Molte volte i luoghi comuni sono delle sante verità. E quindi, sarà anche una frase trita e ritrita, ma: riconfermarsi il secondo anno è molto più difficile che il primo, potrebbe essere il leit motiv della stagione dei Toronto Raptors. Le fortune della squadra del giovane Colangelo, passeranno inevitabilmente dalla riconferma di quanto di buono fatto vedere da alcuni giocatori lo scorso anno.
Prima di tutto Bargnani, la prima scelta, partito in sordina, ma arrivato a sfiorare il ROY.
E poi il duo dei giocatori collante Parker e Garbajosa, questultimo alle prese con beghe fisiche che si potrebbero trasformare in contrattuali se mai dovesse venire rioperato.
Per finire con il coach of the year, quel Sam Mitchell spesso sulla graticola durante linizio stentato di stagione ed ora fresco di rinnovo.
Il quintetto: Con ogni probabilità Toronto è la squadra per cui è più difficile delineare uno starting five fisso. Mitchell ha la possibilità di variare molto, specialmente nel reparto lunghi. Lidea è che possa prevalere, almeno per linizio delle partite (e della stagione) un quintetto classico, quasi conservatore. Un pivot, Nesterovic, una ala forte Bosh, un ala piccola più o meno di ruolo, come potrebbe essere Parker (o Kapono), una guardia identificata in Carlos Delfino e un play, che a meno di clamorosi stravolgimenti di gerarchia dovrebbe essere ancora Ford.
Ora dimenticatevi questo elenco, perché sono troppe le variabili e le possibilità per Toronto.
Considerando Bosh lunico punto fermo del quintetto (assieme a Parker), diamo unocchiata alle varie soluzioni a disposizione di Mitchell
Molto ruota intorno alla disponibilità di Garbajosa e al ruolo che si vorrà affidare a Bargnani. Con lo spagnolo disponibile al 100%, la sensazione è che Parker scalerà al ruolo di guardia, e che Delfino ritorni ad essere un elemento importante dalla panchina, un giocatore che possa dare minuti di energia, difensiva e, perché no, anche offensiva. Lo stesso varrebbe per Kapono, al quale si chiedono punti e affidabilità dallarco.
Capitolo Mago: Andrea, reduce da un europeo non proprio entusiasmante, dovrà dimostrare fin da subito di aver lavorato sui suoi difetti maggiori, ovvero: lo scarso impatto a rimbalzo, più attenzione nel gestire i falli e maggior solidità difensiva, oltre a continuare a lavorare alla costruzione di qualche movimento offensivo affidabile nei pressi del canestro.
Per quanto riguarda la questione rimbalzi, le prestazioni fatte vedere con lItalia non fanno ben sperare. Premesso che Bargnani non sarà mai un rimbalzista di vaglia, sia per attitudine che per tipologia di giocatore, va detto, a sua discolpa, che prima di tutto il giocatore si è irrobustito (quindi deve abituarsi ad una nuova struttura), e che sono praticamente due stagioni che non si ferma, considerando che subito dopo i play-off con Treviso è partito per lAmerica.
Problema falli: Qui si vedranno con ogni probabilità i miglioramenti più significativi. Con un anno di apprendistato alle spalle, Bargnani sarà più sicuro e soprattutto avrà anche imparato molte tendenze non solo dei giocatori, ma anche degli arbitri.
Un discorso che si lega con quello sulla difesa. Bargnani, nonostante stazza e altezza, sembra molto più attivo, più affidabile quando cambia su un giocatore più piccolo. Li vengono fuori i suoi piedi veloci e un atletismo spesso sottovalutato. I problemi incominciano quando deve marcare giocatori di post. Sul finire della stagione qualche miglioramento cè stato, ma ancora troppe volte ha degli angoli difensivi sbagliati, che lo portano inevitabilmente a lavorare male con gambe, braccia e corpo.
Offensivamente parlando, il talento è tutto li da vedere. Il salto di qualità ora deve avvenire non tanto nei punti segnati, quelli non sono mai stati un problema, quanto nelle scelte e nelle soluzioni. Lo scorso anno il suo compito era quello di uscire dal pino e tirare. Da questanno sicuramente verrà investito di maggiori responsabilità, che vuol dire si più palloni, ma anche più possibilità derrore. Se riuscisse comunque a mantenere la qualità avuta nella scorsa stagione, sarebbe già avanti coi lavori.
