[b]Armani Jeans Milano Legea Scafati 85-78 (18-18, 49-40, 66-62, 85-78)[/b]
[b][u]Quintetti:[/u][/b]
[u]Legea;[/u] F.Williams, Hatten, Datome, Killingsworth, Wolkowiski.
[u]Armani Jeans:[/u] Booker, Vukcevic, Gallinari, Sesay, Watson.
La conferenza stampa indetta in via straordinaria venerdì dal presidente Corbelli per annunciare il rinnovo di Dalino Gallinari sino al 2010 con la squadra milanese, è il miglior regalo di Natale fattibile ad un tifoso biancorosso, che ora può pensare positivo verso il futuro della squadra, in attesa che arrivi il tanto atteso cambio di proprietà. Cè voglia di ripartire seriamente con questa squadra e soprattutto con il marchio Armani (vero fautore del rinnovo di Danilo), ma già ora la squadra, sebbene già fuori dai giochi per le top 16 e le final eight di coppa Italia, ha unidentità e si è rimessa sulla retta via.
La vittoria pre-natalizia contro la Legea Scafati fa morale, perché arrivata più con la voglia e la testa che con il talento e la tecnica, infatti i campani non hanno mancato occasioni per rendere la vita difficile ai padroni di casa, accarezzando anche la possibilità di portarla a casa.
Si parte ed il primo quarto è di studio con le squadre che sembrano imballate, soprattutto Scafati mostra una difesa a dir poco deficitaria. Milano non è da meno e non gioco con il sangue agli occhi subendo oltremodo le scorribande di Hatten, infatti lex St.Johns è lunico terminale credibile assieme ad un positivissimo Killingsworth, che vicino a canestro si fa sentire con decisione. Gallinari invece è allennesimo scontro con un suo potenziale emulo come Datome, infatti lex Siena nel primo tempo gioca una discreta partita offensiva, ma soffre in maniera incredibile lavversario nellaltra metà campo, il che lo espone a falli prematuri. Milano, come ormai troppo spesso accade, ha problemi di falli nei lunghi, infatti Sesay raggiunge presto i tre falli, ma viene degnamente sostituito da un Katelynas tutto cuore ed intensità. Nel secondo quarto sembra un gigantesco chapa no, con almeno 6/7 azioni da horror dove Shaw e Katelynas si mangiano canestri da un metro e la Legea sfodera tutto il suo campionario di palle perse. Da questa bagarre ne trae giovamento Milano che con linnesto di Aradori, qualche canestro in contropiede e qualche buona difesa, scava il solco di nove punti che si porta dietro sino al riposo. Il distacco sta molto stretto a Milano e questo avviene solo per la sparatoria di Marcus Hatten che mette a segno tutti i suoi 20 punti finali nel primo tempo, tenendo a galla da solo i suoi e mostrando lampi di talento che meriterebbe altri prosceni.
La testa di Milano rimane nello spogliatoio per i primi tre minuti del terzo quarto ed infatti con un parziale di 10-1 firmato Williams e Lauwers Scafati ricuce lo strappo e costringe i biancorossi a ricostruire tutto da capo. Le rotazioni milanese nei lunghi sono molto accentuate, ci sono minuti di qualità per Katelynas che gioca la sua miglior partita in maglia Olimpia, e porta alla causa tanti intangibles che permettono a Milano di trarre inerzia e ritornare avanti nel punteggio. Anche Aradori ha finalmente minuti e possibilità di mettersi in mostra, infatti fa un più che onesto lavoro su Hatten, mette 9 punti a referto, anche se in qualche scelta pecca un po di sufficienza.
Scafati rimane attaccata alla partita nel quarto periodo grazie alla ottima prova di Killingsworth sotto le plance (in contumacia Watson) e alla buona vena di Williams e Lauwers dalla lunga. Il problema di Scafati è la carente gestione della palla, infatti nel momento topico della partita arrivano tre delle 25 perse del match, che scatenano il campo aperto per facili canestri di Booker e Gallinari. Questi canestri facili scavano il solco decisivo, assieme a un paio di assists e una tripla di Vukcevic, quantomai chirurgico in questo periodo della stagione.
Gli ospiti ci provano col fallo sistematico, ma leclettico Booker (18 punti 5 assists) chiude la questione dalla lunetta e si prende la meritata standing ovation nel finale.
[b]Play of the game:[/b] due contro uno per Milano con Vukcevic che serve Booker per un facile appoggio, se non che luno sia Hatten che vola allaltezza del ferro per stoppare in un prodigio di atletismo.