E periodo di Natale, quindi di grandi compere, resse ai negozi e tantissimi stranieri che vengono nella patria della moda a far razzia di tutti gli articoli più esclusivi.
Di questi tempi anche il basket italiano sta vivendo lo stesso fenomeno, infatti in periodo estivo è ormai consuetudine che russi, greci e spagnoli, vengano a far la spesa in Italia andandosi a prendere i migliori giocatori del campionato, pagandoli fior di soldi e indebolendo quindi il campionato.
A testimonianza di questa moda possiamo vedere la classifica dei dieci giocatori più pagati dEuropa:
1. Sarunas Jasikevicius (Panathinaikos) 4.2 mil
2. Theodoros Papaloukas (CSKA) 3.5 mil
3. Ramunas Siskauskas (CSKA) 2.5 mil
4. Arvydas Macijauskas (Olympiakos) 2.2 mil
5. Lazaros Papadopoulos (Real) 2.0 mil
6. Alexei Savrasenko (CSKA) 2.0 mil
7. Dimitris Diamantidis (Panathinaikos) 1.9 mil
8. J.R. Holden (CSKA) 1.85 mil
9. David Anderson (CSKA) 1.8 mil
10. Nikola Vujcic (Maccabi Tel Aviv) 1.7 mil
E fin troppo facile capire chi abbia in mano i liquidi necessari per fare le corazzate e solamente la decima posizione è occupata da un giocatore di una squadra non della suddetta triade. E difficile per una Siena, Roma o Bologna andare ad avvicinare cifre tali, perché nel caso di Jasikevicius, ad esempio, solo il suo ingaggio è vicino ad un budget completo di una squadra di medio alto livello italiano.
Se però andiamo a vedere come si stanno comportando i giocatori che hanno lasciato lo stivale in estate ne potremo desumere spunti interessanti.
[b]1. Joseph Forte.[/b] Ha vinto uno scudetto a Siena da protagonista, dopo che su di lui erano calati diversi dubbi sulla tenuta mentale. Scartato dallNBA, è planato in Europa e Siena ha scommesso “forte” su di lui, prendendo anche considerevoli rischi, ma vincendo ampiamente. Dopo questa grande stagione è arrivato il rinnovo contrattuale con i biancoverdi, ma quando è arrivato lUnics con un’offerta, a sua detta, irrifiutabile tutto è sfumato ed il cospicuo buyout ha fruttato tanto alle casse senesi. Il suo impatto in quel di Kazan però non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello dello scorso anno, infatti in soli 18 minuti di utilizzo porta a casa 7,7 punti con il 35% da 2 e il 45% da 3. Se le percentuali non sono mai stato il pregio di Forte, quello che sconcerta è latteggiamento e la scarsa efficacia del suo gioco, tanto che la società sembrava essere intenzionata a tagliarlo.
[b]2. Anthony Grundy.[/b] Dopo una stagione in quel di Teramo costellata di piccoli infortuni, ma con unefficacia e un talento noti a pochi, la guardia ex Pacers si è accasato al Panellinos.
La squadra greca con il suo arrivo è la vera sorpresa del campionato a punteggio pieno in compagnia del ben più quotato Pana. Il suo apporto parla di 35.8 minuti in campo, impegati con 23.3 punti con il 47% da 2 e il 51% da 3 a cui aggiunge 2 assist di media. La Teramo dello scorso anno viveva molto delle capacità realizzative di Grundy, questanno il Panellinos fa lo stesso, unendogli la presenza imponente nel pitturato di Mamadou Ndiae. Forse le grandi squadre italiane e non, si sono lasciati sfuggire facilmente un grande giocatore quando il prezzo era ancora accessibile.
[b]3. Marcus Goree.[/b] A Treviso ha vissuto la sua consacrazione definitiva a livello europeo dove ha raggiunto il novero delle migliori power forward dEuropa raggiungendo il suo attuale compagno Smodis. Lanno scorso è stato difficile per le varie vicissitudini occorse alla società trevigiana, ma lui ha sempre rispettato al massimo la maglia, trainando positivamente anche tutti i compagni da vero leader. Questanno è allinterno della faraonica rotazione moscovita e in 18 minuti porta a casa 7.6 punti con più del 50% sia da due che da 3. La sua doppia pericolosità e la sua capacità di essere sempre in partita, aiutano Messina che lo può usare in svariate situazioni tecniche, sia con Smodis che con Savrasenko o anche in sostituzione di uno di questi.
[b]4. Nikolaos Zisis[/b] Che Messina avesse ancora un pezzo di cuore a Treviso era chiaro, ma in questo caso oltre al cuore ha anche mandato gli osservatori, infatti per chiudere il “ratto dei trevigiani” si è regalato anche un discreto cambio in cabina di regia con il greco. E’ un giocatore non eccelso atleticamente, ma un grandissimo playmaker, un grande lettore di gioco e porta con se una leadership in campo e un controllo della situazione, avvertibili anche da chi non si occupa strettamente di basket. Le sue cifre sono ben sopra la media dal punto di vista realizzativo, visto che non è mai stato il suo cruccio principale, ma sul fatto che potesse fare grossi bottini non vi erano dubbi. E’ il playmaker titolare che conduce l’orchestra, consegnadolo poi all’artista dei playmaker, ovvero Theo Papaloukas. Le sue cifre dicono che rimane in campo per 23 minuti con 8,7 punti, frutto di un 56% da 2 e del 50% da 3, uniti a 3.5 rimbalzi e 2.8 assists.
