Ci vorranno 3 palloni.
Sì, loro sono forti, ma mancano i comprimari.
Minutaggi eccessivi, arrivano stanchi a fine stagione.
Schedule troppo semplice, mai incontrata una contender.
Non hanno ancora fatto una lunga trasferta a ovest, là sì che vedremo quanto valgono…
E così via.
Il mondo NBA questanno è diviso in due. Da una parte i numerosi simpatizzanti per i Celtics e il loro progetto di conquista del titolo dopo 22 anni grazie alla collaborazione di 3 all stars, che credono che questi biancoverdi potrebbero vincere anche contro i Looney Toones capitanati di un MJ con le braccia che si allungano per schiacciare.
Dallaltra tutti gli altri.
Oddio, in realtà non è che la schiera degli oppositori sia così folta, anche perchè lalternativa più credibile a Boston sono i soliti Spurs, simpatici come un calcolo renale e con un numero di tifosi nel mondo che, contando i parenti stretti dei giocatori, non raggiunge la doppia cifra.
Quindi, a parte una sacca di resistenza oltranzista di losangelini, pistoniani e sunsisti, tutti gli altri un po tifano per i nuovi Celtics, anche se in molti ritengono, a malincuore, che non ce la faranno.
Direi che a Boston si stanno togliendo parecchie soddisfazioni. Innanzitutto latteggiamento della squadra è chiaramente quello giusto (per una squadra con questa voglia e concentrazione, Riley sarebbe disposto a raparsi a zero…), tutti si impegnano e danno il massimo, cè armonia in spogliatoio, cè consapevolezza che occorre impegnarsi al massimo, ma contemporaneamente che non è questo il momento che conta.
Garnett è la perfetta impersonificazione di questo stato danimo: al di là del minutaggio (sapientemente) modesto, quando è in campo vedi che si sta impegnando al massimo, eppure ti dà chiaramente limpressione di poter salire ancora abbondantemente di colpi quando sarà necessario.
Domina la partita con la sua intensità, ma ti fa intendere che in caso di necessità potrebbe segnare a piacimento, e adesso in qualche modo si trattiene.
Pierce, dopo un inizio di stagione buono ma non entusiasmante, ha ripreso il suo ruolo di guida e riferimento dei Celtics, interpretando con successo la parte del go to guy quando la palla scotta, senza per questo precludersi la possibilità di vincere una partita lanciando i compagni, invece che mettendosi in proprio (come con lassist a Allen per la tripla della vittoria contro Charlotte, o i ripetuti passaggi per Bimbo Davis nel finale della gara con Detroit).
Allen al momento è il meno in forma dei tre, complice forse anche il super lavoro di inizio stagione, quando era il più utilizzato di tutti per coprire i buchi di roster in cabina di regia.
Proprio questo è il possibile punto debole dei Cs, che di fatto non hanno alternative a Rondo come playmaker puro, e sono costretti a schierare da 1 delle guardie, come i due Allen o Eddie House (si è parlato anche di un ritorno in biancoverde di Gary Payton, ma per ora non se nè fatto nulla: che Ainge non voglia rischiare di rovinare il clima idilliaco faticosamente creato? E perchè poi sospetta che il guanto potrebbe metterlo a rischio?).
Dal punto di vista della costruzione del gioco il problema è relativo, visto che tanto il play della squadra è KG, ma in un ottica playoffs il fatto di non aver qualcuno in grado di portar palla contro pressing o raddoppi può essere un problema.
Rondo sta giocando una buona stagione, confermando di essere un giocatore intenso, più di voglia e atletismo che di tecnica, capace di punire in penetrazione, creare per sè e per gli altri, ma ancora indietro nel tiro da fuori (cosa che invece sarebbe abbastanza utile, visto il mostruoso numero di tiri piedi per terra generati dai Big Three). E alterno, come è normale aspettarsi da un secondo anno, ma lambiente lo coccola, e anche lattuale slump dovrebbe passare presto.
Se volete sapere la mia (e se avete avuto la pazienza di leggere fin qui è probabile che sia così…), questi sono la vera candidata al titolo insieme a SanAntonio.
Le altre reali candidate, Phoenix, Detroit, Dallas e Utah (se mai si riprenderà dalla curiosa crisi in cui è finita) sono parecchio più indietro.
Non vuol dire automaticamente anello, ma vuol dire che al momento sembra la cosa più probabile.
Del resto, provate a pensare ad una finale Boston-SanAntonio.
Il duello Duncan Garnett vale da solo il prezzo del biglietto.
Il fatto di sapere finalmente dal palcoscenico più importante chi è più forte tra i due è senza prezzo.
Soprattutto per chi, come me, è Garnettista da sempre, e spera che uneventuale finale faccia riguadagnare posizioni al meno blasonato bigliettone.
