Rieccoci per fare due chiacchiere anche sulla Western Conference, subito dopo il giro di boa delle prime 10 partite.
Prima di varcare il Mississipi facciamo un minuto di silenzio per il requiem sui Washington Wizards: la decisione di Arenas di operare il ginocchio già operato lo scorso anno, ma ancora non a posto, mette fine di fatto allepoca dei Wizards di Coach Eddie Jordan. Già in estate Gilberto ha dichiarato che a meno dellarrivo di rinforzi, avrebbe valutato attentamente la prossima estate (quando sarà free agent) il trasferimento ad altro indirizzo. In estate i capitolini non hanno portato nessuno in città, e lo stop per 3 mesi di Agent 0 renderà quasi impossibile lapprodo di Washington ai Playoffs, dove invece un buon risultato dei Wizards avrebbe potuto giocare a favore di un rinnovo contrattuale, e di conseguenza è molto probabile che lo scorato Gilberto cerchi fortuna altrove (intanto a Orlando gli stanno preparando un po di spazio sotto il cap … non si sa mai…). Un gruppo divertente, una squadra bella da vedere, che ha riportato latmosfera dei playoffs nella capitale, e la gioia del passaggio di un primo turno dopo oltre un ventennio. Butler e soprattutto Jamison stanno cercando di tener a galla la barca fino al ritorno del capitano, ma limpresa appare quanto mai ardua.
Washington, Miami e Chicago, date per sicure partecipanti alla post season non sembrano quindi oggi così sicure di disputarla, e gli inizi sotto il par di NJ, Cleveland e Toronto non aiutano a tenere alta lasticella per continuare a giocare ad aprile. Anche questanno credo che lest finirà allultima partita, con una ridda di squadre sotto il 50% che si contenderanno fino allultimo laccesso in paradiso. Che sia arrivato davvero il momento di Atlanta?
Ma torniamo a noi. Ovest, dicevamo.
Se ad est tutti i pronostoci sono saltati (in peggio, a parte un Orlando infallibile e una Boston addirittura meglio di quanto ci si aspettasse), ad ovest le sorprese sono pochine.
Parlando di sorprese, non si può che iniziare dagli [b]Hornets[/b], freschi di ritorno a New Orleans, che non hanno necessariamente castigato il top della lega, ma hanno dimostrato una costanza invidiabile.
CP3, dopo aver sfavillato il primo anno, e convinto poco in un secondo anno inficiato anche da tanti infortuni, sta ora tornando su livelli sorprendenti (capace anche di dare 23 assist in una gara). Il piccolo play crea per sè, ma soprattutto innesca con puntualità i compagni, riuscendo anche nel difficilissimo compito di mandare in doppia cifra di punti Tyson Chandler. Lex bambino prodigio di Chicago comincia così a diventare un giocatore interessante, ora che riesce ad unire un minimo di produzione offensiva a doti difensive da all star. West intanto si riconferma su livelli stratosferici (giocatore praticamente da 20+10), ala grande dal gioco più da esterno che da lungo, ma decisamente molto affidabile. Chi fatica ad entrare in ritmo è invece Stojakovic, ma la notizia vera è che finalmente sta (relativamente) bene, e può giocare. Il quintetto è completato da Mo Peterson, veterano non eccitante, ma che di certo non ti danneggia. Il problema di questa squadra? Che con questi 5 abbiamo più o meno finito.
La panchina offre ben poco, col risultato ovvio che, quando i titolari devono riposare, o peggio, sono fuori per infortunio, la squadra tende ad andare sotto con tutti. Come dimostrato dalle partite saltate di recente da Paul, coincise sinistramente con un periodo di asfaltate senza dignità…
Per questanno lobiettivo della squadra (raggiungere i playoffs) è senzaltro a portata, ma per aspirare a qualche cosa di più, oltre alla naturale maturazione e crescita dei giocatori del quintetto, è necessaria una panchina più presentabile.
[b]SanAntonio[/b] è partita forte, di certo non come una squadra di vecchietti (quale è) che vogliono risparmiarsi per la post season. Merito principale della partenza a razzo è di Ginobili.
