Tutto finito? Puff, volato via come una nuvola di fumo, come quando il Lebrone si soffia via la polverina dalle mani?
No dico, tutte le polemiche, la tempesta mediatica scaturita (giustamente) attorno alle dichiarazioni estive dellex n° 8, sono state dimenticate in quel di L.A. e, cosa ben più importante da KB24?
No perché, il Bryant di questo inizio stagione, sembra un giocatore che si fida molto dei suoi compagni. Un giocatore che forza niente o quasi (sempre per i suoi standard), che vuole coinvolgere tutti, che esegue
I Lakers di questinizio stagione, pur con i soliti difetti, sono una squadra complicata da affrontare, a tratti bella da vedere e soprattutto abbastanza vincente.
A far la differenza sicuramente la voglia di Bryant di giocare per la squadra e con la squadra, ma anche la crescita di alcuni giocatori, oltre allacquisizione estiva di Fisher, giocatore esperto, che conosce la triangolo alla perfezione, sa come si fa a giocare vicino a Bryant ed è ancora un tiratore molto affidabile. Ma non è solo la presenza dellex Utah: Bynum è un giocatore che sta viaggiando in doppia doppia di media in 26 minuti di utilizzo, Farmar si è calato alla perfezione nel ruolo che Jackson vuole da lui, Walton è magistrale nella triangolo e Turiaf da sempre e comunque il 110%.
Tutto rose e fiori?
Neanche per idea. Il primo e più grande problema porta il nome di Lamar Odom, che sta dando un contributo troppo basso per essere un secondo violino. Tutte le cifre sono in calo. Addirittura gli assist sono un 1/3 di quelli che smazzava la scorsa stagione. Ma oltre alle cifre, è evidente la sua riluttanza ad ergersi come la seconda opzione offensiva, difetto che ha sempre lasciato più di un velo di dubbio sul suo reale valore. Intendiamociil giocatore è talentuoso a livelli assoluti, pur disponendo di una sola mano, accompagnata però da visioni e proprietà di palleggio proibite ad un giocatore di 208 cm.
Con un Kobe così, ci fosse un pater più credibile, i Lakers si sarebbero tolti qualche soddisfazione di più.
Altra nota dolente, sono i paurosi cali di concentrazione che la squadra attraversa più volte durante la stessa gara. E qui, non bisogna andare tanto lontano: Kwame Brown è infortunato e la concentrazione non è mai stata la sua qualità migliore, tanto per usare un eufemismo, ma ora la rotazione dei lunghi è ridotta allosso, visto che in the middle, i lacustri hanno un bambino di 20 anni, in gran crescita si, ma spesso soggetto ai falli, inesperto e molto carente per quanto riguarda una difesa che non sia stoppare (preferibilmente trovandosi già sotto canestro, perché in aiuto i tempi si quadruplicano e lefficacia cala pesantemente), e Chris Mihm, che diciamo sta facendo bene ma non benissimo, tantè che troppe volte Zen Master (fresco di rinnovo milionario, ma ci torneremo) deve utilizzare Turiaf da 5, che non è quello che vuoi vedere troppo spesso in un area NBA.
Succederà qualcosa?
Sembrerebbe una forzatura pensarci adesso che comunque L.A. ha il 6° record a ovest, ma limpressione è che la corsa di Lamar ai Lakers possa finire presto, a meno di un diverso approccio da parte del mancino. Intanto come anticipato, Zen Master ha rinnovato per altri due anni a 24 milioni di dollari, garantendosi così una pensione dorata (non che stesse male). Non ci sarebbe da stupirsi se Jackson fosse riuscito nellimpresa di convincere Kobe, a mettere da parte ogni velleità di cessione, per concentrarsi in vista anche della prossima stagione, dove il contrattone di Kwame scade e dove, nel frattempo, potrebbe essere arrivato qualcuno di veramente consistente grazie ad una trade.
Stefano Manuto