[b]5 Michael Hakim Jordan.[/b] Cantù lanno scorso ha fatto un gran bel colpo ad andarlo a prendere dal Rheine Energie Colonia e anche se il roboante cognome gli ha messo non poca pressione addosso, lui si è comportato sopra ogni aspettativa conducendo i brianzoli alla salvezza. Questanno lo Charleroi è andato a prelevarlo sperando che bissasse almeno in parte lannata precedente. Le cifre ci parlano comunque di un giocatore importante con 12 punti frutto di un 42% da 2 e un 47% da 3, ma non di un giocatore in obbligo di fare e disfare tutte le matasse dellattacco. Con lui cè anche unaltra ex conoscenza italiana come Justin Hamilton, che sta conducendo insieme allex Cantù lo Charleroi in testa al campionato belga assieme alla positivissima Ostende e il Mons-Hit.
[b]6. Ognjen Askrabic.[/b] Repesa lo scorso anno ci aveva visto giusto a volere un lungo delle qualità di Askrabic, che nel momento più difficile gli ha fornito tanta solidità.
Ora però si è accasato alla Triumph Moscow Region andando a formare un quartetto in squadra con laltro ex Roma Chatman e gli ex trevigiani Lyday e Slokar. Sinora è indubbiamente lui il migliore del quartetto con 13,4 punti a partita, conditi da quasi 7 rimablzi in 26 minuti di impiego. La sua capacità di giocare vicino e lontano da canestro lo rendono un Jolly, ma ciò che più lo contraddistingue è la sua capacità di passatore e di lettore di gioco, infatti 5.1 assist a partita (probabilmente generosamente conteggiati dai refertisti russi) lo rendono uno dei migliori giocatori del campionato.
[b]7. Mire Chatman.[/b] Sicuramente lo scorso anno nella capitale non è stato un mostro di continuità, però ha fatto capire a molti che talento e fisicità ne ha per davvero. Questanno al Triumph Moscow Region sta facendo davvero bene con 12.6 punti a partita con un interessante 69% da 2 e un modesto 33% da 3, corroborati da 3.6 rimbalzi (per quel discorso fisicità ci siamo) e 3,1 assists in 27,2 minuti di impiego.
Sicuramente il tiro da fuori non è la specialità della casa, così come il playmaking, ma questo ragazzo ha delle indubbie capacità e in una squadra con un organizzatore come Askrabic, passano in secondo piano alcune sue zingarate.
[b]8. Michel Morandais.[/b] Con Lynn Greer a fianco due anni or sono, sembrava il secondo violino che ogni allenatore vorrebbe avere, ha dei trampoli al posto delle gambe e una tecnica individuale degna di un gala di stile. Peccato che a basket si giochi anche con la testa. Lo scorso anno è stato al limite dellirritante e questanno che si è aggregato al Barcellona di Ivanovic non sta certo risplendendo per prestazioni. Rimane in campo 19 minuti con 5.3 di media e appena sopra il 30% sia da 2 che da 3. Pian piano si sta ritagliando uno spazio sempre più ampio nella cuccia di Ivanovic e siamo certi che con il tipo di atteggiamento di indisponenza mostrato in questi anni difficilmente ce ne uscirà indenne.
[b]9. Tyrone Ellis.[/b] Anche lui reduce da una stagione a Napoli in cui si è dimostrato leader e giocatore serio, Ty si è accasato al Cajasol mantenendo minutaggi altissimi con fatturati anche interessanti. La squadra viaggia ad un record di 3-6 e quindi non in acque tranquille, ma viene da una prestigiosa vittoria interna con il Barcellona. Nellultima vittoria Ellis si è fermato a soli 7 punti, ma le sue medie stagionali parlano di 12.8 punti con il 57,2% da 2, uniti a 2.6 assists in ben 33.4 minuti di impiego. Se cè la sfida Tyrone non si tira mai indietro.
[b]10. Jerome Moiso.[/b] Ha girato tantissime squadre, tutti hanno negli occhi il suo highlight ai tempi degli Hornets quando spedisce in terza fila unentrata di Iverson, ma i tifosi italiani hanno anche ben impresso la tipica frase accostata al suo nome: uno dominante però I però su Moiso sono tanti, ma ora ha la fortuna di essere inserito in una squadra che viaggia a vele spiegate in testa all ACB.
Lui non ha grandi compiti se non lintimidazione interna, i rimbalzi e il finire gli scarichi che fuoriclasse come Rubio e Fernandez gli fanno pervenire. In questo contesto viene fuori il Moiso non dannoso, senza grandi picchi di rendimento, ma senza i bassi visti soprattutto in maglia Fortitudo. 4.55 punti 4.8 rimbalzi in 18 minuti non dicono granchè, ma un sistema vincente è in grado di smussare anche gli angoli più acuminati di un giocatore..
[b]Honorable Mention:[/b]
Due ex bolognesi, uno fortitudino e uno virtussino sono finiti allAzvomash in Ucraina dove il campionato è mille volte meno intenso e stressante di quello vissuto a basket City. Kris Lang (scambiato dal sito della ULEB Cup nellultima giornata in un curioso Kris “Long”) e Tyus Edney, hanno la possibilità di godersi il discreto gruzzolo, giocare lUleb cup senza subire le difficoltà di vivere il basket sanguigno e passionale di Bologna. Soprattutto Edney che è giunto alla veneranda età di 34 anni ed ha vinto tutto in carriera.
Di Preston Shumpert si son perse le notizie, è invischiato nel campionato turco con il Besiktas, ma nel sito ufficiale della lega turca le uniche statistiche presenti a suo nome sono quelle della partita contro lEfes Pilsen, in cui ha fatturato 22 punti con solamente 8 tiri nella vittoria 93-77.
Marko Tusek dopo Milano e Malaga ora è finito allUnics Kazan assieme a Forte per proseguire la buona metà di stagione spagnola e per cacciare via definitivamente quella orrida di Milano.