Al di là del giochetto tecnico-psicologico del Pop, che lo fa partire curiosamente dalla panchina, salvo poi farlo giocare comunque più di tutti, Manu è in forma smagliante, grazie anche alla scelta di non partecipare ai panamericani di questestate con la sua Argentina. Finalmente ripostato, el Narigon sta producendo attacco in solitaria, anche quando il coach lo circonda di 4 figuranti e gli chiede di arrangiarsi, cambiando il trend delle partite.
Missione ampiamente compiuta, e trofeo di sesto uomo dellanno conteso solo dallaltro finto sesto uomo, Jason Terry.
Parker, dopo MVP di finale e matrimonio Hollywoodiano con la sua casalinga disperata, sta tornando quello che tutti noi abbiamo imparato a conoscere negli anni, ovvero un giocatore fantastico, da veder giocare tenendo però sempre pronto un grosso bastone…
Il suo avvio è stato segnato da un alternarsi casuale di partite eccezionali e partite disastrose (oddio, la causa del disastro contro i Mavs era abbastanza nota, e di nome faceva Devin…), per la gioia del Pop.
In netta ascesa anche largentino minore, Oberto, che dopo due anni di ambientamento, ha finalmente capito cosa deve fare per giocare affianco a Duncan. Di intelligenza sorprendente, sia in attacco che in difesa gioca negli spazi lasciati dal caraibico, ne copre gli errori e ne sfrutta i punti di forza. Sembra che Timoteo abbia finalmente trovato il compagno di giochi che gli mancava dai tempi dellAmmiraglio.
A proposito di Duncan: il 21 è lunico della squadra ad andare in manifesta amministrazione controllata: al di sotto delle sue medie di carriera, colpevole anche di prestazioni imbarazzanti (come un 4 punti totali, che non gli capitava da quando faceva il nuotatore…). Che ci stia prendendo in giro appare però evidente quando decide che la partita merita la sua attenzione, e allora i trentelli tornano con gran naturalezza.
Horry non pervenuto: siamo ufficialmente agli infortuni-patacca per preservarlo per i playoffs. Senza dubbio se lè meritato, ma attenzione a creare un precedente di questo tipo in una lega in cui, potendo iniziare a giocare a marzo, faresti fatica a togliere lanello a Shaq o TMC…
[b]Dallas[/b] è, giocatore per giocatore, abbondantemente la squadra più forte della lega. Una squadra con: Jason Terry, Jerry Stackhouse, Trenton Hassel, Juwan Howard, Erik Dampier, a est va facile in finale di conference. A Dallas invece sono i panchinari. Dallas è lunica squadra della lega a potersi permettere di avere giocatori (anche di quintetto) infortunati, e andare avanti come se niente fosse. Se però diamo per buono che le altre squadre non si infortunino, e che comunque alla fine puoi farne giocare al massimo 5 alla volta, qualche dubbio sul fatto che i 5 schierabili da Dallas possano arrivare fino in fondo qualche dubbio lo lascia.
Se Duncan è in amministrazione controllata, Nowitki viene giù in ciabatte: basso minutaggio, basso impatto offensivo, il tedesco ha decisamente lasciato il proscenio ad altri (soprattutto Terry e Howard), e si sta dedicando soprattutto alla fase di creazione per gli altri quando (spesso) viene raddoppiato. Questo approccio decisamente più maturo, oltre al fatto di arrivare in fondo meno stanco, potrebbe far fare il salto di qualità alla post season del tedesco.
Il sospetto numero di partite vinte in rimonta (clamoroso il recupero da -24 contro Toronto) può essere letto come segno di maturità di una squadra più sicura dei propri mezzi e che non si fa prendere dal panico, ma anche come una Pistonsizzazione, ovvero il giocare le partite con sufficienza, ritenendo di poterle sempre aggiustare con un parziale nel finale. In analogia ai Pistons, le ultime due partite (lultima addirittura contro la Washington senza Arenas) si sono concluse senza riuscire a completare la rimonta.
Possono arrivare (facilmente) tra le prime 2 a ovest, ma il loro vero banco di prova inizia a maggio.
