Potessi scegliere dove direi Houston. Sempre meglio giocare in casa.
Potessi scegliere quanto opterei per il minimo indispensabile. Rispondere MAI non è proprio possibile.
Avessi anche il privilegio di scegliere quando valuterei il più lontano possibile una dall’altra.
A cosa mi riferisco? Semplice. Affrontare i Dallas Mavericks e i San Antonio Spurs.
Dopo le trasferte di Los Angeles e Salt Lake City e la partita casalinga contro Portland cosa si è inventato il buon calendario? Dallas e San Antonio, una dopo laltra. Alla faccia delle preferenze, no?
Rimaniamo nel campo delle possibilità. Ipotizziamo una sconfitta contro i Lakers o con i Jazz, vittoria sui Portland Trail Blazers sul parquet di casa e vittoria a Dallas. Cosa diremmo? I Rockets sono una squadra costruita per battere le più forti, le franchigie nemiche di sempre, ma che deve migliorare con le cosiddette piccole. Potrebbe essere così?
Ed invece, frutto del caso o reale dimostrazione di quanto valgano questi Rockets, sono arrivate tre vittorie consecutive sui Lakers (95-93), Jazz (106-95) e Blazers (89-80). E lo stop contro Dallas (98-107). Cosa si può dire a questo punto? Squadra superiore alla media ma non così forte per affrontare certe squadre? Dallas e San Antonio per esempio?
Lultima considerazione mi pare la più giusta. Uno stop del genere frena lentusiasmo, è vero, ma in un certo senso fa tornare tutti con i piedi per terra. Se questa è una squadra con la S maiuscola, il test di verifica non sarà contro San Antonio o Dallas, per rimanere nella Division, ma in tutte le restanti gare. Daltronde, quanti esempi di squadre che vincono (in grande spolvero) i big match di regular season ma che vanno a sbattere sistematicamente contro il muro dei playoffs?
Coach Adelman sembra averlo capito. Capire che McGrady e la sua schiena debbano essere gestite era quello che ci voleva. Capire che 82 partite al massimo della condizione non sono realistiche, difensivamente e offensivamente parlando, non era poi così impossibile.
Ed ecco McGrady che esplode negli ultimi quarti delle partite, dopo qualche minuto in più in panchina. I Rockets vincenti NON possono fare a meno della loro stella assoluta, lunica che può prendere il comando, lunico in grado di passare (oltre che tirare) così come sa fare lui. Manna dal cielo per i Rockets se McGrady fosse veramente consapevole della sua forza in questo fondamentale. Kobe avrebbe mai passato ad un Shane Battier per il tiro sulla sirena della possibile vittoria? Difficile. Ed invece proprio a Los Angeles è successo che il gregario Battier decidesse la partita su assist di TMac.
Fortuna, tanta, ma se la sono andati a cercare. Ce ne vorrà molta, a Los Angeles comunque una nuvola fortunata sembrava accompagnare le gesta dei Rockets, lautocanestro di Luke Waltonne avevate mai visti di così clamorosi??
Si parla di fortuna e di coincidenze. Parlare del ricongiungimento tra Bonzi Wells e coach Adelman come lo classifichiamo? Colpo di fortuna, strategia azzeccata o semplice frutto del casoad oggi meglio non rispondere. Meglio godersi quello che di buono sta facendo lex Sacramento Kings.
Dalla fortuna alla determinazione il passo è molto più corto di quello che si pensa. Perché il segnale è chiaro. Dalla gara 7 di due anni fa contro i Mavericks (ancora loro) alla nuova stagione cera solo la volontà di chiudere il conto. Una nuova stagione, una nuova partenza come quando si resetta un PC. Via tutto dalla memoria.
Unaltra gara 7 persa, epilogo della scorsa stagione (contro i Jazz), è diventata invece un punto di partenza. Lo hanno dichiarato sia TMac che Yao prima della partita contro i Jazz, forse i più colpiti della tragedia sportiva che si è consumata lo scorso aprile.
La seconda gara della stagione è stata la gara 8 di quella serie che tutti ricordiamo. Serve determinazione e Houston ne ha assoluto bisogno. Come lNBA di questi Rockets.
Il bisogno di Steve Francis? Come negare che la dirigenza della franchigia si è data una bella mazzata sui piedi? La cosa più ridicola è crearsi un caso al proprio interno con le proprie mani, una di quelle tante situazioni che possono far degenerare il gruppo. Ridicola, soprattutto per il fatto che si poteva veramente evitare. Ed ecco Francis seduto in panchina, Adelman, a quanto sembra, con idee molto chiare su di lui, il pubblico che richiama il suo idolo a gran voce ed il gruppo che sembra farcela anche senza di lui. E qualche milione di dollari buttati al vento. Risolverà qualche gara, di questo ne sono sicuro, ma difficilmente tornerà ad essere il Francis di inizio millennio.
Il campo potrà smentire tutto quanto nei prossimi mesi.
Ma fermiamoci a quello che è successo nella notte scorsa. Vittoria contro i San Antonio Spurs (89-81), i campioni in carica. Sì proprio loro.
Frutto del caso? Dimostrazione della forza di questi Rockets?
A questa domanda preferisco non rispondere. Non vorrei dover ammettere di aver scritto troppe sciocchezze