Due domande che nascono spontanee, seguendo le vicende della squadra della città della pioggia.
La prima, perché ci sono stati [b]cambiamenti importanti[/b] durante lestate, la seconda invece, perché la diatriba tra società e amministrazioni locali per una nuova arena, è ancora aperta, e più che mai orientata verso la [b]fine della storia dei Sonics a Seattle[/b].
Forse, anche per questo, per iniziare una nuova era sotto tutti i punti di vista, è iniziata una [b]rifondazione[/b] che potrebbe portare ad ottimi risultati nei prossimi anni.
Le due stelle della passata stagione vestiranno una nuova maglia il prossimo anno: [b]Ray Allen[/b] è stato ceduto ai Boston Celtics, mentre [b]Rashard Lewis[/b] ha firmato un nuovo contratto con gli Orlando Magic. Al loro posto sono arrivati [b]due rookies[/b], che secondo i piani societari potranno diventare i pilastri sui quali costruire il nuovo progetto: da Georgetown, via Celtics, è arrivato [b]Jeff Green[/b], mentre è stato direttamente scelto dalla franchigia col numero 2 assoluto, da Texas University, [b]Kevin Durant, probabile fenomeno[/b].
È cambiata anche la direzione tecnica: il [b]nuovo coach è P.J. Carlesimo[/b], esperienze come capo allenatore a Portland e Golden State e come vice allenatore negli Spurs. Sempre dalla squadra texana arriva il [b]nuovo general manager, Sam Presti[/b].
Chiarissima quindi lintenzione della società di applicare il [b]modello Spurs[/b] alla franchigia, sistema di gestione vincente in questo ultimo decennio NBA.
Il training camp, iniziato da pochi giorni, è uno dei più competitivi della lega intera: le rotazioni, a causa del nuovo staff tecnico (Carlesimo ha nominato anche nuovi assistenti, tra cui molti ex-giocatori) e dei nuovi innesti sono ancora da definire, in alcuni ruoli vi sono anche tre giocatori che lottano per un posto, alcuni altri dovranno dimostrare di aver recuperato da gravi infortuni, altri dovranno reinventare il proprio modo di giocare.
Analizzando lorganico, la posizione di [b]playmaker[/b] è una di quelle più congestionate: [b]Luke Ridnour, Earl Watson e il nuovo arrivato dai Celtics Delonte West[/b] hanno tutti possibilità di un posto da titolare: Ridnour è in grado di guidare lattacco ma pecca decisamente in difesa, Watson è miglior difensore ma meno ragionatore, West è più che altro una guardia sottodimensionata, capace comunque di portare palla, segnare canestri e difendere, e per le sue caratteristiche potrà anche ricoprire minuti come guardia. È possibile che si continuerà come le ultime stagioni con Ridnour come partente, ma il suo cambio è probabile avrà un minutaggio equivalente al suo.
Punto dolente del roster invece sembra essere la posizione di [b]guardia tiratrice[/b]: con la partenza di Allen, sembra non esserci nessuno che possa coprire il buco lasciato. Tanti giocatori potrebbero cimentarsi nel ruolo, ma tutti adattando il proprio gioco, perché più adatti al gioco di ala piccola.
Ma tutti questi dubbi potrebbero venire fugati dalle [b]dichiarazioni dellallenatore[/b], che crede di avere già un degno sostituto del protagonista di He got game tra le proprie fila: [b]Kevin Durant[/b].
La cosa lascia un po straniti tutti quanti: un giocatore di 2.07, che ha dimostrato di essere buon rimbalzista al college, nello spot di guardia? Come potrà difendere su giocatori ben più piccoli e rapidi di lui? Nonostante sia già da molti considerato un giocatore pronto per la NBA, il suo ruolo naturale dovrebbe essere quello di ala. Di certo la sua versatilità gli può consentire di ricoprire diverse posizioni in campo, ma giocare le partite come guardia sembra un [b]vero azzardo[/b].
La spiegazione di Carlesimo è semplice: secondo lui potrà giocare in quella posizione, la quale inoltre gli permetterà di evitare i contatti che potrebbe subire più vicino a canestro, data la sua ancora esile corporatura.
In ogni modo, altri due giocatori potrebbero partire titolari nello [b]spot 2[/b]: il neo acquisto [b]Wally Szczerbiack e Damien Wilkins[/b]. Entrambi più small forward, sarebbero in grado comunque di adattarsi alla bisogna. Lex Boston e Minnesota è reduce da un paio di anni sfortunati, sempre alle prese con problemi alla caviglia che si sperano superati, nel qual caso avrà la possibilità di risollevare la sua carriera, anche mettendo la sua esperienza al servizio dei compagni più giovani. Dovrà quindi anche cancellare la cattiva reputazione che si è creata su di lui dai tempi dei Timberwolves, e dei dissapori con la stella Garnett.
