Era nellaria da tempo e ora è successo.
Il 31 luglio è finita lera Kevin Garnett a Minnesota, con la più classica delle trade che ha portato da una parte (a Boston ndr) un giocatore straordinario che può assicurare ancora per alcuni anni punti, rimbalzi, stoppate e carisma; dallaltra giovani promettenti e contratti in scadenza.
Sono due infatti i criteri con cui vanno valutate le trade:
1) Quali giocatori arrivano (e, chiaramente, quali vanno via).
2) Quanto spazio salariale si libera, perché, se si punta sui giovani (quindi su giocatori con contratti meno onerosi) bisogna poi avere lo spazio salariale per ri-firmarli una volta che questi giungono a maturazione.
Entrando nello specifico, lo scambio ha portato a Minneapolis ben cinque giocatori e due scelte:
Sebastian Telfair, Al Jefferson, Theo Ratliff, Gerald Green, Ryan Gomes più la prima scelta di Boston del 2009 e la restituzione a Minnesota, di una prima scelta acquisita nellambito dello scambio che aveva portato Ricky Davis a Minnesota e Wally Szczerbiak a Boston .
Premetto,non sono mai stato un estimatore di Kevin McHale,come general manager, fin dai tempi in cui si era fatto buggerare dal suo ex compagno Danny Ainge acquisendo appunto Ricky Davis, giocatore forte ma estremamente discontinuo (e con un contratto da oltre 21 mln di dollari in 3 anni) e Mark Blount (oltre 35 mln in 5 anni per un giocatore che definire mediocre è un gentile eufemismo).
Bisogna essere onesti, però, il ciclo di Kevin Garnett si era concluso e anche con in squadra un fenomeno, quale [i]The big ticket[/I] sicuramente è, si sarebbe potuto sperare più di un ottavo posto e di uneliminazione sicura ai playoff.
Tanto vale allora ripartire da zero, o meglio da cinque.
[b]Al Jefferson[/b], pietra angolare di questa squadra, è già oggi uno dei migliori giocatori nel suo ruolo offensivamente parlando (centro piuttosto che ala forte) ed è destinato,nel giro di poco tempo, a diventare un giocatore da 20 e 10 con buona continuità, lunica perplessità è sicuramente lattitudine difensiva, ma il ragazzo è già migliorato tanto e migliorerà ancora.
[b]Ryan Gomes[/b] è un duro. Il suo problema è che non ha un ruolo predefinito, troppo piccolo per essere unala grande (suo ruolo naturale), troppo poco tecnico e pesante per essere unala piccola.
Cè da dire che il ragazzo ha lavorato tanto questa estate e il suo tiro, specie dalla lunga distanza, è migliorato, ma la sua atipicità potrebbe essere uno svantaggio perché quasi tutti i suoi pari ruolo hanno più centimetri di lui e specie con quelli più forti (Duncan, Garnett, ecc) vuol dire inevitabilmente soffrire .
Significativo in questo senso è stato lingaggio di Antoine Walker che sa tanto di bocciatura per il buon Ryan .
[b]Sebastian Telfair[/b] è sicuramente un playmaker di livello, ma è quello che si potrebbe definire un autentico reietto NBA.
Arrivato tra squilli di tromba nellNBA, dopo aver rifiutato la chiamata di coach Rick Pitino a Louisville, sicuro di una sua scelta al primo giro, Telfair fu scelto al draft del 2004 da Portland e dopo un buon inizio di stagione era stato promosso nel quintetto titolare alla cinquantaquattresima partita.
Il record parla da solo…5-23.. cosa che ha spinto i Blazers,complice anche un infortunio, a preferirgli Steve Blake .
La stagione successiva i Blazers decisero di cederlo a Boston nello scambio che ha portato Ratliff a Boston per i diritti su Randy Foye (strana la vita eh) che è stato dubito ceduto da Boston a Minnesota in cambio dei diritti diritti su Brandon Roy..(che fu poi mandato a Portland).
La stagione a Boston è stata molto deludente e Boston, tantè vero che, dopo un inizio stentato, gli fu preferito il rookie Rajon Rondo .
Anche i Wolves nutrivano diversi dubbi su di lui, infatti cercarono in tutti i modi di far inserire nello scambio Rondo, minacciando di far saltare la trade.
I Celtics, pur di cederlo, hanno pagato a Minnesota metà del suo ingaggio.