Se poi i due si dovessero marcare reciprocamente nelle due metà campo…
Scusate, stavo salivando e ho mandato in corto la tastiera…
Si aggiunga il confronto tra Parker e il suo erede naturale Rondo, e la sfida tra due degli swingmen più forti della lega, Ginobili e Pierce.
Certo, ci sarebbe anche il confronto in panchina fra Popovich e Rivers, ma da quello mi aspetterei meno suspance su chi vincerà…
[b]Strisce inaspettate[/b]
Al momento Boston (29-3) ha il miglior record della lega, 1 dei quattro migliori record (a questo punto della stagione) nella storia dellNBA, e sta tenendo il passo dei Bulls delle 72 vittorie in RS.
Domanda facile allora: sapete chi ha il miglior record nelle ultime 17 gare?
Risposta difficile: i Portland Trailblazers, con un roboante 16-1.
Beh, lavevamo previsto tutti a inizio stagione, no?
La stella della squadra, Brandon Roy, è una giovane guardia (o play?) non particolarmente atletica, con poco tiro da 3 e dotata di mani enormi.
Il premio di Rookie of the Year conquistato lo scorso anno sembrava più un tributo alla pochezza della concorrenza che al suo talento.
Un gruppo di giovani promettenti, ma ben lontani dellesplodere: Alridge, Webster, Jack, Rodriguez, Outlaw, Prizbilla.
E poi il grande assente, il centro OGM che ha 19 anni ma sembra più vecchio di Mutombo.
Linfortunio di Oden sembrava aver indirizzato i Blazers verso una stagione di dichiarato tanking, per trovare nel prossimo draft unaltra perla per la loro collana, nellattesa del ritorno del centrone da Ohio, e linizio 5 12 pareva fin al di sopra delle loro possibilità.
Cosa sia successo dopo non è dato saperlo.
Una probabile ricostruzione ce lha fornita il sempre indispensabile Buffa, secondo il quale la svolta sarebbe arrivata in un allenamento, durante il quale un diverbio tra Prizbilla e Webster è salito di tono, sotto gli occhi di un impassibile McMillan, facendo levitare lintensità di gioco di tutti quanti.
Tale intensità poi è stata portata anche in campo, dando via allincredibile striscia descritta sopra.
Non so se sia vero, ma è senzaltro verosimile: vedendo giocare i Blazers ti accorgi che la marcia in più che hanno verso gli avversari non è tecnica, ma mentale: hanno sempre più voglia, e con giocate di puro agonismo, soprattutto in difesa, hanno spesso fatto male alle impreparate avversarie, che si aspettavano la solita non competitiva da inizio RS.
Ho due tipi di sensazione per questi Blazers.
La prima, nel breve periodo è abbastanza negativa: la loro forza al momento risiede nellessere un gruppo di ragazzini che cavalcano il loro flusso adrenalinico.
Non mi stupirei se questo flusso venisse interrotto da 2 o 3 brutte sconfitte, e assistessimo ad una striscia di tuttaltro segno.
Tutto considerato, il vero valore di questa squadra questanno è fra il 40 e il 50% di vittorie, quindi il meglio che possano augurarsi è un ottavo posto playoffs, dove fare un po di esperienza per i prossimi anni.
Nel lungo periodo però la situazione è ben diversa.
Roy e (con ogni probabilità) Oden diventeranno nel giro di massimo 2 anni 2 all stars.
Alridge è già oggi un terzo violino di extra lusso, oltre ad integrarsi perfettamente col suo gioco perimetrale a quello sotto canestro di Oden.
A questi si aggiungano i vari Jack, Webster, Outlaw (al momento del tutto inarrestabile), Frye, Prizbilla, Jack, Rodriguez: nessuno di questi probabilmente diventerà una stella assoluta, ma come cambi difficilmente trovi di meglio.
La squadra può inoltre ulteriormente migliorare con scambi di mercato: a parte lattrattiva di giocare in una squadra in netta ascesa e con uno dei pochi veri centri rimasti, anche la situazione economica è eccezionale; tanti giocatori giovani vuol dire un monte salari basso, labbondanza di giovani promettenti permette di scambiarne qualcuno per ottenere veterani di valore. Infine nella sua corsa a una stella affermata Portland può offrire anche i contrattoni in scadenza di LaFrentz e Miles.
Come dire: a meno di clamorose vaccate del loro GM, i Blazers entro 2 anni potranno essere la squadra di riferimento dei successivi 10…
[b]Scambi allorizzonte[/b]
Utah riesce finalmente a sbarazzarsi del suo separato in casa. No, non stiamo (fortunatamente) parlando del russo, ma di Gordan Giricek, spedito a Phila insieme a una seconda scelta, in cambio di Kyle Korver.