Wilkins è più difensore, giocatore fisico, che comunque può offrire un rendimento discreto, ma forse poco più. È preferibile per lui un utilizzo ridotto dalla panchina, ma vista la scarsità di guardie, se altri avranno problemi, il posto da titolare sarà suo.
Discorso simile per il francese [b]Mickael Gelabale[/b], ancora indietro con lo sviluppo, sia dal punto di vista del gioco che del fisico per poter ambire ad una carriera NBA.
Inoltre per questo training camp è stato aggiunto lesperto [b]Jermaine Jackson[/b], che vista la penuria di guardie pure potrebbe anche fare la squadra.
Passando nella posizione di [b]small forward[/b], qui i problemi sono di senso opposto: l[b]abbondanza nel ruolo è quasi esagerata[/b], tantissimi giocatori che possono ambire ad un posto importante nella rotazione.
Ai già citati [b]Durant, Szczerbiack, Wilkins e Gelabale si aggiunge Jeff Green[/b], tuttofare che può ricoprire entrambi i ruoli dellala. Gli scouting del college lo descrivono come buon difensore in grado anche di segnare e dotato di unottima intelligenza cestistica. In caso di un efficace adattamento alla nuova realtà lo vedremo più o meno impegnato in campo, ma le prospettive sono comunque più che buone.
Difficile pronosticare un titolare, dipende molto dallinterpretazione che lallenatore darà ai due ruoli di guardia e ala piccola.
Gerarchie più definite invece nel settore [b]lunghi[/b]: a prescindere dal rendimento di [b]Green (che potrà giocare anche come 4)[/b] il ruolo di ala forte sembra destinato al positivo [b]Chris Wilcox[/b], eccellente rimbalzista ed uno degli elementi più importanti della squadra di questanno.
Altri due giocatori con caratteristiche simili a quelle dellex Maryland ma più orientati per necessità [b]verso il ruolo di centro sono Nick Collison e un altro dei nuovi arrivi, Kurt Thomas[/b] da Phoenix.
Collison è ormai considerato un giocatore affidabile, che contribuisce a rimbalzo, ma che in difesa subisce i giocatori più alti o atletici di lui. Thomas potrebbe essere visto come sua pedina complementare, in quanto più difensore. I suoi compiti saranno svariati: da giocatore di fatica, a chioccia per i tanti lunghi che i Sonics stanno cercando di far crescere. Una mano per il presente, ed una per il futuro insomma. Visto che per quanto concerne la [b]batteria dei centri[/b] è [b]difficile[/b] che per questanno possano avere un [b]impatto immediato[/b]. [b]Johan Petro[/b] non ha mai dimostrato di poter avere la mentalità per ambire a diventare un buon centro NBA, nonostante i mezzi fisici eccelsi. Discorso diverso invece per [b]Mouhamed Sene[/b], vero e proprio oggetto misterioso scelto da Seattle lo scorso anno: qui si è ancora allABC del basket. Servirà molto tempo, si intravedono le doti di stoppatore ma poco altro. Probabilmente nei prossimi anni la dirigenza si renderà conto dellerrore commesso in sede di draft, ma data la sua giovane età e un fisico massiccio, sembra più che giusto il tentativo di almeno tentare di renderlo un buon giocatore.
Ci sarà tanta [b]attesa[/b] invece per il ritorno, dopo un anno di inattività causa un grave infortunio al ginocchio, del bizzarro [b]Robert Swift[/b]. Sembrava già pronto ad un netto miglioramento prima dellinfortunio, è invece tutto da verificare se potrà di nuovo rientrare sulla strada del miglioramento.
Per questanno sarà [b]difficile raggiungere i playoff[/b], vista la concorrenza della Western Conference e la carenza in certe posizioni sul campo, a meno che Durant non si riveli fin da subito un giocatore straordinario
Limportante è impostare la [b]giusta mentalità per il futuro[/b], che si prospetta vincente. Serviranno ancora molti innesti e alcuni componenti del roster odierno verranno lasciati per strada in questottica.
Ci si aspettano [b]grandi cose da Durant[/b], che viene già dato da molti come Rookie of the Year e protagonista di una stagione già ad altissimo livello.
È probabile che gli avversari si troveranno di fronte una [b]squadra aggressiva[/b], forgiata difensivamente dal nuovo coach Carlesimo, [b]e divertente in attacco[/b]: la [b]velocità[/b] sarà la prima arma della squadra, viste le caratteristiche dei giocatori.
Almeno per questanno i tifosi di Seattle potranno godersi uno bello spettacolo, soprattutto con il pensiero rivolto ai prossimi anni. Ma subito, come nella migliore tradizione della città dello stato di Washington, arriveranno le nubi. E forse, si porteranno via anche la squadra. Speriamo proprio di no, sarebbe una sconfitta per la NBA intera (e per tutti noi), perdere lultimo avamposto dellOvest.