Permettetemi, prima di iniziare il mio articolo, di rivolgere un pensiero e un abbraccio al grande Buffa che ha recentemente perso il papà.
Niente di nuovo sotto il sole verrebbe da dire..
James e poco altro per questi Cavs.
Al momento in cui si scrive, il record dei campioni della Eastern conference(complice sopratutto lassenza di James) è di 9-11; non il massimo per chi, uscendo dalla Quicken Loans Arena,aveva legittimamente pensato che quella finale non fosse che linizio di un meraviglioso ciclo.
Lestate dei Cavs doveva essere una delle più facili e tranquille .Si dovevano rifirmare i free-agents
(Varejao e Pavlovic)e si doveva trovare quel giocatore che avrebbe fatto fare lultimo salto di qualità in prospettiva anello.
Purtroppo, come tutti sanno la realtà è stata ben diversa: Pavlovic ha firmato a stagione già iniziata, Varejao,notizia di 48 ore fa, si è deciso a scendere dallAventino solo ora; e di nuovi arrivi non se ne sono visti, se non il povero Devin Brown.
Nei sogni del general manager Danny Ferry e di Mike Brown cera una squadra arcigna,che difendesse duro,che si sacrificasse e che facesse segnare un punto in meno agli avversari di quelli che sarebbe riuscita a segnare, grazie ad un sistema difensivo super collaudato(solo in questottica, a mio parere,si giustifica larrivo di Mike Brown).Una sorta di Spurs dellest, insomma.
Procedendo in questottica, hanno messo nel carrello della spesa buoni difensori come Snow,Huges, (che era, sì, il leader dei recuperi,ma buon difensore. quando mai?)e Anderson Varejao(vedi supra)senza però pensare a come assemblarli.
Lanno passato è arrivata,inattesa,la finale,ma alle volte le vittorie di Pirro possono essere peggiori delle sconfitte.
Lassenza di un sistema offensivo, palesata gia nel corso dei playoff passati,era stata mascherata da un James maestoso nella serie contro Detroit,ma contro la ben più arcigna San Antonio si era tornati con i piedi per terra (quando,guardacaso, Lebron aveva tirato con il 30 per cento dal campo).
Dal punto di vista difensivo,però (Parker a parte) si erano visti alcuni miglioramenti se è vero che su 18 gare di playoff, solo 3 volte (tra cui la famosa gara 5 con 2 supplementari) Cleveland aveva concesso più di 100 punti
Oggi i Cavaliers sono una squadra che,ha concesso ben 13 volte su 20 partite più di cento punti agli avversari; peggio di loro solo Seattle e Memphis
[b]Cosa significa tutto ciò?[/b]
Chi scrive è portato a pensare che questa inversione di tendenza sia un chiaro sintomo del fallimento del progetto di Mike Brown.
La necessità di dare una sterzata netta al progetto era stata avvertita, già questa estate, dallo stesso Brown.
Non a caso era stato visto dalle parti di Brunico, sede del ritiro del CSKA, armato di foglio e biro come un allenatore qualsiasi, alla ricerca di nuovi schemi (e transizioni offensive) da implementare.
Galeotto era stato un libro, di psicologia del Basket, scritto da coach Messina, durante una delle due esperienze bolognesi, letto durante lestate da coach Brown.
Lobiettivo era quello di togliere la palla dalle mani di LeBron ad inizio azione,per poi coinvolgerlo successivamente una volta che la palla fosse transitata nelle mani degli altri membri del quintetto, anziché aspettare,sempre e comunque, le invenzioni del numero 23 dal palleggio.
Obiettivo fallito.
Chi ha recentemente visto i Lebronless Cavs si è sicuramente reso conto dei pochi progressi fatti in questo senso.
Oltre alle 4 sconfitte consecutive, ciò che è sconcertante rimarcare è la facilità con cui questa squadra subisce parziali. Le partite rimangono in equilibrio, sì e no un quarto,dopo di che arriva,puntuale, il parziale terrificante, (due esempi su tutti 10-0 con Boston, 14-0 con Toronto) sintomo di una fluidità offensiva inesistente.
[b]Tutta colpa di Brown?[/b]
Il manicheismo non si addice allNBA,ne tanto meno ad una squadra che comunque, a meno di infortuni clamorosi, si giocherà il quarto posto nella eastern conference.
Per questo motivo sono portato a dire che la colpa della disfunzionalità offensiva dei Cavs sia anche colpa di LeBron. Nessuno mette in dubbio le sue straordinarie doti offensive,sia come passatore che come realizzatore,però,oggi come oggi,James non è capace di essere efficace in un attacco che non sia prettamente egocentrico.
Personalmente sono convinto che, nel momento riuscirà ad aspettare che la partita venga da lui e capirà limportanza di giocare CON i compagni e non PER i compagni,LeBron potrà avere lo stesso impatto di Jordan negli anni 90(certo che finchè la squadra, senza di lui, segna 79 punti di media Legocentrismo mi pare più una necessità che una scelta).
Ebbene,il lettore si starà chiedendo come mai io mi sia dilungato così tanto a parlare della fase offensiva,quando il discorso iniziale era imperniato sulla difesa.
La ragione è semplice:la difesa nei playoff, se si vuole vincere, la si deve dare per scontata.
Se i Phoenix Suns,che sono la squadra che attacca meglio in assoluto, non sono riusciti a battere le corazzate dellovest figuriamoci questi Cavs
[b]Che succede ora?[/b]
La rifirma di Varejao penso possa dare nuova linfa a questi Cavs, specie a rimbalzo,
credo altresì che possa arrivare qualcuno dei reietti NBA a rimpolpare il roster.
Non a caso si sta parlando di Webber che, daccordo ha ancora delle mani da pianista,però ce lo vedete voi a marcare Garnett o Duncan?
Se io fossi Danny Ferry onestamente opterei per il vecchio,ma sempre affidabile PJ Brown (basta con i Brown però eh..)che porterebbe sicuramente una spruzzata di testosterone allinterno di quellarea(almeno difensivamente),cosa che nè limmobile Illgauskas,né londivago Gooden possono dare.
Una cosa però è certa: prima della dead line si cercherà di portare un secondo violino degno di nome alla corte di LeBron.
Il nome più indicato è quello di Mike Bibby ma non ci sono,a mio avviso le condizioni perché ciò possa verificarsi.
Il salary cap dei Cavs,complice il rinnovo di Varejao, segna oltre 76 milioni di dollari(quarto monte salari). Lunica possibilità sarebbe quella di inserire Larry Huges nella trade, ma non credo che Sacramento si sia rimbecillita a tal punto.
Più probabile larrivo di un Walker, oppure di un grosso contratto da scaricare,o addirittura che la squadra rimanga così.
Lunica cosa che potrà succedere sarà, a parer mio, un avvicendamento in panchina,anche perché i rapporti tra LeBron e Mike Brown, al contrario di quanto appare e specie dopo lorrenda gestione delle finali,non sono per nulla buoni.
Si opterà per un allenatore di transizione che vada bene a LeBron,per poi cercare di ricostruire dalla prossima(o forse quella dopo ancora) stagione in prospettiva 2010 anno in cui James potrebbe lasciare la franchigia se non trovasse nulla di buono.