[b]Last Dance Arizona[/b]. Lorologio biologico di Nash (!?), la scadenza in estate del contratto di Marion, il troppo tempo (ormai 4 anni) trascorso dallinizio dellesperimento di Dantoni, senza ottenere lunico risultato che conta, fanno sì che con ogni probabilità questa stagione per questo gruppo sia un Win or Go Home.
Difficile che, a meno del raggiungimento come minimo della finale NBA, la dirigenza (che già nellestate ha fatto capire col caso Thomas di gradire una maggior attenzione allaspetto finanziario della gestione della squadra) continui a investire tempo e denaro in questo gruppo.
E così i Suns si ritrovano con addosso tutta la pressione possibile, oltre ad una situazione di spogliatoio fra le peggiori della lega (certo, cè sempre NY, ma non puoi fare la gara sui loro ritmi…), con Marion titolare di numeri da favola (soprattutto a rimbalzo) e di rapporti da Siberia con la squadra e soprattutto con Nash.
Lavvio non è stato brillante, e non ostante un record complessivamente buono, la squadra sviluppa un gioco molto meno convincente degli anni passati. La principale nota positiva è la definitiva consacrazione di Barbosa, ancora guastatore, ma sempre più affidabile, nella speranza che la sua esplosione convinca Dantoni a farlo giocare anche play e a dare maggior riposo a Nash.
Per quanto riguarda larrivo di Hill, la situazione è inaspettatamente… scialba!
Qualcuno attendeva Hill come il salvatore, che con la sua esperienza e intelligenza avrebbe fatto fare il salto di qualità definitivo ai Suns,
Qualcun altro, come il sottoscritto, riteneva lex Magic del tutto inadatto al sistema dei Suns, non essendo lui nè un tiratore mortifero, nè un contropiedista o giocatore in grado di esibirsi in velocità, visti i noti e devastanti infortuni subiti.
Mai come in questo caso, la verità sta nel mezzo. Hill è riuscito a colmare con lintelligenza quello che il suo corpo non poteva più dargli, e quindi si è ben inserito nel sistema dei Suns pur avendo una marcia in meno; il tiro è ancora altalenante, ma conoscendo letica lavorativa del giocatore, è probabile che entro aprile sarà senzaltro migliorato e più adatto alla nuova situazione tecnica. Le sue statistiche sono buone, ma per quel famoso salto di qualità, al momento sinceramente mi sembra di non vedere nulla.
Su [b]Utah[/b] ho poco da aggiungere rispetto a quanto già detto nei pezzi precedenti (a parte il chiedermi come diavolo si fa a perdere contro i Knicks…). Il loro record penso sia destinato a migliorare un po, mentre il livello di gioco si mantiene sorprendentemente alto. Unica nota curiosa: a un giornalista che gli chiedeva se adesso fosse felice di essere rimasto a Salt Lake City, Kirilenko si è incupito e ha risposto: non parlo di questo argomento. Ora, che un russo tenda ad essere più malinconico e introverso di un …napoletano, possiamo capirlo. Che ci possano essere città americane più attraenti della capitale dei Mormoni pure.
Se però sei russo e lalternativa che proponi non è Las Vegas, ma Mosca, anche questo non dovrebbe essere un problema. Lorganizzazione dei Jazz, a parte licenziare Sloan, ha fatto tutto quello che poteva, dentro e fuori dal campo, per cercare di mettere a proprio agio la loro stella.
I risultati di squadra mi sembrano incoraggianti, il gioco offensivo lo coivolge di più, se il problema è solo che gli sta sulle balle il suo capo, beh, Andrej, benvenuto nel gruppo…
Fermi tutti, arrivano i [b]Rockets[/b]!
Dopo il sorprendente inizio, gioco scoppiettante, TMC in gran spolvero, clinic sul gioco elargiti con generosità alle squadre più forti della lega, la dura realtà è tornata a bussare alla porta dei Rockets.
E bastato un lieve infortunio al gomito per McGrady, per ricordarci cosa sia Houston senza la sua stella: il livello di gioco resta di buon livello, non si scade nel penoso come gli scorsi anni. Le vittorie però non arrivano, e lombra degli infortuni si riaffaccia in casa Rockets.
