Stunning
E’ questo il termine inglese usato dalla stampa americana per descrivere un episodio scioccante, stordente, da lasciare annichiliti.
Usato spesso dalla stampa sportiva statunitense, dove la narrazione vagamente epocale, da guerra mitologica la fa da padrone.
L’effetto sulla franchigia di Portland, dell’infortunio di [b]Greg Oden[/b], è “stunning”. Ma potremo anche maccheronicamente definirla sfigata!
Il centro, prima scelta assoluta del 2007, cui tutte le franchigie facevano la corte, che ha costretto i gloriosi Celtics ad una striscia umiliante di sconfitte, che ha fatto perdere il sonno a Paul Allen e Kevin Pritchard si è rotto.
L’infortunio peggiore per un giocatore. Micorfattura al legamento del ginocchio. Un anno di stop, recupero al 100% non garantito, una carriera mai iniziata già a rischio. E una città e una squadra allo sbando totale.
“Gli farà male, gli farà molto male. Il dolore durerà settimane. Poi la lenta riabilitazione. Le vasche in piscina, le prime corse dopo tre mesi. Avrà bisogno di persone che gli stiano vicine. Dovrà ricominciare dai fondamentali del basket. E quando tornerà in campo sarà un incubo, avrà paura. Il recupero mentale è ancora più lungo.”
Parole di [b]Zach Randolph[/b], l’ex stella di Portland, che lo stesso infortunio lo ha subito nel 2005, ma da cui ne è uscito e alla grande, dopo un anno e mezzo. Fra recupero fisico e come detto mentale.
Lui ce l’ha fatta. E dopo una stagione numericamente ottima, è stato ceduto ai Knicks. Tanto, ci avrebbero pensato le spalle larghe di Greg a portare i Blazers verso un futuro scintillante. Peccato che le ginocchia del gigante da Ohio State non siano altrettanto solide…
Alla resa dei conti Portland si ritrova con un roster in cui il più anziano, [b]Joel Przybilla[/b], ha 28 anni. Da compiere.
Vi sono sei elementi con meno di 22 anni.
L’esperienza dei playoff l’hanno fatta, da comprimari, in tutto quattro giocatori.
Ci sono due rookies (per ora), e tre al secondo anno.
Sul fronte degli acquisti sono arrivati l’ala [b][/b]James Jones da Phoenix, il play [b]Steve Blake[/b] (per lui un ritorno) da Denver e l’ala forte [b]Channing Frye[/b], inserito nella Randolph-trade con New York.
Tre validi elementi, ma certo non stelle e probabilmente destinati alla panca.
Via i veterani, come Magloire. Via Francis, anche lui arrivato da New York, senza neanche pensarci un secondo. E via pure [b]Ime Udoka[/b], l’ottima rivelazione dello scorso anno, finito agli Spurs.
L’ambiente rossonero è così affranto da far balzare agli onori della cronaca persino [b]Darius Miles[/b].
Si avete capito bene, colui che (ironia della sorte) ha avuto lo stesso infortunio di Randolph e Oden. Che è fermo da un anno, che sembra non recuperare, che pareva destinato al taglio. E che ha un contratto fino al 2010.
In una recente e rara intervista, Miles si dice intenzionato a ritornare sul parquet. Sta dimagrendo (la flessuosa ala piccola era diventato un quaterback!), ha ripreso confidenza col canestro, non ha mai abbandonato lo spogliatoio durante tutta la scorsa stagione. Vorrebbe fare i Play Off, almeno una volta nella sua vita (povero…)
Può il flemmatico Darius far tornare un piccolo sorriso al preoccupato coach?
Ne dubitiamo, e ne dubita anche lo staff medico che non ha ancora dato il placet per poterlo fare allenare col resto del team. Senza contare che nello spot da ala piccola c’è un certo affollamento.
Se proviamo a fare una formazione, basandoci anche sui i primi allenamenti, McMillan si appresta a schierare una squadra da corsa. Scelta fra l’altro quasi obbligata, visti gli elementi.
L’azzardo sembra essere quello di proporre un quintetto atipico con due playmaker ([b]Jarret Jack[/b] e Blake), Roy spostato come ‘3’ e [b]Aldridge [/b]e Przybilla sotto le plance. Con Frye unico cambio decente dei lunghi. Poi come detto tante ali o simil-ali.
[b]Travis Outlaw[/b] dovrebbe essere favorito su Jones nel ruolo di titolare nel caso di fallimento del progetto sopra descritto. Da [b]Martell Webster[/b] invece, si attendono progressi. Come tenuta del campo e come costanza. Fisicamente è anche lui un’ala piccola, ma le speranze sono quelle di costruire una SG che sappia bucare la retina in uscita dai blocchi . Ruolo per altro vacante nel roster, quantunque non manchino i tiratori. Come [b]LaFrentz[/b], finalmente libero da infortuni.
Desta invece preoccupazioni il riacuttizzarsi del problema al tallone per Roy (dato da una leggera malformazione ossea della caviglia) che lo costringerà a saltare la pre-season.
L’unico ruolo veramente coperto è quello del playmaker.
Jack e Blake danno buone garanzie, mentre Rodriguez darà l’ulteriore accelerata quando ci sarà bisogno.
Completano la rosa due rookies scelti al secondo giro, ma probabilmente più pronti di quanto possa apparire. [b]Taurean Green[/b] e [b]Josh McRoberts[/b] dovranno sfruttare le occasioni che sicuramente avranno già da questa stagione.
Tuttavia, oltre ai giocatori che stanno facendo il camp coi Blazers, ci si aspetta un altro innesto. A occhio mancano un centro e una guardia.
Tirando le somme, di talento c’è n’è, e non solo potenziale.
Ma diciamocelo, le aspettative in agosto erano ben altre. I tifosi sognavano, e dover passare l’annata osservando Oden solo dal suo blog, è un bruttissimo risveglio.[b][/b]