En passant, una raffica di nomi e media di minuti e valutazione: Poeta (31 minuti e 16,4 di valutazione), Crosariol (17,4 e 8,2), Di Bella (17,2 e 6,8), Garri (13,6 e 7,2), Vitali (24,6 e 12,2), Amoroso (29 e 12,4), Zacchetti (3 e 1,6), Giacchetti (20 e 3,8), Fultz (17,6 e 7), Mancinelli (32,4 e 14,2), Cavaliero (20,4 e 3), Datome (18,8 e 6,3), Gigli (15,3 e 3,5), Fantoni (9,3 e 1,8), Maresca (18 e 1,8), Gallinari (23 e 12,5), Passera (30,4 e 12,4).
Le medie non tengono conto delle cifre dellultima giornata; ma non credo che una partita in più cambierebbe molto le cose. Prendo in considerazione solo quei giovani (mi tengo largo con la definizione, considerando tali i nati dopo il 1980) che già hanno detto qualcosa di più o meno importante nella massima serie: vi fossero stelline in fieri che non ho considerato, chiedo venia; ma non credo che cambierebbe molto.
Sono troppo pigro per elaborare una media globale di minuti e valutazione. Salta allocchio che pochi giocatori superano i 20 di media. Di questi, solo Gallinari e Mancinelli giocano in squadre importanti. Tolti i veterani (gruppo che, per ragioni di vecchiaia, sarò presumibilmente epurato di più di qualcuno del folto plotone della classe 1975) e i due dallaltra parte delloceano, saranno proprio questi giovani, molti dei quali anagraficamente maturi ma statisticamente acerbi, a costituire lossatura della prossima nazionale.
Cè da stare allegri? Diciamo pure di no. Ma forse è il caso di sussurrare linsoddisfazione, senza fare gli strilloni allarmisti. Esprimerò a riguardo qualche riflessione, sollevando dubbi ed evitando spesso, da gran paraculo, di proporre soluzioni.
La prima grande questione è questa. Tutti gridano Diamo spazio agli italiani! Lanciamo i giovani! Per questo cè però un prezzo da pagare. Ecco, siamo disposti a pagarlo? Come tutti sanno cè un progetto di legge che, se approvato, decreterà lobbligo di schierare 6 italiani veri a referto dalla prossima stagione. Niente più status di italiano per i vari Stonerook, Eze, Radulovic e via dicendo. Via con i dubbi.
I club ambiziosi (e al momento meno italiani) lo accetteranno?
Sarebbe accettabile (e tiro in ballo anche le esigenze degli appassionati) un inevitabile impoverimento tecnico del nostro campionato, già ora in fase down?
Che combineremmo in Eurolega? Per il bene della nazionale è giusto sacrificare le ambizioni (per altro sempre più timide) delle squadre impegnate in coppa?
Ancora. La nuova regola non comporterà ulteriori problemi economici? Ricordo infatti che la tendenza a imbottirsi di stranieri e comunitari non è dettata da mera esterofilia: gli italiani, proprio perché già con le regole attuali sono fondamentali per far numero nel roster, costano di più!
Ultimo ma non ultimo. Siano pagati troppo o equamente, siano forti o meno forti (non voglio nemmeno pensare al ricorso massiccio a lattanti promettenti ma per nulla pronti: non avrebbe senso rovinare la domenica pomeriggio con la morosa al ragazzino delle giovanili), dove cazzo si pescano 6 italiani per 18 squadre?!
Ed allora una soluzione meno traumatica (del resto, siamo specialisti nel tirar fuori alloccorrenza tarallucci e vino: così andrà a finire, secondo me) sarebbe così inaccettabile?
Come non ammettere che il miglior modo per maturare e migliorare sia quello di giocare? Conservo però dei dubbi sullopportunità di imposizioni nazionalistiche. Un esempio. Abbiamo sfornato fior di giocatori tra i nati tra il 67 e il 70: Gentile, Pittis, Rusconi, Coldebella, Niccolai, Esposito… Elementi che hanno avuto spazio fin da giovani. Con loro cosa abbiamo vinto a livello di nazionale?
Altro esempio. La Jugo ha sempre privilegiato i giovani. Beati loro che lo fanno e che possono farlo (nessuno chiede loro di primeggiare nellEuropa dei club). Anche questanno hanno dominato i campionati giovanili. Tuttavia da qualche stagione, pur non essendo cambiata la politica, di Divac, Bodiroga, Danilovic, Stojakovic non se ne vedono più.
Non è che allora il forgiare campioni dipenda anche da fattori sui quali luomo (il dirigente, listruttore/allenatore) non può intervenire? E, nel caso specifico, non è che un campionato povero, che ha lindubbio merito di dare spazio ai giovani, formi alla lunga tanti giocatori, certo, ma poveri?
Non è che allora, pur con i suoi aspetti poco piacevoli (a me, ad esempio, più che il non vedere molti italiani, urta il fatto che le squadre siano infarcite di zingari: una stagione qui e la prossima altrove), il mantenimento dello status quo sia alla fine la soluzione migliore?
Lasciando perdere i talenti cristallini (il Mago, Belinelli, Gallinari) che emergerebbero presto e comunque, non mancano infatti esempi di giocatori che sono venuti fuori in un campionato di alto livello, facendosi largo tra i gomiti stranieri. Solamente lhanno fatto tardi. Mi vengono in mente Bulleri, Soragna e Mordente. Magari si può allora continuare a sperare, favorendolo ovvio con le scelte giuste (cioè non tali da minare il livello del campionato, che Poeta diventi solo tra 5 anni il play della nazionale. O che Gigli (Gino permettendo) sia finalmente il pivot che sposta solo alla soglia dei 30.
Insomma, di super giovani ce ne sono pochi (e vale bene la pena di goderseli). Ma i super attempati fanno sempre in tempo a venire fuori. Speriamo
Che ne pensate?