks, a Calabria e Mancinelli) che dentro l’area colorata (Thomas e
Nelson) ci sono giocatori che possono sfruttare al meglio scarichi e giocate in campo aperto. Ecco dunque quel leader naturale che coach Andrea Mazzon voleva per far girare al massimo la nuova Effe, con tutti gli ingredienti per far entusiasmare il pubblico fortitudino.
ARRIVA JENKINS, ESPUGNO’ (DA SOLO) IL PALADOZZA
Spettacolare e caparbio, sa segnare in ogni modo
Eccolo, il playmaker. Arriva Horace Jenkins, l’uomo che pochi mesi fa affossò le speranze biancoblù di approdo alle Top 16 guidando da solo l’Efes ad un incredibile rimonta ed espugnando il Paladozza con una raffica inarrestabile di entrate. Proprio quel portentoso assolo è l’emblema della sua straordinaria voglia di vincere e del suo essere un duro, un giocatore caparbio che sa vincere (anche) da solo. O meglio caricarsi in spalla la squadra nei momenti più difficili, puntare il canestro e buttarsi dentro oppure alzarsi in sospensione da qualsiasi distanza squarciando difese e retine. Una carriera nata dalla gavetta, la sua, un anno all’Union County College (a 18.4 punti, 4.6 assist e 3.9 rimbalzi) e poi, dopo aver smesso di giocare costretto dalle necessità di sfamare la famiglia facendo l’elettricista, e continuando a vivere la sua passione solo sui playground in cemento, venne visto distruggere con 49 punti in una partita estiva il ben più famoso play di Duke Williams ed immediatamente reclutato per tornare al college al William Patterson (NCAA Division 3) dal 1998 al 2001 mettendosi clamorosamente in mostra ed uscendone coi record assoluti dell’ateneo per punti (1.940, con 27.2 da senior da top scorer della propria conference) e parecchi altri primati legati al suo talento realizzativo. Invitato ai famosi Portsmouth Tournament e Desert Classic e quindi al Pre-Draft Camp di Chicago (11 di media), non viene scelto dalla NBA ma dai Florida Sea Dragons della USBL (col n. 16), ma preferisce varcare l’oceano per approdare in Italia alla Cimberio Borgomanero, in Legadue. Un torneo dove spopolò immediatamente in misura disarmante, segnando 30.9 punti di media (più 4.8 rimbalzi, 3 recuperi e 2.9 assist), meritando la chiamata in Serie A l’anno successivo (2002/2003) alla Lottomatica Roma: 14.9 punti, 3.4 rimbalzi e 2.1 assist le sue medie stagionali, portando la squadra in semifinale e arrendendosi solo di fronte… alla Fortitudo. L’anno dopo è in Grecia all’AEK Atene, nel campionato ellenico viaggia a 15.1 punti, 2.9 assist, 2.5 rimbalzi e 1.5 recuperi, ma soprattutto vola altissimo in Eurolega con 20 punti, 3.3 assist e 1.8 sia rimbalzi che recuperi. I tempi sono maturi per lo sbarco nella NBA e conquista infatti un posto nei Detroit Pistons seppur restando ai margini delle rotazioni della fortissima franchigia della Motown (15 apparizioni con 2.8 punti di media nella regular season 2004/2005). Decide così di tornare in Europa, questa volta in Israele con l’Hapoel Gerusalemme collezionando 16.3 punti, 3.8 assist e 3.4 rimbalzi in campionato ma soprattutto diventando il top scorer di Uleb Cup con 20.4 punti di media (con il 42.3% dall’arco) più 3.9 rimbalzi e 3.6 assist. Si arriva al 2006/2007, comincia in Turchia all’Efes Pilsen con cui gioca un’ottima Eurolega (14.5 più 2.7 assist e 2.6 rimbalzi) ma ha meno spazio in campionato (8.2 punti), così in marzo torna in Israele all’Hapoel con 10.7 punti (ed il 71.7% da due punti) in tempo per conquistare a sorpresa la Coppa d’Israele.