Diciamolo subito: La carriera da dirigente di Michael Jordan non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella (in verità ineguagliabile) di giocatore.
Il primo esperimento fatto con Washington non è proprio stato dei migliori, tra scelte sbagliate (Kwame Brown con la 1), scambi poco lungimiranti (Hamilton per Stackhouse) e il secondo rientro come giocatore, tutte cose che non hanno comunque permesso ai Wizard di arrivare ai playoff.
Chiusa la parentesi nella capitale, MJ, dopo qualche anno di pausa, torna a cimentarsi nel ruolo di dirigente, e lo fa con una squadra nuova, frizzante, e soprattutto, situata nei luoghi della sua infanzia, luoghi dove crebbe ed esplose come giocatore.
Sarà la volta buona?
Sembrerebbe di si. La squadra è giovane e con ampi margini di crescita, cè entusiasmo, e soprattutto la sensazione che il pezzo mancante per fare il salto di qualità sia arrivato con J-Rich.
Il quintetto: Felton, Richardson, Wallace, Okafor, Brezec, dovrebbero essere i 5 iniziali, anche se poi il quintetto sarà ovviamente soggetto a variazioni.
La partenza di Knight si è resa necessaria per permettere a Felton di esprimere completamente il proprio potenziale. Il talento delluomo da Latta è innegabile, anche se quel 38% al tiro grida vendetta. Sicuramente larrivo di J-Rich potrebbe togliere pressione dalle spalle di Raymond. Jason è il giocatore che serviva, un giocatore in grado di crearsi un tiro, un buon rimbalzista e un passatore sottovalutato. Nellultimo anno, sia per qualche incomprensione con Nellie che per qualche problema fisico, ha visto i suoi numeri calare, dopo che per tutte le stagioni precedenti erano andate sempre in crescendo. Il suo ruolo è quello di guardia, ma ha taglia fisica e atletismo per giocare da ala piccola, in un quintetto che prevede lo spostamento allala forte di Wallace.
A proposito di Gerald: Charlotte lo ha rifirmato a buone cifre. La poliedrica ala era ricercato da molte squadre, ma ha preferito rimanere in quella che ha creduto in lui, dopo 3 anni di cammei con i Kings. Lo scorso anno ha fatto vedere dei miglioramenti nel tiro da 3, soprattutto per quanto riguarda la mentalità. Con Okafor e Richardson forma con ogni probabilità la front line più atletica di tutta la lega.
Il ruolo di centro, almeno nei primi minuti è affidato a Brezec. Il centro sloveno, la scorsa stagione alle prese con un vero e proprio esaurimento fisico, ha visto calare i suoi minuti e il suo impatto sulla partita, soprattutto per quanto riguarda laspetto offensivo. Se sta bene è il patner perfetto per Okafor, potendo uscire per aprire larea al giocatore nigeriano. La sua carenza a rimbalzo può essere ben coperta da Okafor, Wallace e lo stesso J-Rich. Limpressione è che però, nei momenti caldi della partita, coach Vincent gli preferirà Okafor, affiancato da Wallace o May.
E proprio Emeka potrebbe essere lago della bilancia nella stagione dei Bobcats. Se il prodotto di Connecticut sarà quello dello scorso anno, ovvero uomo da doppia doppia assicurata, allora Charlotte potrà essere competitiva. Conoscendo letica lavorativa del centro nigeriano, siamo sicuri che arriverà al training camp ancora più forte dello scorso anno, dove oltre ad aver migliorato le sue cifre a rimbalzo e nella stoppata, ha aumentato in modo significativo la percentuale nel tiro da 2, segno di una maggiore sicurezza e determinazione ma soprattutto di nuove soluzioni nei pressi dellanello, oltre che di una ritrovata esplosività, persa nella stagione precedente per un errato lavoro in sala pesi.
La panchina: Avrà un ruolo importante. Molto probabilmente, almeno un paio di giocatori provenienti dal pino sembrano destinati a finire le gare, più precisamente gli indiziati sono Adam Morrison e Sean May. Con larrivo da J-Rich, il baffetto da Gonzaga verrà usato come sesto uomo, come produttore di punti istantanei, un ruolo che forse per il momento gli calza meglio. Lidea è quella di aumentare la qualità del suo gioco, e di dargli continuità. I problemi di Morrison lo scorso anno infatti, sono stati i continui alti e bassi e le pessime percentuali di tiro. Per May il discorso è diverso: quando ha giocato con continuità, lex Tarr Hill si è rivelato un buon rimbalzista (6.7 in 23 non sono male) e un giocatore competente sotto canestro. A secondo delle esigenze e delle decisioni di coach Vincent, si potrebbe vedere in campo un quintetto leggero con Morrison da 3 e Wallace da 4, oppure un quintetto più pesante, con Okafor e May insieme sotto le plance.
La rinucia a Knight, veterano, difensore e buon distributore di palla (oltre 6 assistenze a partita), se da un lato è una mossa per lanciare completamente Felton, dallaltro si potrebbe rivelare una perdita importante, visto la mancanza di un back up perlomeno affidabile in regia, dove per il momento cè il solo McInnis. Herrmann darà energia, ma attenzione a non confondere un giocatore solido con quello visto nellultima parte di stagione, dove largentino viaggio a quasi 20 putni e 6 rimbalzi di media. Altro giocatore fondamentale sarà Matt Carrol, specialista offensivo e giocatore sempre e comunque affidabile e al servizio della squadra.
Completano il roster, Othella Harrington, Derek Anderson e i due rookies Jermareo Davidson e Jared Dudley, ali atletiche e dal rimbalzo facile.
La stella: Sarebbe ingeneroso non parlare di Gerald Wallace, ormai diventato licona della nuova Charlotte cestistica. Ma Richardson è stato preso apposta per inserire nel roster un giocatore di classe, che sappia prendersi delle responsabilità e che possa costruirsi un tiro da solo. Okafor è uno dei lunghi più affidabili, almeno ad est, ma da qui a definirlo una stella il passo è lungo, per il momento.
Il coach: Ex giocatore con una onesta carriera NBA alle spalle (7 anni passati tra Orlando, Chicago, Seattle e Boston, che lo scelse nell85 con la chiamata numero 20), Vincent è approdato alla sua prima panchina NBA dopo anni contrassegnati da svariate esperienze, anche in campo internazionale, dove per esempio, tra le altre, ha allenato con discreto successo la nazionale Nigeriana. Reduce da una grande stagione con i Fort Worth Flyers della NBDL, Vincet è chiamato ad una annata convincente. Limpresa non è delle più semplici: I Bobcats sono si una franchigia appena nata, ma deve incominciare a trasformare il suo potenziale in risultati. Questanno lest si è sicuramente rinforzato, e il traguardo dei playoff sembrerebbe fuori portata, non invece una stagione competitiva, che faccia vedere a pubblico, dirigenti e addetti ai lavori, che Charlotte è pronta per il salto di qualità.
Con una squadra giovane, sarà importante che Vincent dia subito una sua impronta, specialmente difensiva. Quello della difesa deve essere il punto di partenza. Ha giocatori atletici, versatili, ha gli stoppatori, insomma il materiale umano non manca, bisogna solo farlo rendere al massimo.
[b]Stefano Manuto[/b]