Come pare lontano oggi il 17/06/2007: dalla Finale Scudetto sono passati solo 5 mesi e mezzo, ma pare un’ era geologica. Rivoluzionati roster e guida tecnica la Virtus pare non trovare più il bandolo della matassa. La scommessa dei 4 colored è stata persa, ed in modo netto, incontrovertibile, senza remissioni. Il nucleo storico non è riuscito ad infondere ai giocatori americani quello spirito, quell’ animus pugnandi che lo scorso anno aveva caratterizzato la compagine bianconera. Il coach è da due mesi, dopo ogni sconfitta, che ripete le stesse cose, che non sono ancora una squadra, che giocano individualmente, che si sciolgono alla prima difficoltà, ma i rimedi chi deve portarli ?
Che l’ assemblaggio di questa squadra non fosse semplice era parso palese a tutti, un play maker, Will Conroy, alla prima esperienza fuori dagli U.S.A. ; una guardia reduce da uno spledido campionato in Francia, Dewarick Spencer, chiamato a confermarsi in un torneo di supposto più alto livello; Delonte Holland, all’ esame di maturità per il passaggio da splendido solista a fuoriclasse; Alan Anderson, l’ ultimo arrivato, l’ uomo con il pedigree più importante, il reduce dalla NBA, erano questi gli uomini da assemblare. Ebbene non uno è riuscito a mantenere le promesse iniziali, anzi tutti insieme si sono fatti notare per comportamenti diciamo poco professionali, tanto da arrivare all’ esclusione, poi inspiegabilmente rientrata, di Cantù.
[b]Conroy[/b]: in difficoltà fin dalle prime gare, difensivamente inadeguato ed offensivamente troppo poco pericoloso per creare spazi per i compagni, i quali, bisogna dirlo, nulla hanno fatto per farsi trovare pronti e liberi ad un suo passaggio.
[b]Spencer[/b]: anch’ esso pare avere lasciato la difesa in valigia a casa, dimenticandosi di portarla in terra felsinea, ed in attacco alterna momenti di onnipotenza a vuoti incomprensibili.
[b]Holland[/b]: non ha mai dato l’ idea di voler fare il giocatore di squadra, atteggiamenti indisponenti verso l’ allenatore, poca ricerca dei compagni, mai un aiuto difensivo, esame di maturità fallito in ogni settore.
[b]Anderson[/b]: dopo un inizio promettente al ritorno dal viaggio negli USA ha calato, in modo vertiginoso, il proprio rendimento, non riesce più ad essere incisivo partendo dalla panca come nelle prime gare, e pare abbia avuto contatti con altre squadre per un contratto più vantaggioso.
[b]Pillastrini[/b]: la linea della carota di inizio stagione non pare aver avuto effetti positivi, il difendere i giocatori non ha portato effetti postivi, anzi. Le uniche partite veramente positive sono state quelle giocate dopo coppole subite o provvedimenti della dirigenza. Ah, la dirigenza, non ce ne eravamo scordati.
Detto popolare dice che il pesce puzza sempre dalla testa, senza voler togliere nulla dei meriti che il patròn Sabatini ha avuto in questi anni, questa stagione, per ora fallimentare, ha in lui il principale responsabile. Dopo il passaggio di Faraoni al Settore Squadre Nazionali, la Virtus non si è più dotata di un GM veramente operativo, e mentre gli scorsi anni Markovski mascherava in parte questa mancanza, quest’ anno è salita prepotentemente alla ribalta, e le dimostrazioni sono tante.
Partiamo della pessima gestione estiva dei casi Di Bella e Michelori, passiamo al considerare l’ Eurolega una serie di “gite enogastronomiche”, facendola pagare però come se la Virtus fosse veramente una contender. Consideriamo la scelta del playmaker, che dovrebbe essere il tassello fondamentale di una squadra, fatta in ottica più economica che tecnica, non accontentando oltretutto il proprio tecnico scartando i nomi scelti da Pillastrini, e che oggi si scopre non sapere giocare il pick and roll, ma una domanda sorge spontanea: qualcuno l’ aveva visto giocare prima di prenderlo ? Vogliamo anche parlare dell’ ingaggio di Anderson, che è stato l’ esborso più alto della campagna acquisti bianconera, uomo che gioca nel ruolo di Holland, il giocatore che si sapeva più difficile da gestire caratterialmente ?
E’ di questi giorni la notizia della cessione di Conroy, il più serio professionista fra i 4 americani, che si accaserà all’ Olimpia Milano, assunto a capro espiatorio di questo turbolento inizio di stagione. Anche qui si spera che un giocatore sia in dirittura di arrivo poichè se l’ arrivo di Mc Grath era stato fatto per allungare le rotazioni, a oggi queste tornano ad essere risicate, considerando anche la fragilità di capitan Di Bella.
Vedremo altresì se questa decisione servirà a mettere con le spalle al muro gli umorali giocatori rimasti, che vista sparire la coperta di Linus dell’ inadeguatezza del playmaker dovranno dimostrare che sono in grado di guadagnarsi i dollari che vengono loro versati puntualmente sui loro conti correnti. Intanto però i segnali che arrivano non sono incoraggiantissimi, se è vero che Anderson e Crosariol sono stati messi fuori squadra per la partita di Eurolega contro l’ Olimpia Lubiana.
Ad oggi il bilancio di questa stagione è fallimentare, e nonostante i proclami all’ insegna del ” Lasciateci perdere” la Società deve fare qualche cosa, cercando un leader, che a questa squadra manca come l’ ossigeno, e smussando i comportamenti che in mancanza di risultati sono difficilmente digeribili da molti tifosi virtussini.
Per piacere, se scelte drastiche devono essere fatte, che si facciano, ma sempre con lo stile che il simbolo Virtus merita e che gli uomini al comando hanno dimostrato in questi anni di amare.