[b]Aris TT Bank – Armani Jeans Milano 70-77 (11-26, 24-15, 19-21, 16-15)[/b]
Non ha nulla a che vedere con la scontro epico del 1986 dove l’Aris annientò Milano in casa, salvo poi uscire dalla competizione a causa di una delle più indimenticabili rimonte della storia del basket. Sono altri tempi, è un altro Aris, è un’altra Milano, ma soprattutto è ben altra sia la posta in palio, che la qualità (più morale che tecnica) dei giocatori.
L’inizio della partita è ritardato di almeno dieci minuti per un curioso lancio di carta igenica che copre completamente tutto il parquet e l’opera di eliminazione risulta piuttosto lunga.
Alla fine Milano vince con 20-28 da 2, 9-23 da 3, che non sono le cifre del Panathinaikos dominante sotto i tabelloni, ma quelle di una squadra che ha ritrovato finalmente un pò di fiducia nei propri mezzi, onorando appieno un’insidiosa trasferta in casa dell’Aris che ha perso una sola partita la settimana prima in Lituania e tra le mura amiche è sempre risultata una macchina schiacciasassi.
Le rotazioni ridotte all’osso (anche per lo sfumare dell’ [i]”affaire Cavaliero[/i]), spingono Attilio Caja a mettere in campo una zona bulgara dal primo minuto, che risulta tanto statica quanto efficace. In attacco è una sparatoria, un pò per la buona vena di Sesay, Gallinari e Vukcevic, un pò per una scandalosa difesa da parte dei padroni di casa, che concedono ogni iniziativa anche all’interno dell’area e a rimbalzo.
La prestazione da 26 punti della prima frazione fa stropicciare gli occhi ai tifosi biancorossi, ma ancora di più stupisce che una squadra così intensa ed organizzata come l’Aris sia scarica e imballata da una zona che li battezza apertamente al tiro.
Gli unici a provarci per i gialli sono il solito Massey (quasi mai innescato in campo aperto) e Serapinas, che è l’unico a vedere il fondo della retina dalla lunga distanza.
Reyshawn Terry viene tenuto in campo solo cinque minuti nel primo tempo da Gordon Herbert, Castle gioca 9 minuti e l’unico a trovare qualche iniziativa positiva è Bracey Wright.
Come spesso accade a causa delle rotazioni corte Milano si ferma, non riesce a trovare più ritmo in attacco ed arriva in debito di idee ed ossigeno alla fine del tempo, andando negli spogliatoi con due liberi regalati da Vukcevic a Wright per il -6 che sembrava impossibile solo 4′ prima sul -15.
Al rientro permane la zona milanese ed è il dejavu del primo quarto. Milano con la mente lucida e le batterie cariche ha un tipo di produzione offensiva, mentre in difesa vive sugli errori di approccio dell’Aris che continua nei suoi reiterati litigi coi ferri.
Sesay lancia sprazzi di puro talento anche in penetrazione, arrivando al ferro e lucrando qualche fallo, mentre Booker conduce l’attacco con sapienza, lucidità e tanta, tanta leadership. La figura dell’ex Kimhky è ciò che serviva a Milano, un veterano con carisma e credibilità in grado di regolare l’attacco ed essere da esempio per i propri compagni. E’chiaro che il suo innesto ha lobotomizzato la squadra, mutandola positivamente nell’atteggiamento, prima che tecnicamente.
Colui che dà la scossa ai colori milanesi, anche nei momenti di massima difficoltà, è però Tj Watson, che è una presenza al limite del demoniaco all’interno dell’area, cattura 16 rimbalzi di cui almeno tre fondamentali nel quarto periodo sotto il tabellone avversario.
Con il vantaggio anche in doppia cifra Milano addormenta il gioco sfruttando tutti i 24 secondi e spesso arrivando a conclusioni forzate, che però ad inizio quarto pagano grossi dividendi. L’Aris pian piano arriva sino al -6 con una lenta, ma inesorabile, rimonta sempre ad un passo dal compiersi. La palla è di Booker che la perde, lancia il contropiede di Wright che segna, subisce il criminale fallo di Vukcevic e fa -3. Sulla difesa allungata a tutto campo, Sesay costringe lo stesso Vukcevic agli straordinari per tenere la palla in campo (anche se con chiara infrazione di passi non ravvisata) e subire un fallo da Mottola della stessa stregua del predecessore per scelta.
La mano di Vukcevic non trema come quella di Sesay in precedenza e i due possessi di vantaggio permettono a Milano di chiudere la partita e portare a casa una vittoria, tutto sommato meritata, che dà finalmente un pò di nuova linfa ad un gruppo che ha mostrato alcuni miglioramenti importanti.
Se guardiamo il minutaggio dei giocatori è un miracolo aver vinto, Booker 38, Watson 33, Vukcevic 39, Sesay 37, Gallinari 37. Urgono almeno un paio di innesti per dare alla squadra rotazioni umane. Il mercato offre poco, ma tirare troppo la corda con questi sette/otto giocatori rischia di spomparli ed esporli maggiormente alla possibilità di infortuni.
Nelle ultime ore è stato definito l’ingaggio di Tony Giovacchini, dopo che era stato aggregato per elevare il livello degli allenamenti.
L’eurolega di Milano inizia oggi, ma ora è rinnovato lo spirito con cui si affronta la competizione e questo non è affare secondario…