Mentre Dwight Howard sembra ambire con prepotenza al titolo di miglior centro della lega (pur essendo in realtà unala grande), Yao, che dovrebbe essere lerede designato di Shaq, non ha perso loccasione per farsi bastonare nuovamente dal maestro: nella recente Miami-Houston un decotto Oneal ha tirato fuori la miglior partita (26+14) della sua scadente stagione, per ribadire al cinese che non è ancora il suo turno.
Su [b]Denver[/b] non mi pronuncio, anche perchè credo che nemmeno George Karl sappia cosa aspettarsi da questa squadra: in singola serata possono vincere con tutti, ma anche perdere con tutti, mentre in una serie limpressione è che non possano battere nessuna delle grandi ad ovest. Dallas, SanAntonio, Phoenix, ma anche Utah e Houston mi sembra siano superiori. Come dire, anche questanno è difficile che si passi il primo turno.
E passiamo al solito argomento scabroso, che coinvolge i Gialloviola.
I [b]Lakers[/b] hanno un record migliore delle aspettative, considerando gli infortuni a Odom e i…diciamo i piccoli screzi che ci sono stati fra la star e la società…
Il livello di gioco, specie in attacco, è salito, grazie soprattutto al fatto che il nucleo principale della squadra è insieme da 3 anni, e lattacco di Jackson è piuttusto lungo da assimilare.
Il ritorno di Fisher in regia ha ulteriormente migliorato la qualità delle esecuzioni, specie se confrontato col regista precedente, Smush Parker, che stava alla triangolo come lo scemo del villaggio alla serata dei nobel per la fisica.
Bynum migliora, decisamente, e conforta la sua dirigenza sul fatto che effettivamente tra 2-3 anni potrà essere un centro da ASG. Peccato che Kobe abbia idee un po diverse sulle tempistiche.
Il deragliamento di Bulls, Pistons, Nets e Wizards potrebbe aumentare il desiderio di queste squadre di provare a cambiare qualcosa, e farle diventare più generose nelle contropartite offerte a Kupchak per il figlio di Jelly Bean. Il principale ostacolo allo scambio però potrebbe essere per assurdo proprio Bryant, che ha potere di veto su ogni trade, e che potrebbe trovare poco interessante finire in una di queste squadre, già poco competitive di per sè, e che verrebbero spolpate dalla trade. Più facile a questo punto che scelga di aspettare giugno, portare i Lakers ai PO (dove il passaggio del turno appare comunque utopistico), e poi scegliersi con calma la contender preferita per dare la caccia al quarto anello.
Chiudo con [b]Portland[/b], una delle sorprese più piacevoli di questo campionato; il record è quello che è, e i playoffs non sono nemmeno immaginabili.
A parte qualche vittoria contro le prime della classe, questa stagione però sembra generosa di soddisfazioni con la squadra dellOregon: le prime indicazioni sono infatti molto incoraggianti circa lo sviluppo dei numerosi giovani di valore presenti a roster.
Se Roy (non ostante qualche problema fisico) si sta sostanzialmente confermando sui livelli dello scorso anno (che è comunque un bellandare), e diventa sempre più il leader e il go to guy di questa squadra, le sorprese arrivano dalla crescita di Webster, di Jack (che sembra aver trovato la sua collocazione ottimale come sesto uomo di energia), e soprattutto lesplosione di Alridge.
Pensare a questo nucleo fra un anno, con un Oden e un po di esperienza in più fa venire il sorriso sulle labbra. Ci si aggiunga che, essendo tutti giovani, il monte salari è piuttosto basso, e lo spazio sotto il cap potrà aumentare trovando acquirenti per il contrattone in scadenza di Miles, sembra proprio che a Portland sia ora di tornare ai bei tempi che furono.
Che non a caso sono stati celebrati di recente, quando lintera squadra giunta in finale nel 90 e 92, quella di Drexler per capirci, ha assistito ad una partita casalinga dei Blazers, rilasciando dichiarazioni incoraggianti sui nuovi pupilli della città.
Quello che gli manca rispetto a noi, ha detto The Glyde, è solo lesperienza.
Sacrosanto.
Dategli due anni, e questi si siedono nellelite dellNBA per la successiva decade.
Vae Victis