ROMA: Ukic, Stefanssonn, Hawkins, Gabii, Lorbek
BARCELONA: Lakovic, Basile Acker, Trias, Kasun
I QUARTO II QUARTO III QUARTO IV QUARTO
9-22 31-37 50-60 65-74
Alla sesta partita di Eurolega, che vede la squadra perdere per la quinta volta, non sono piu’ ammesse giustificazioni: non tempi di recupero ristretti, non infortuni, non una partita giocata in trasferta. Se il record dice 1-5, come quell’Olimpia Milano bistrattata a destra e a manca, evidentemente qualche problema sussiste. Attenzione pero’: la partita di stasera, in casa col Barcellona, si poteva anche perdere; differenza di roster e di esperienza tra le due squadre, annessi all fattore Kasun, sono valide argomentazioni a supporto del risultato finale. E allora, direte voi, perche’ questa arringa? Perche’ Roma, questa partita, poteva portarla a casa. E tutto quello che e’ potenza ma, ahime’, non riesce a tramutarsi in atto, genera delusione, malcontento e rabbia.
Andiamo con ordine, raccontando brevemente la cronaca della partita. Il Barcellona di Dusko Ivanovic si presenta a Roma dopo la pesante sconfitta patita a Siviglia ad opera del Cajasol di Ruben Magnano, ex varese, e dopo 2 giorni di allenamenti “fasciati”: voglia di riscatto alle stelle quindi, che si traduce in pressione sin dall’inizio per i blaugrana, in campo con due “5” come Kasun e Trias a contrastare due “4” come Gabini e Lorbek. Bisogna attendere due minuti per assistere al “gol”di Mario Kasun, al quale risponde immediatamente Stefansson; l’attacco di Roma prevale di spaziature, miranti a coinvolgere il maggior numero di giocatori possibili, ma le mani di Lorbek e compagni sono fredde, tanto quanto basta a mandare gli ospiti sul 5-13 con 2/10 dal campo, che diventerà 4/17 alla fine del quarto. Eppure la maggior parte dei tiri della Lottomatica è di di buona qualità , mentre dall’altro lato del campo si vive anche dell’ignoranza dei canestri di Gianluca Basile.
Il secondo quarto vede la Virtus iniziare col piglio giusto ed un td pass, ricevuto in end zone dal convalescente Daniels per un canestro e fallo, mette in partita anche il pubblico del Palalottomatica; ma, tra le fila del Barcellona, c’e’ ancora il Baso, lo stesso giocatore reduce dalla disastrosa spedizione spagnola, che non sbaglia praticamente nulla, così come l’intera squadra blaugrana. Solo una tripla di Fucka, mixato al pressing e alla zona comandati da coach Repesa, permettono ai padroni di casa di limitare i danni ed andare all’intervallo sul -6.
Ora, il palco e’ tutto per gli eroi immortali del Banco Roma di Larry Wright che, nel 1984, sconfisse a Ginevra proprio il Barcellona, capitanato da San Epifanio, in un’epica finale di coppa campioni: l’Eurolega celebra quella squadra storica, aizzando ancor di più i 5000, famelici sognatori dell’Eur, verso il secondo tempo dell’incontro.
Purtroppo, però, la musica non accenna a cambiare e, dopo il canestro di Stefansson, ci pensa il 6-0 di miniparziale del Barça a riportare tutti con i piedi per terra. Kasun, centro imponente e dominante come pochi da questo lato dell’oceano, spiega basket in post non trovando, come accaduto con Pekovic una settimana prima, nessuna maglia romana ad opporgli resistenza: chiudera’ con 18 punti ed un solo errore dal campo.
Ma, contrariamente a quanto possa sembrare, Roma non molla neanche per un secondo il treno che la tiene aggrappata alla partita, riuscendo a chiudere (grazie a un canestro sull’asse Ukic-Lorbek) a -10 la frazione di gioco.