Come se ciò non bastasse il buon Sebastian, ha pensato bene in questi anni, di farsi incriminare per ben due volte per possesso illecito di armi e una (perché non cè il due senza il tre) per furto.
La domanda sorge spontanea :
Vi sembra questo lidentikit del playmaker che ti porterà ai playoff?
[b]Gerald Green[/b] è un giocatore su cui scommetterei (a quote ragionevoli) al di là delle straripanti capacità atletiche (note a tutti dopo la vittoria della gara delle schiacciate), il ragazzo nellultima parte della scorsa stagione ha dimostrato di essere un buon giocatore di pallacanestro.
Certo, ha ancora bisogno di lavorare tanto in palestra e la sua difesa è al limite del pornografico,ma chi ha visto lanno scorso la partita contro Atlanta (chiusa con un 5 su 5 da 3 punti) si è potuto rendere conto delle capacità di questo ragazzo.
La carta di identità parla per lu,i dato che il 26 di gennaio ha compiuto 21 anni.
Linizio di stagione, però, non è stato dei più incoraggianti, dato che nelle prime tre partite ha giocato soltanto un minuto.
Di Theo Ratliff non parlo, perché lunico motivo per cui ha fatto le valige ed è venuto in Minnesota è portare il suo esoso contratto in scadenza da 11,6 milioni di dollari, per poter liberare spazio salariale per la prossima stagione.
Oltre a questi cinque, nella off-season sono arrivati [b]Antoine Walker[/b], Wayne Simien e Michael Doleac scambiati, con Miami per [b]Ricky Davis[/b] e Mark Blount..
Dal draft è arrivato con la scelta numero 7, Corey Brewer, due volte campione NCAA con Florida, giocatore molto versatile, ottimo difensore, ma oggi come oggi difficile da collocare in un campo NBA. Certo se si punta sui giovani, questi sono i rischi del mestiere, ma qualcuno mi spiega per quale motivo stato firmato Greg Bucker (specialista lui pure) con un contratto da 16 mln per 4 anni?
Stesso problema per ciò che riguarda il playmaker. Di Telfair abbiamo già detto, gli altri playmaker sono: Randy Foye, scelta dellanno scorso al draft che però non ha convinto appieno e, alloccorrenza, il buon Marco Jaric.
Il buon Mc Hale ha pensato bene di portarsi in squadra anche Beno Udrih (quarto playmaker della squadra) scaricato da San Antonio e destinato ad essere poco più di uno spettatore non pagante.
La squadra è poi completata dal tiratore Rashad McCants (che sarà con ogni probabilità la guardia titolare), dallo specialista difensivo Mark Madsen e dai due lunghi muscolariChris Richard e Craig Smith.
Anche dal punto di vista salariale la situazioni di Minnesota non è tra le più esaltanti.
Questanno sono a libro paga ben 19 giocatori per una spesa complessiva totale di oltre 69 milioni di dollari, non si è dovuta pagare la Luxury tax solamente perché ci si è riusciti a liberare dei contratti di Troy Hudson e Juwan Howard (che era arrivato nello scambio che ha riportato Mike James a Houston).
Ma ciò che è peggio, non si è riuscito nemmeno a creare spazio salariale per i prossimi anni, perché se è vero che gli Wolves hanno solo 55 milioni impegnati (ciò significa circa 8-9 milioni da spendere prima di sforare il tetto della luxury tax) è altrettanto vero ci sono da rinnovare almeno tre giocatori chiave del progetto vale a dire: Gerald Green, Bassy Telfair, Ryan Gomes (oltre a Doleac o chi per esso) e ciò significa, molto probabilmente essere condannati allimmobolismo più totale.
Come avrete potuto capire dalle mie parole,non vedo grossi spiragli per questi Wolwes.
Il rapsodico progetto giovane pentito di McHale e Randy Wittman non ha fatto che peggiorare le cose.
Se cera una squadra a cui cedere Garnett, questa non era sicuramente Boston; si sarebbe dovuto andare a pescare a Chigago (città nella quale il bigliettone è nato ndr) o al limite a Phoenix franchigie in grado, sicuramente, di dare a Minnesota contropartite più gradite di questa accozzaglia di incognite .
Certo ci sono giocatori giovani ed interessanti, ma quando si da via un giocatore come Garnett si deve puntare su qualcosa di giovane, ma anche di più sicuro di semplici speranze.