Anche questanno Phoenix è protagonista di un ottimo inizio di stagione, dopo 21 partite è prima nella Pacific Division (16-5) e secondi assoluti ad ovest dietro i soliti Spurs.
In Arizona non sono però completamente soddisfatti, la squadra non pare del tutto ancora ben amalgamata e combatte con infortuni e percentuali di tiro non ancora soddisfacenti per coach [b]DAntoni[/b].
[b]Steve Nash[/b] invita però alla calma i tifosi troppo impazienti, [i]non ci sono titoli da vincere a novembre o dicembre, abbiamo tutto il tempo per diventare la squadra che dobbiamo essere[/i].
Lo stesso DAntoni avverte i fans che non sarebbe pensabile di avere lintensità di gioco da playoff ed essere poi in grado di mantenerla per otto mesi.
A questo punto della stagione può capitare qualche sconfitta in una serata no al tiro (come con Atlanta), del resto lintensità di gioco consente di coprire le mancanze della difesa e incrementa il ritmo in attacco.
Anche [b]Raja Bell[/b] ammette: [i]sappiamo di dover fare ancora un sacco di lavoro, siamo ancora unincompiuta, però siamo molto convinti dei nostri mezzi[/i].
Il capitolo infortuni sta altresì limitando la crescita della squadra, lo stesso Bell è stato fuori un paio di gare e soprattutto [b]Stoudemire[/b] ha saltato il camp di preparazione e tre partite di stagione regolare. [i]Questo si riflette soprattutto sulla difesa[/i], sostiene Amarè, è la parte del gioco dove è imprescindibile giocare sempre di più assieme. Il calendario piuttosto difficile con diverse partite impegnative può paradossalmente essere un beneficio per i Suns che si troveranno a poter migliorare sul campo le lacune ancora in essere. Del resto [i]Le nostre partite sono il nostro allenamento[/i], assicura Nash.
Il motivo assoluto di felicità in Arizona è però il Sig. [b]Grant Hill[/b], 35 anni come riportato dalla carta d’identità. Contro Minnesota Hill ha giocato la sua ventunesima partita consecutiva per i Suns. Sembra un dato banale, invece si tratta della prima volta dai tempi di Detroit che lex Duke riesce a fare una striscia di partite così lunga. Sono passati circa otto anni e circa mezza dozzina di interventi chirurgici. E oltre alla quantità cè anche tanta qualità: il ragazzo sta tirando dal campo con oltre il 57% (7/13 da tre), mantenendo una media di 18 punti a partita.
Effettivamente pochi si aspettavano di vederlo giocare ancora a questi livelli con tale atletismo (lui stesso spesso si sorprende di riuscire a fare dei movimenti che non provava più da quando era un Piston).
DAntoni osserva che Grant ha 35 anni solo per lanagrafe, dato che ha giocato pochissimo in questi anni mantenendo al contempo il fisico in forma perfetta. E sempre il primo ad impegnarsi negli allenamenti e alla dirigenza dei Suns brillano gli occhi al pensiero di quanto potrebbe ancora migliorare il giovanotto.