L’ultimo quarto è una lenta, inesorabile agonia verso la sirena: Roma continua a lottare, malgrado i canestri del talentuoso Lakovic, tenendo sempre alta l’intensità , recuperando ben 16 palloni agli avversari e forzando un totale di 18 palle perse ma, questa sera, contro la macchina perfetta di una grande squadra quale è il Barcellona e con un imbarazzante Allan Ray in campo, non c’e’ verso di cambiare le sorti del 65-74 finale.
Chi salvare? Certo non il ragazzo di Vilanova, che dopo la prova opaca di Cantu’ ne fornisce un’altra, se possibile, ancora peggiore: 0-4 da 2 con 4, sanguinose, palle perse e 2 triple insaccate.
Erazem Lorbek, con 13 punti, 6 rimbalzi e 3 rubate è il migliore dei suoi, assieme a un David Hawkins da 8 punti, 4 rubate e 4 falli subiti.
Non era l’ultima spiaggia, ma qualcosa di simile: adesso con 4, delle prossime 5 gare interne, bisognerà trarre il massimo profitto sapendo che, altri errori, non ammetteranno appello.
Ultima nota per la societa’, incarnata dal Presidente Toti: passi la sua incompetenza cestistica (ha dichiarato che Roma ha mancato di intensita’, quando le cifre che abbiamo sciorinato poco sopra dimostrano il contrario). Quello che, a differenza della stampa romana, non possiamo sorvolare, e’ la mancata richiesta della Virtus Roma del cambio di data (o, tuttalpiù, di orario), per permettere ai sostenitori laziali di poter seguire la squadra di basket, dato il parallelo incontro di Champions League allo Stadio Olimpico, cosi’ come tante volte in passato avvenne invece per la concomitanza con le partite dell’As Roma. Considerando che, spesso e volentieri, il PalaEur e’ tutt’altro che pieno, non ci è sembrata un’ottima mossa neanche in chiave societaria oltre, e’ bene ribadirlo, a dimostrarsi una mancanza di rispetto verso gli abbonati di entrambe le societa’.
MVP Mario Kasun:
il giocatore croato che ha solamente sfiorato l’ NBA con la maglia degli Orlando Magics, domina la gara sotto i tabelloni e conduce virtuosisticamente alla vittoria i suoi compagni di squadra.
PLAY OF THE GAME:
la zone press romana che, a poco più di un minuto dalla fine della gara, provoca un’infrazione di campo, infrazione poco fischiata sui campi di gioco proprio per la sua difficoltà ad essere forzata. L’azione successiva, con l’errore di Stef sul -6 chiude, di fatto, il match.
Lottomatica Punti: Lorbek 13, Fucka 12;
Rimbalzi: Lorbek 6; Assist: Ukic, Ray 2
Barcelona Punti: Kasun 18, Basile 15;
Rimbalzi: Trias 9, Grimau 8; Assist: Sanchez, Lakovic 4
QUOTES
Facce visibilmente contrariate, quelle che appaiano in sala stampa:
REPESA: “Non siamo riusciti a tenere il nostro ritmo. Quando giochi con queste squadre non puoi permetterti nessun calo di concentrazione. Loro hanno meritato la vittoria e gli faccio i miei migliori complimenti per il loro valore. Non siamo stati intimoriti da loro nel primo quarto, ma non ci hanno permesso di giocare alla nostra maniera. Non abbiamo bisogno di lunghi, la squadra va bene cosi’, dobbiamo cambiare la nostra mentalità . L’Eurolega non è compromessa, ma dobbiamo giocare le partite che ci restano come se fossero delle finali e non ce ne fossero altre.”
D’altro canto l’esperto Gregor Fucka, analizza sapientemente l’andamento della gara:
“Non siamo partiti bene e non siamo riusciti a replicare quello che di buono avevamo fatto vedere ultimamente. Gli abbiamo lasciato canestri facili e quando permetti troppo ad una squadra che possiede interpreti di questo tipo non puoi che trovarti in grande difficoltà . Oggi facevamo molta fatica a costruire soffrendo molto la loro difesa. A loro riusciva tutto a noi nulla”.