Altro cruccio per Sam Mitchell sarà il ruolo di play. Lo scorso anno, la staffetta tra Calderon e TJ Ford ha dato si buoni frutti, ma in certe occasioni ha escluso dalla gara uno dei due giocatori.
Cè curiosità su come Calderon (reduce da un sontuoso europeo) potrà prendere il più che probabile ruolo di riserva, seppur giocando quanti se non più minuti del titolare.
TJ Ford non è lemblema del play che detta i ritmi, anzi con ogni probabilità ne è la nemesi, ma Toronto non può fare a meno della sua energia e della sua produzione offensiva.
La panchina: Anche qui saranno tanti i quesiti che si porrà lo staff tecnico.
Partiamo dagli esterni: Calderon come detto, è il primo cambio di Ford. Nel ruolo di guardia e ala piccola, Delfino e Kapono, si divideranno i minuti, cambiando Parker e Garbajosa, senza dimenticare che Bargnani ogni tanto potrebbe essere schierato come 3° lungo, ma è una eventualità che accadrà solo in determinate situazioni. Con larrivo di Delfino, potrebbe trovare meno spazio Dixon, giocatore denergia e cuore. Il giocatore che più di tutti verrà sacrificato, dovrebbe essere Graham, forse il giocatore più energico del roster. Stessa sorte potrebbe accadere a Luke Jackson sempre più rilegato ai margini della rotazione.
Il pacchetto dei lunghi. Tutto dipende da come si concluderà la vicenda Garbajosa. Lo spagnolo, impiegato da numero tre in un quintetto alto, è anche il primo cambio nella posizione di 4, che può occupare sia in coppia con Bosh, ma anche con Bargnani o Nesterovic.
Di Bargnani abbiamo parlato sopra. Molto probabile che verrà utilizzato maggiormente da centro atipico, ma la sua versatilità permette svariati utilizzi.
Il resto, le briciole, verranno divise tra Maceo Baston, Humphries e nel caso Graham.
La stella: Chris Bosh è reduce dalla sua miglior stagione sia per punti che per rimbalzi (per la prima volta ha chiuso la stagine in doppia doppia di media 22.6 punti e 10.7 rimbalzi). Pur essendo afflitto da una fastidiosa fascite plantare, il prodotto di Georgia Tech è stato indiscutibilmente il leader della squadra. Ha aumentato il proprio raggio di tiro, tentando qualche apparizione (anche vincente) da oltre la linea da 3 punti. Lo staff tecnico, però, lo vorrebbe vedere non accontentarsi di tiri dalla media o partenze da fermo, che ne riducono inevitabilmente limpatto fisico dato dallatletismo e da una dinamicità con pochi eguali nelle lega.
Se non si sentirà minacciato dalla inevitabile crescita di Andrea, ne potrà trarre giovamento, venendo alleggerito delle responsabilità offensive, che gli permetterebbero di spremersi di più in difesa, dove deve migliorare negli aspetti che non siano la stoppata o il rimbalzo.
Il coach: Come detto allinizio è sempre più difficile ripetersi. Lo è ancora di più se lanno prima sei stato votato come allenatore dellanno. E la difficoltà cresce se, nonostante tutto, la tua reputazione nellambiente non è migliorata più di tanto nemmeno dopo il premio ricevuto.
La partenza non è delle migliori. Mitchell in una recente intervista ha dichiarato di non aver visto gli europei di Spagna. Una dichiarazione che già di per se potrebbe lasciare perplessi, ma che acquista sfumature più tragiche se in quelleuropeo giocavano nellordine:
La tua prima scelta NBA, per altro al debutto con la sua nazionale.
Il tuo giocatore tutto fare, nonché collante, per di più mezzo infortunato.
Il back up del tuo play, che potrebbe anche diventare il titolare della maglia, e il tuo centro. Questultimi due protagonisti poi, di una gran bel torneo (Calderon in particolare).
Il rinnovo del contratto sicuramente da fiducia a Mitchell, che comunque sentirà sulle sue spalle tutta la pressione di una dirigenza che lo ha si ripagato dei playoffs raggiunti, ma che sembra sempre sullorlo di un ripensamento.
[b][/b][b][/b][b][/b]