La rabbia insita negli animi dei Mavs di inizio stagione per leliminazione negli ultimi playoff da parte dei Golden State Warriors si è notata in queste dodici partite dinizio campionato 2007/2008.
Nove vittorie e tre sconfitte (tutte fuori casa) e la sensazione che questo team possa dominare il proseguo della competizione è apparsa alla maggior parte di tutti gli aventi a che fare con lNBA.
Un roster del genere, con quasi tutti gli elementi che in passato in altre squadre han giocato in quintetto e a livelli eccellenti, è segno che, se i Mavs non arriveanno almeno alla finale di Conference, la colpa sarebbe da addossarla solamente al coach Avery Johnson.
Lo definiscono irruento e troppo emotivo da creare unatmosfera nervosa e sul limite della crisi di nervi a tutto lo spogliatoio. Per il sottoscritto, il parere è condivisibile, ma attenderei un pò di tempo e lascierei che Avery si faccia le spalle, prima di dire che sarà uneterno coach non vincente o altre amenità. Ricordiamo che ha solo 42 anni. Nessuno alla sua età aveva una squadra così a cui badare.
In attacco, il miglior produttore di punti risulta Josh Howard con 22 di media, sommati a quasi 7 rimbalzi. Il secondo violino (nessuna novità) è Nowitzki con 20 punti e 9 rimbalzi e 4 assist.
Linnovazione di questi Mavs si chiama Jason Terry con il suo nuovo ruolo di sesto uomo. Sta segnando 18 punti con il 47% da tre. Entra a partita già in corso, ma il minutaggio è il secondo della squadra dopo quello di Nowitzki con 36 minuti.
Gli altri punti li portano i vari Devin Harris, Jerry Stackhouse e i novizi Brandon Bass e Jose Juan Barea.
Gli ultimi due sono alle prime serie armi in questa Lega, visto che Bass, scelto dagli Hornets nel Draft 2005 e utilizzato poco da Byron Scott lanno passato, e Barea, sempre ai Mavs lanno scorso ma utilizzato anche lui poco, stanno dando un validissimo contributo negli odierni Mavericks.
Dieci punti con sei rimbalzi in ventitre minuti per il primo, nove punti in poco meno di un quarto dora per il portoricano determinano le grandi sorprese di questa stagione.
In difesa, la grande novità sono le rotazioni che il coach può fare contro la stella avversaria in the zone (modo di dire statunitense che vuol dire giocatore in canna o caldo). Nel settore guardie, chi possiede in una sola squadra Trenton Hassell, Eddie Jones, Devin Harris, Josh Howard e Jerry Stackhouse? (Li ho messi in ordine di valore difensivo)
Nessuno!
E con questa staffetta sarà molto arduo il compito per i vari McGrady, Bryant, LeBron, Anthony superare la prima linea di difesa, se marcati a uomo.
Quando poi, entrati in area trovano le manone di Diop o Dampier, allora si potranno vedere i cosiddetti braveheart, se segnano o perdono banalmente la biglia.
Diop, tra laltro, sta denotando grande voglia di giocare e sta mettendo su statistiche interessantissime.
Otto rimbalzi in ventisei minuti e una presenza sottocanestro, sia in attacco che in difesa, spaventosa. Toccando tutti i palloni nei pressi del canestro intimidisce perennemente le squadre altrui. Oltre a questo suo vigore fisico, in estate ha corretto molto la sua tecnica di tiro libero rendendolo così più pericoloso nelle aree altrui.
Appaiono la miglior squadra sia in attacco che in difesa. In transizione dopo una palla rubata quando si nota con che voglia il tedesco Dirk corre verso il canestro avversario si può ben capire dove la rabbia, il ragazzo da Wurzburg, labbia rinchiusa in Estate e dove la sfoghi ora.
Tutti i giocatori di Dallas sembrano così tonificati da porsi il dubbio se sapranno durare con tale condizione e se la troppa voglia di arrivare a fine Giugno non li rovini sia sullo stato fisico che su quello mentale.
Continuando con questo passo potrebbero battere il loro record di vittorie dello scorso anno.
Vedremo se i vari trainer dello staff di Johnson hanno eseguito un buon lavoro sulla condizione di questi ragazzi. La foga e la determinazione in questo gruppo ci sono, manca solo la certezza della condizione fisica nei mesi di Maggio-Giugno e poi, nella città del Texas si potrà respirare il puro odore della vittoria.
Problemi in spogliatio non ne appaiono per ora.
La squadra è tutta sulle spalle di Coach Johnson.
Così facendo Nowitzki ne gioverà anche per i mesi decisivi?
Nelle serie di playoff si è sempre dimostrato un grande giocatore con statistiche fenomenali (25 punti più 11 rimbalzi di media in 82 partite), ma non così deciso da permettere ai Mavs di vincere il titolo.
In Finale contro Miami due anni or sono, nel momento di Gara 3 in cui i Mavs si son trovati con un vantaggio in doppia cifra e con la serie sul 2-0, ha totalmente patito la marcatura di Posey e Haslem. Due giocatori più bassi e più veloci di lui, che, per il suo gioco fronte a canestro, si son rivelati fastidiosissimi da superare nel momento in cui partì in palleggio.
Anche contro Tony Parker e Ginobili ebbe enormi difficoltà ma risultò comunque decisivo.
Questo suo difetto, di soffire le marcature di giocatori più bassi di lui (quasi tutti direste voi?!) era più visibile due anni fa. Ora, sembra, che stia imparando a rimanere più sottocanestro. Si spera che adoperi più le spalle a canestro e così i Mavs aggiungeranno maggiore pericolosità visto che, comunque, sono una squadra più perimetrale di altre e la dimensione interna la possono dare Diop, Dampier, Stackhouse e proprio Nowitzki.
Una domanda finale vi pongo, e sarà , penso, anche quella che si stia ponendo Johnson da due anni a questa parte.
Se ho il possesso finale di una gara decisiva di playoff, vado con chi?
Nowitzki, Howard o Terry?
Tra mesi sapremo le risposte