La logica da parte dei Sixers mi sfugge, Giricek è sicuramente più forte di quanto ha fatto vedere nellultimo polemico periodo presso i mormoni, ma Korver mi sembra comunque (come sesto uomo) più forte.
Dal lato Utah invece mi sembra unottima presa, che potrebbe risolvere il problema già in questa sede denunciato qualche tempo fa di questi Jazz, ovvero lassenza di un tiratore credibile sugli scarichi derivanti dal P&R fra Williams e Boozer: per una tripla piedi per terra si fa fatica a trovare di meglio…
Da uno scambio realizzato ad alcuni probabili:
sulla rampa di lancio nomi già sentiti, primi tra tutti Bibby e Artest: i Kings devono rifondare sui giovani, e stanno solo aspettando di trovare la contropartita giusta. Peccato solo che i più interessati (Heat e Cavs) abbiano poco da offrire. Già che parliamo di Sacto, menzione donere al recuperatissimo Brad Miller, in forma e determinante come non mai, e Beno Udrih, scaricato dagli Spurs e nemmeno visionato dai Twolves, che ora sta fornendo ai Kings ulteriori ragioni per sbarazzarsi del loro costoso numero 10.
Al pacchetto in uscita Sacramento aggiungerebbe molto volentieri Thomas e Abdur Raiff, meglio tutti e due.
Alla voce playmakers altri due giocatori in palese attesa di trasferimento, perchè ormai ridotti a caratteristi in tuta sulle rispettive panchine: Damon Stoudamire e Damon Jones. Per entrambi la destinazione più chiacchierata sembra ancora una volta Miami.
Per due play destinati a partire un altro sembra essere stato ritirato dal mercato: il nuovo GM dei Sixers sembra intenzionato a includere Andrè Miller nel suo progetto di ricostruzione di Phila.
Non sto a dirvi chi sarebbe stato interessato a prenderlo, tanto avete già capito…
Questi i partenti quasi sicuri, poi cè la fila degli scontenti (o delle squadre scontente che cercano di liberarsene), che vorrebbero cambiare aria, ma probabilmente non ce la faranno:
Kidd (seguito da Lakers e Mavs), Gasol (Bulls), Gordon (anche se con la cacciata di Skiles la sua produttività è in netta crescita e lo scambio appare meno probabile), Nocioni (che essendo stato fin qui abbondantemente il miglior giocatore di Chicago, compare ovviamente in ogni gossip di trade), Pietrus (inseguito, manco a dirlo, dagli Heat), Hughes e Gooden (vincitori a mani basse dellambito premio peppa tencia 2008).
I grossi calibri che dovevano spostarsi, Kobe, J. Oneal, Kirilenko sembra che invece resteranno nelle rispettive squadre almeno fino a fine stagione.
Riporto giusto come curiosità la voce secondo cui anche TMC sarebbe intenzionato a cambiare aria.
Fra gli acquirenti più affamati, oltre a Heat e Cavs, ricordiamo ovviamente anche i Knicks.
Jim non dovete badare al cantante Dolan è sempre lì, in compagnia di diverse quintalate di incompetenza e di un GM/allenatore degno di una brutta sit-com.
Al momento i giornali locali vedono il rimedio a tutti i loro mali nel ritorno in città del figliol prodigo Artest. Possibile che arrivi, impossibile che aiuti. Intanto il carrozzone dei Knicks va avanti fra un Randolph inconcludente ma dai numeri principeschi, un Curry in caduta verticale, un Nate Robinson spesso miglior giocatore della squadra (e lì qualche dubbio dovrebbe anche venirti…) e un pubblico sempre più feroce.
Entrati in ritmo con fire Isaiah e dei booh per ogni loro giocatore che toccasse la palla, gli sfiniti tifosi bluarancio si sono messi a fischiare anche un ragazzino che cantava durante lintervallo.
Speriamo arrivi davvero RonRon, capace di instaurare un dialogo col pubblico come pochissimi altri…
Ultima nota prima di chiudere.
E tornato il Medusa.
Ci ha tediato tutta lestate chiedendo un contratto insensato, ottenendone alla fine uno comunque più che dignitoso.
Bisogna però dare onore al merito: non ostante abbia saltato il training camp, si sia presentato fuori forma e sia dovuto saltare a bordo a cose avviate, limprontona del brasiliano si fa già sentire sui Cavs.
Difesa, tuffi, sfondamenti, palle vaganti, rimbalzi, tagli a canestro.
Il ragazzo è uno dei protetti di King James, che tende a farlo felice abbastanza spesso.
Probabilmente in un contesto diverso il suo valore sarebbe molto minore, ma a Cleveland vale almeno i soldi che è riuscito a portarsi a casa.
Vae Victis